Alien – Resurrection | Recensione
Pubblicato il 4 Dicembre 2018 alle 17:00
I disegni magistrali di Eduardo Risso sono protagonisti di un volume con due storie: una classica, l’altra più alternativa dell’Alien Universe.
La cura che la Saldapress sta dando all’Alien Universe è più che lodevole. Mai come in questo periodo abbiamo avuto la possibilità di approcciarci a così tante storie, vecchie e nuove, provenienti dall’universo fantastico dedicato allo xenomorfo, iniziato con la pellicola di culto realizzata da Ridley Scott nel 1979.
Ed Alien Resurrection è un volume che si concentra sulla protagonista assoluta delle pellicole cinematografiche dedicate ad Alien: la Ripley interpretata da Sigourney Weaver. Il personaggio al centro della prima storia è proprio lei, o quantomeno una sua versione clonata. A distanza di duecento anni dal sacrificio di Ripley, un suo clone è stato portato in vita per tirare fuori l’embrione dello xenomorfo regina, e per replicare così su vasta scala gli alieni distruttori che il Governo vuole utilizzare come armi da guerra. La scelta ovviamente si rivelerà più che sbagliata.
La seconda storia, intitolata Spettro, invece, è ambientata a Tirgu-Mires un pianeta nel quale vivono dei coloni. Tra essi vi sono un gruppo di ragazzi che, per passare una giornata alternativa, decidono di addentrarsi all’interno di una grotta nella quale sembra si aggiri un mostro. Il richiamo di una leggenda metropolitana tutta da appurare sarà per i giovani avventurieri l’occasione per fare un incontro letale con uno xenomorfo.
A realizzare i disegni di entrambe le storie è Eduardo Risso, il fumettista diventato popolare per aver lavorato con Brian Azzarello su 100 Bullets. Il tratto grezzo e milleriano di Risso riesce a dare originalità alle atmosfere ed alle scene rappresentate nei due fumetti, oltre a presentarci delle versioni intriganti di personaggi già conosciuti. La versione degli xenomorfi realizzata da Risso è infatti meno fisica e stilisticamente imperfetta, ed è più “freak”, ovvero abbastanza alternativa da darci (cosa non facile) una prospettiva visiva un po’ diversa dello xenomorfo, già visto in centinaia di versioni differenti, e rappresentato di continuo da disegnatori di tutto il mondo.
Lo stile grezzo ma profondamente caratteristico di Risso (esaltato dai colori vivaci di Dave Stewart e Chris Chalenor) si adatta bene al tipo di storie raccontate in Resurrection e Spettro, ed esalta le sceneggiature di James Vance e Jay Stephens, che tengono un buon ritmo.
Mentre Resurrection si contraddistingue come la classica storia di soldati rinchiusi in un astronave nella quale si aggirano gli xenomorfi, Spettro è molto più originale ed offre una visione inedita di un incontro con gli Aliens: il gruppo di ragazzi che si avventurano nella grotta a caccia di un mostro leggendario, appare infatti come una sorta di I Goonies in salsa xenomorfa, un divertissement (dal finale sorprendente e decisamente cattivo) che appagherà sia gli amanti di Alien che di storie horror con adolescenti protagonisti.
Alien Resurrection si pone quindi sulla scia di fumetti Saldapress che vogliono offrire ai lettori italiani un approccio più completo possibile a tutto ciò che è stato pubblicato negli Stati Uniti dalla Dark Horse riguardo all’universo di Alien. E tra storie più classiche uscite bene o meno bene, spillati, miniserie come Aliens Fire and Stone, e volumi di pregio come quello relativo al 30ennale dalla prima pubblicazione dei fumetti di Alien, non c’è stato mai un periodo migliore di questo per approcciarsi ai fumetti dello xenomorfo.
Alien Resurrection è quindi la degna prosecuzione di un percorso che Saldapress sta portando avanti al meglio, e che gli amanti di horror, fantascienza, ed ovviamente dell’universo di Alien, non possono perdere.