Dove Non Sei Tu di Lorenzo Ghetti | Recensione

Pubblicato il 23 Dicembre 2018 alle 11:00

In un presente tecnologico, Lorenzo Ghetti racconta la distanza e la mancanza degli adolescenti.

L’adolescenza, il periodo più difficile che una persona possa attraversare durante la sua vita, dove l’accettazione sociale si unisce alla formazione personale, subisce una nuova evoluzione grazie alle tecnologie contemporanee che si sviluppano esponenzialmente. Lorenzo Ghetti, autore di To Be Continued, si porta avanti in un futuro prossimo, con una lettura degna di Charlie Brooker, ma senza il suo occhio distopico e disfattista.

Dove Non Sei Tu è incentrato sulla presenza/assenza.

Già a partire dalla copertina, al centro della quale c’è un foro a forma di sagoma umana, si comprende ciò che troveremo all’interno: Mobi èuna nuova studentessa che segue le lezioni a scuola e vive una vita sociale normale, pur non essendo fisicamente presente. Grazie alla tecnologia Scout, è possibile essere presente in ogni parte del mondo utilizzando delle tute che vivono al posto tuo, manovrate dalla persona stessa all’interno di una tuta parallela. La ragazza arriverà fisicamente nella scuola dopo un mese e mezzo e nel frattempo la cura della Mobi “virtuale” viene assegnata a Lido, un ragazzo patito di giochi di ruolo e di storie di fantascienza.

Così nasce un’amicizia che si salda lentamente nel corso dei giorni tra una socialissima Mobi e un meno sociale Lido. I due iniziano nuove campagne nei giochi di ruolo, leggono insieme un Urania di Alfred Bester, Destinazione stelle, e scoprono nuovi orizzonti. Lentamente, con il passare del tempo, le titubanze e le remore dei due iniziano a crollare, facendo nascere qualcosa di unico e strano al tempo stesso anche al costo di andare contro le proprie convinzioni iniziali.

TENDENTE IPERBOLICAMENTE A ±∞

Lorenzo Ghetti arriva con il suo primo romanzo grafico su carta, finalmente. Dopo la riuscita del suo webcomic multimediale To be continued, dove è riuscito a unire aspetti che non fanno propriamente parte di un fumetto (come canzoni, video, lettura a scorrimento orizzontale, verticale, diagonale, di 360°, insomma espedienti narrativi intra ed extramediali che si incastrano perfettamente con la storia) oltre a pubblicare dei piccoli spin-off dei protagonisti in cartaceo, Ghetti prende a spallate il mercato del fumetto italiano con un lavoro più che notevole.

L’espressione di rottura della solitudine e dell’abitudine si ha nel momento in cui una semplice persona, la cui fisicità è infinitamente tendente all’arrivo e alla conoscenza, con il suo semplice modo di essere e di fare (si parla di Mobi), frulla la quotidianità di un normalissimo ragazzo e lo porta alla ricerca della sua costante compagnia. La mancanza di un essere fisico si acuisce quando, nel momento in cui Mobi deve arrivare, sparisce il suo essere virtuale: lì si crea un buco che è difficile da colmare e il vuoto in copertina acquisisce un significato tutto personale, a seconda del punto di vista del lettore.

L’autore non si discosta affatto dal tratto che ha caratterizzato il suo webcomic più conosciuto: tratto minimale ed essenziale, colori tenui e (nella maggior parte dei casi) secondari, personaggi tondeggianti e . Il disegno senza contorni elimina le distanze e i limiti, perfetto per una narrazione online come se leggessimo il romanzo grafico su un e-book reader.

Spesso i balloon sono inesistenti e le vignette si tramutano in dialoghi, diventando loro stessi personaggi della storia. Sparsi per tutte le tavole ci sono piccoli simboli ed elementi che “inchiodano” la narrazione, usate come chiavi di lettura per chi non è avvezzo al linguaggio del web e dei social. Proprio per questo motivo l’ordine delle vignette non esiste: la lettura è olistica, con uno sguardo si cattura tutta la tavola e i balloon arrivano dopo, seguendo un sinuoso percorso decisamente sorprendente, che aggiunge un altro livello di narrazione a quello acquisito al primo sguardo.

Portare il mondo social su carta è sempre un lavoro notevole e difficile, renderlo leggibile tramite immagini lo è ancora di più. Dove non sei tu è un piccolo capolavoro che riesce a unire i due linguaggi in un’unica armoniosa storia, da leggere e rileggere e da usare come manuale per sopravvivere alla mancanza di una piccola parte di sé che desideri solo quando non c’è.

Spegnete la tv e accendete un libro sotto l’albero di Natale, grazie a Coconino Press si può illuminare  il buio dell’anima con un esordiente che è decisamente “navigato”.

 

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