The Bombing di Xiao Feng | Recensione
Pubblicato il 2 Dicembre 2018 alle 15:00
Il nuovo film con Bruce Willis è disponibile in Italia sul servizio di streaming on demand Netflix.
E’ difficile giudicare The Bombing di Xiao Feng in quanto opera cinematografica, dato le evidenti carenze che inficiano l’esperienza sotto tutti i punti di vista dell’impianto filmico.
L’unica cosa che si può tirare in ballo a difesa del progetto co-prodotto da Hollywood e dalla casa di produzione cina China Film Group – progetto comunque ingiustamente e anzi presuntuosamente ambizioso – è la tanto lunga quanto travagliata gestazione: annunciato nel 2016, il film ha cambiato nel corso degli anni diversi titoli, ha subito tanti rallentamenti e ritardi, incrementi di budget (che lo hanno portato a diventare uno dei film più costosi per il mercato cinese) tagli, rimontaggi, accuse di evasioni fiscali (all’attrice Fan Bing Bing, poi condannata), e addirittura la cancellazione totale dal palinsesto cinematografico cinese.
Negli Stati Uniti le cose sono andate diversamente da che Lionsgate ha deciso di distribuire il film nonostante tutto, e in Italia ci arriva tramite Netflix. Che la piattaforma di streaming on demand sia da ringraziare o meno, è un discorso diverso.
A metà fra Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima di Clint Eastwood e La Battaglia di Hacksaw Ridge di Mel Gibson, il film mette in scena i primi anni della Seconda Guerra Mondiale, concentrandosi sul fronte cinese e la guerra col Giappone, nota come Seconda Guerra sino-giapponese.
Un Bruce Willis molto meno auto-ironico di quello visto ne Il Giustiziere della Notte di Eli Roth è un imbolsito ufficiale dell’esercito americano spedito in Cina per addestrare un gruppo di piloti locali, incaricati di guidare la controffensiva agli invasori giapponesi, con un ex pilota (Ye Liu) che nel frattempo si mette alla guida di un camion militare per trasporta un carico top-secret. Durante il suo viaggio, però, incontrerà un’insegnante (Ma Su) e ai suoi studenti, in fuga da una scuola bombardata e che deciderà di soccorrere. E poi vedremo anche l’avventura di una spia (Gent Le), quella di uno scienziato governativo (Wu Gang), un torneo di mahjong presieduto da Fan Wei e che andrà avanti nonostante l’inizio dei bombardamenti, Adrien Brody, Fan Bing Bing, Rumer Willis (figlia di Bruce) e tantissimi altri, in un minestrone di novanta minuti che mescola una CGI che sembra poltiglia masticata e risputata ai camei di praticamente la maggior parte delle più grandi star del cinema cinese contemporaneo.
Con tutta la carne al fuoco che si (intra)vede nel film, non è difficile dare adito alle voci che parlavano di un montaggio originale della durata di oltre cinque ore (altro che I Cancelli del Cielo di Michael Cimino), che però grazie al cielo ci è stato risparmiato. Sulla carta doveva essere un ambizioso blockbuster epico di matrice occidentale, che sarebbe potuto anche diventare una simpatica mini-serie televisiva, ma che presentata in questo modo – con un montaggio pessimo, una regia inesistente, una narrazione fatta di sotto-trame troncate e inconcludenti e una sceneggiatura piena di slogan militari quando va bene e di battute imbarazzanti quando va male – non ha assolutamente nulla da offrire, se non la timida e fioca ombra di ciò che avrebbe potuto e sarebbe dovuto essere.