Supergirl 4×08 – Bunker Hill | Recensione
Pubblicato il 3 Dicembre 2018 alle 15:00
Si stringe, improvvisamente, la morsa intorno ad Agent Liberty anche grazie alle inaspettate rivelazioni su Nia Nal!
L’episodio della scorsa settimana è stato il primo leggermente sottotono di questa quarta stagione di Supergirl – la nostra recensione QUI. Il problema principale non riguardava però una trama tutto sommato semplice e lineare quanto piuttosto alcune scelte dal punto di vista del tono nella seconda parte dell’episodio e dello spazio lasciato ad alcuni dei personaggi “secondari” come Lena. Mentre Supergirl aveva sventato, per il rotto della cuffia, un attacco terroristico dei Children of Liberty si era consumato anche l’imprevisto tradimento di Manchester Black che, fingendosi fino a quel momento dalla parte dei buoni, stava evidentemente seguendo una propria agenda personale per ottenere la sua personale vendetta.
L’episodio di questa settimana, intitolato Bunker Hill, cerca giustamente di capitalizzare su quanto di buono fatto vedere la scorsa settimana. Mentre Manchester, muovendosi parallelamente al Team Supergirl, ha rintracciato Ben Lockwood e scoperto la sua identità segreta costringedo l’uomo a rivelarlo anche alla moglie, Kara apprende per puro caso che Brainiac conosce la sua collega Nia Nal dal futuro.
La “narcolessia” di cui la ragazza è affetta infatti è una copertura: Nia è una aliena proveniente dal pianeta Naltor in grado di prevedere il futuro nei propri sogni. La situazione si complica però quando la ragazza sogna Agent Liberty.
Nia, Kara e Brainiac iniziano ad indagare in base a questa visione giungendo a Collinwood, un sobborgo di National City, dove vengono catturati da alcuni Children e portati in uno dei loro covi segreti. Liberatisi scoprono che il covo è in realtà l’ex-fabbrica Lockwood Family Steel: mettendo insieme gli indizi l’identità di Agent Liberty è ormai palese.
Tuttavia la minaccia rappresentata da Lockwood/Liberty sembra tutt’altro che scongiurata e porterà effetti diametralmente opposti a quelli sperati non solo nell’opinione pubblica ma anche direttamente nei confronti di Supergirl.
Bunker Hill parte in sordina, sembra un episodio riempitivo in attesa del crossover Elseworlds che partirà la prossima settimana – aspettate la fine dell’episodio per un piccolo assaggio, e invece si evolve in maniera imprevedibile già dopo i primi 10 minuti meramente preparatori.
Perno dell’episodio è Nia. Il personaggio che fino ad oggi sembrava un comprimario inserito per soddisfare la diversità a cui la serie presta sempre molta attenzione, subisce una svolta strettamente legata ai temi supereroistici e, pur sembrando a tratti un po’ forzata e frettolosa, funziona benissimo nell’economia di un episodio che stringe la morsa intorno a Ben Lockwood/Agent Liberty anche grazie a Manchester Black.
Sfruttando quindi questi due personaggi, showrunner e sceneggiatori fanno evolvere il già solidissimo villain spostando l’attenzione su un tema tanto classico quanto efficace alla luce dei temi socio-politici di questa quarta stagione: l’arresto di Lockwood – dipinto come un attivista per i diritti degli umani – infatti non solo scatenata una ondata di proteste ma solleva anche la questione legata all’identità segreta di Supergirl.
La sceneggiatura non è particolarmente attenta ai dettagli e denota una certa impazienza nell’arrivare al suo climax fortunatamente però la regia del mitico Kevin Smith confeziona un episodio coinvolgente e intrigante che funge di fatto da “finale” prima del già citato crossover e della pausa natalizia.
L’episodio di questa settimana dà anche un prezioso segnale sullo stato della serie. Rispetto al passato, anche recente, infatti Supergirl dimostra non solo di avere ancora parecchi assi da poter giocare legati ai temi di questa quarta stagione ma anche la capacità di potersi subito “riprendere” dopo un episodio meno convincente come quello della scorsa settimana e non cadere così in “filotti” meno efficaci e/o composti da episodi meramente riempitivi.