Stan Lee – Una Vita di Meraviglie | Recensione

Pubblicato il 14 Dicembre 2018 alle 11:00

Panini Comics celebra il grande Stan Lee con un albo che propone alcune delle sue storie più acclamate! Non perdete questa collezione di avventure firmate dal Sorridente e disegnate da mostri sacri del calibro di Jack Kirby, Steve Ditko e Gene Colan!

La recente scomparsa del leggendario Stan Lee ha lasciato un vuoto incolmabile nell’ambito dei comics e in generale della cultura pop contemporanea. Panini Comics propone questo albo che celebra la grandezza e la versatilità di un autore che ha rivoluzionato il fumetto supereroico con il motto ‘supereroi con super problemi’. Prima dei personaggi Marvel, infatti, i giustizieri in calzamaglia erano perfetti e invincibili come Superman o playboy milionari come Batman. Potevano avere qualche contrarietà, certo, ma nel complesso non erano toccati dalle difficoltà della gente comune.

Era, quindi, arduo identificarsi con loro. Ma con Stan il processo di identificazione tra il lettore e l’eroe divenne innegabile. Peter Parker, per esempio, era un supereroe che riusciva a sconfiggere l’avversario di turno ma nella sua identità civile non era dissimile da un teenager qualsiasi. Aveva problemi con i compagni di scuola e con le ragazze, era timido e sovente doveva affrontare ristrettezze economiche. Lo stesso valeva per tanti altri eroi Marvel.

Questo aspetto fu appunto introdotto da Stan Lee, convinto che il supereroe dovesse avere, oltre a fenomenali poteri, anche una ‘debolezza compensatoria’ che lo rendeva umano e credibile. Di conseguenza, Matt Murdock era cieco, Tony Stark era malato di cuore, Don Blake era claudicante, Ben Grimm aveva un aspetto mostruoso che lo separava dalle persone e i mutanti X-Men erano perseguitati a causa della loro diversità.

Lo stile Marvel fece scuola ma, oltre a questa impostazione rivoluzionaria per l’epoca, un ruolo di primo piano lo giocarono le storie firmate da Stan. Dotato di uno stile di scrittura brillante, a tratti retorico e ridondante, ma sempre incisivo e ironico, entusiasmò pubblico e critica e concepì avventure che divennero autentiche pietre miliari dei comics. In questo albo troverete una selezione delle più rappresentative.

Non si può non iniziare con Fantastic Four n. 1, l’albo che diede il via all’Universo Marvel. Stan introduce quattro supereroi che sembrano veri e propri freak e non vanno d’accordo tra loro (cosa impensabile per una squadra di giustizieri!). Sebbene si tratti, ovviamente, di un episodio ingenuo, se giudicato con una prospettiva contemporanea, contiene gli elementi che faranno dei Fab Four un team molto amato: fanno parte di una famiglia e, malgrado i contrasti, sono uniti da un forte legame e le psicologie sono già ben delineate. I disegni sono del Re Jack Kirby che sicuramente contribuì allo script e impresse la sua difficile personalità nella caratterizzazione di Ben Grimm.

C’è poi il n. 15 di Amazing Fantasy, l’albo che rappresentò l’esordio dell’Uomo Ragno. Qui si può percepire il concetto dei ‘supereroi con super problemi’ dalla prima all’ultima pagina. La storia è emozionante, ricca di tensione e pathos, disegnata da uno Steve Ditko in stato di grazia. Non poteva, inoltre, mancare il n. 1 di X-Men in cui Lee, sempre coadiuvato da Kirby, affronta il tema del razzismo, usando la metafora dell’isteria anti-mutante. Leggendo la storia, si possono notare le tematiche che faranno della serie dei mutanti uno dei più grandi successi Marvel: il sogno di convivenza pacifica di Xavier, il dissenso del terribile

Magneto che intende dominare gli homo sapiens, la confusione e il tormento dei giovani alunni del Professor X, consapevoli di essere odiati e disprezzati.
Avengers n. 4, di nuovo firmato da Lee e Kirby, è un altro albo storico. Non solo perché racconta una storia entusiasmante, in perfetto Marvel style, ma perché costituisce la prima apparizione moderna di Capitan America, eroe Timely che Stan ebbe il merito di riprendere con i risultati che ben conosciamo. Si può solo dire che è difficile non emozionarsi leggendola. Nell’annual n. 6 di Fantastic Four, invece, Lee, con il pretesto di una lotta con il mostruoso Annihilus nel contesto cosmico della Zona Negativa, mette ancora una volta in primo piano l’aspetto umano dei personaggi. Il gruppo si reca in un luogo pericoloso per trovare un manufatto in grado di aiutare Sue Storm che sta per dare alla luce il suo bambino.

Lee scrive testi intensi e profondi, a tratti struggenti, e Kirby realizza uno dei suoi lavori migliori, dando libero sfogo alla sua visionarietà. Altrettanto importante è il quinto annual di Amazing Spider-Man. Anche in questo caso Lee si concentra sull’aspetto umano dell’eroe. L’Uomo Ragno dovrà scontrarsi con il Teschio Rosso degli anni cinquanta ma solo per trovare risposte sui suoi genitori, fino a quel momento rimasti nell’ombra. In pratica, Lee descrive un personaggio che non è solo un supereroe ma un ragazzo orfano che non ha ancora pienamente superato la perdita del padre e della madre. La storia è entusiasmante e commovente e senza dubbio uno degli esiti creativi migliori di Lee, disegnato dal fratello Larry Lieber.

E l’albo si conclude con il n. 47 di Daredevil. E’ una storia rimasta nel cuore di molti. In realtà, inizia con una condanna della guerra del Vietnam ma poi si concentra su Willie Lincoln, un soldato che durante quel conflitto ha perso la vista e cerca con difficoltà di reintegrarsi nella società cosiddetta ‘normale’. Troverà l’aiuto di Devil ma la vicenda serve a Lee a chiarire un punto basilare: non è importante avere un handicap. L’importante è affrontarlo e superarlo, facendo leva sulla propria forza interiore, senza mai perdere il coraggio. In pratica, il vero eroe è Willie e non il Diavolo Rosso. La storia, impreziosita dai disegni dell’ombroso Gene Colan, è forse quella che meglio sintetizza le idee di Stan Lee.

L’albo è inoltre corredato da numerosi articoli di approfondimento sulla figura del Sorridente e sugli episodi della raccolta. In definitiva, è una proposta da non trascurare, specialmente se si è fan di quel Gigante dei comics che è stato e continuerà a essere Stan Lee. ‘nuff said!

 

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