Arrow 7×07 – The Slabside Redemption | Recensione

Pubblicato il 27 Novembre 2018 alle 15:00

A poche ore dalla sua scarcerazione Oliver dovrà affrontare una rivolta nello Slabside e, forse, per l’ultima volta Ricardo Diaz.

Nell’episodio della scorsa settimana – la nostra recensione QUI – il ritrovato Team Arrow aveva ottenuto una insperata vittoria. L’attacco di Diaz contro Star City, concertato con l’aiuto della Bratva, era stato sventato e la sua cattura, grazie all’intervento di Laurel e ad un accordo con l’FBI, avrebbe portato finalmente alla scarcerazione di Oliver.

L’episodio di questa settimana intitolato The Slabside Redemption – un titolo che è un chiaro omaggio a The Shawshank Redemption meglio conosciuto in Italia come Le Ali della Libertà – inizia con l’ultimo giorno di reclusione di Oliver. Diaz intanto viene trasportato proprio in carcere ma liberatosi durante il trasferimento fa visita proprio ad Oliver comunicandogli enfaticamente che morirà prima di poter riassaporare la libertà.

Diaz prende quindi possesso dello Slabside e istiga una rivolta per poter così colpire e sbarazzarsi definitivamente di Oliver il quale, liberatosi dalla sua cella, decide di contrattaccare trovando un improbabile alleato in Ben Turner aka Bronze Tiger.

Lo scontro finale verrà solo procrastinato dalle insidie di una prigione oramai in mano ai detenuti e, dopo aver portato in salvo quanti più agenti possibili, la resa dei conti fra Oliver e Diaz sarà brutale e dal finale inaspettato.

Sedata la rivolta Oliver potrà finalmente riabbracciare la libertà ma a quanto pare non senza essersi lasciato alle spalle sia qualche nuovo alleato, Bronze Tiger, che qualche nuovo nemico ovvero Stanley Dover che proprio durante la rivolta ha mostrato la sua vera natura e, pur gravemente ferito, è riuscito a fuggire.

The Slabside Redemption è senza ombra di dubbio il climax di quello che è stato il filone narrativo più proficuo e stimolante di questa primissima parte di settimana di Arrow, ovvero Oliver rinchiuso in un penitenziario di massima sicurezza.

L’episodio viaggia ben supportato dalla consapevolezza che lo scontro finale fra Oliver e Diaz sia imminente e la tensione è palpabile per tutta la durata dell’episodio pur subendo qualche calo dovuto alla volontà di showrunner e sceneggiatori di fare quadrato anche intorno alle altre sottotrame e ai personaggi che lo stesso Oliver ha incontrato durante la sua permanenza in carcere compresi Bronze Tiger, Sampson, Brick e soprattutto Stanley che, almeno a giudicare dal finale, ritroveremo molto probabilmente più in là nella stagione.

Grande spazio alle scene d’azione – nel passato più recente mai così preponderanti in un episodio della serie – tutte ottimamente girate e coreografate e fra cui spicca quella “dell’evasione” di Oliver girata con tutta probabilità con un go-pro, tecnica che ne esalta l’urgenza e la brutalità.

Altrettanto brutale è lo scontro finale con Diaz che sembra sancire la fine del villain. Kirk Acevedo ce l’ha messa davvero tutta nell’ultima stagione, stagione e mezza, per rendere credibile questo personaggio che però non è mai riuscito a maturare completamente pur baciato da prestazioni attoriali per nulla incolore. Per quanto la conclusione sia stata semplicistica e lineare forse è davvero meglio che showrunner e sceneggiatori chiudano qui la sua “carriera” anche se all’orizzonte non pare ci possa essere un altro villain “principale” da contrapporre ad Oliver se non forse il mistero legato al Green Arrow che imperversa per le strade di Star City.

Tematicamente l’episodio è accompagnato, neanche troppo velatamente, dall’idea che la reclusione abbia in qualche modo influenzato il modo di vedere la realtà di Oliver/Green Arrow che ora può distinguere anche delle zone di grigio in un mondo fino ad allora diviso fra bianco e nero. Una interessante digressione che meriterebbe sicuramente un approfondimento.

Ad un solo episodio di distanza dal crossover Elseworlds quello che ci si aspetta è vedere in quale direzione Arrow si muoverà ora che è stata “privata” del suo filone narrativo più stimolante.

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