Caput Mundi: Nero 2 – Come una Bestia Feroce | Recensione

Pubblicato il 30 Novembre 2018 alle 11:10

Nel secondo numero della seconda stagione di Caput Mundi seguiamo Nero a Milano… ma lasciare Roma non sarà così semplice!

Caput Mundi: Nero 2 – Come una Bestia Feroce si apre con un piccolo salto spazio-temporale: Nero è a Milano, ai Navigli, chino su un sacco con dentro un cadavere. Come ci è arrivato lì?

Ritorniamo indietro di sette giorni: Nero è rinchiuso a Regina Coeli dopo lo scherzetto giocatogli dalla nuova Mummia. Una penna USB, contenente misteriose informazioni, è stato il pretesto per scatenare una guerra a tutto campo in un triangolo che coinvolge Roma, Napoli e Milano e nel mezzo c’è finita una ragazza rea di essersi ritrovata per pura sfortuna questa penna USB in borsa. Nero l’aveva spedita a Milano da Eva nella speranza di fermare sul nascere la follia della nuova Mummia la quale però con una mossa imprevedibile era riuscito non solo a sfuggire ma anche a rompere l’alleanza con i napoletani ai quali questa penna USB apparteneva lasciando Nero alla Polizia.

La Mummia e il Nano si dirigono quindi a Milano mentre Nero deve affrontare uno stuolo di detenuti pronti a fargli la pelle ma il lupacchiotto sfodera gli artigli difendendosi e mandandone un po’ all’ospedale e qualcuno al cimitero ma soprattutto guadagnandosi l’isolamento dove incontrerà una nostra vecchia conoscenza. Il direttore del carcere coglie quindi la palla al balzo per traferire i due pericolosi detenuti i quali, di contro, sfruttano l’occasione per evadere durante il trasporto e dirigersi anche loro verso Milano ma solo dopo aver fatto la conoscenza del misterioso Teschio.

I napoletani intanto svelano i loro traffici nella città meneghina mentre la Mummia stringe una pericolosa nuova alleanza… tutto converge su Eva e sulla povera Natasha. La situazione è ormai irrimediabilmente compromessa e si tratta solo di aspettare la resa dei conti fra Nero e la Mummia.

 

Se il primo numero della seconda stagione di Caput Mundi era denso, questo Caput Mundi: Nero 2 – Come una Bestia Feroce lo è ancora di più ma è baciato da una sceneggiatura a tratti davvero perfetta e tagliente del duo Michele Monteleone/Dario Sicchio i quali, mantenendo saldo il pallino della narrazione, giocano con il ritmo e soprattutto con l’azione vero filo conduttore dell’albo.

I due sceneggiatori non nascondo le varie influenze che si susseguono nelle varie “fasi” che compongono l’albo saccheggiando cinema e TV in maniera intelligente e filtrando il tutto per raccontare una storia che si riduce ad una guerra a tutto campo, una guerra nichilista per molti di questi personaggi e che si riassume con due battute – “siamo tutti prigionieri di qualcosa…” e “non dovrebbe mai finire così eppure…”.

Da un lato quindi riemerge prepotente uno dei temi portanti di Caput Mundi – l’ineluttabilità della condizione dei protagonisti delle vicende – dall’altro però questa istanza è mediata dalla volontà di Monteleone e Sicchio di non abbandonare né quella voce “sociale” già presente nel primo numero – il colloquio fra il direttore di Regina Coeli e uno dei due candidati sindaci di Roma, quello più “conservatore” diciamo – né tanto meno l’elemento fantastico introducendo ufficialmente, e in maniera estremamente incisiva, il Teschio recuperando così in parte uno dei personaggi più incisivi della prima stagione.

Questo secondo numero è votato all’azione e procede su ritmi altissimi spesso non concedendo tregua al lettore: difficile trovare un punto debole in Come una Bestia Feroce che si candida ad essere il miglior albo di Caput Mundi sin dal suo esordio.

I due sceneggiatori trovano poi un ottimo supporto per la loro folle sceneggiatura in Andy Pompeo – che subentra a Francesco Mobili approdato in Marvel e a cui va ovviamente il nostro in bocca al lupo.

Pompeo parte un po’ timidamente a dire il vero con un tratto che muta dopo una trentina di pagine passando da uno stile più stilizzato e tendente all’uso del chiaroscuro ad uno più “americano” giocando quindi maggiormente con la plasticità delle figure, aggiungendo maggior dettagli e utilizzando inquadrature più ampie e spettacolari aumentando così il senso di “action movie ad alto budget” che pervade tutto l’albo. Da segnalare la sequenza “onirica” di Pierluigi Minotti con protagonista Eva, leggermente meno incisiva di quella dell’albo precedente.

Come di consueto ottima la cura carto-tecnica dell’albo Editoriale Cosmo e impreziosito dall’ottimo lavoro in fase di lettering di Maria Letizia Mirabella e da una copertina di Marco Mastrazzo, divenuto artista riconoscibile e marchio di fabbrica degli albi della serie Caput Mundi, dal flavour spiccatamente ottantiano.

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