Crying Freeman Vol. 1 | Recensione

Pubblicato il 25 Novembre 2018 alle 12:00

Torna uno dei manga più apprezzati in Italia in una nuova edizione firmata J-POP!

L’opera di Kazuo Koike (storia) e Ryoichi Ikegami (disegni) è infatti una delle più pubblicate nel nostro Paese, avendo avuto la sua prima edizione già agli albori del mercato manga in Italia, grazie alla storica casa editrice Granata Press.

Per chi non conoscesse la storia , il protagonista del manga è Yo Hinomura, un vasaio giapponese che viene in possesso di un filmato che mostra un assassinio compiuto da una potente cosca mafiosa cinese. Uomo fondamentalmente onesto, non accetta di restituire il filmato, e viene ipnotizzato, poi addestrato a compiere omicidi ed il suo corpo viene infine tatuato con dei draghi. In seguito a ciò assume il nome di “Crying Freeman” dato che piange dopo ogni uccisione, desiderando tornare alla sua vita comune. Durante uno dei suoi omicidi, viene visto da Emu Hino, la quale, sapendo che dovrà morire per averlo visto, dipinge il ritratto dell’assassino ed attende che venga a prenderla, chiedendo però al killer di farle perdere la verginità prima di ucciderla. Freeman esaudisce il suo desiderio, ma scopre poi di non riuscire ad ucciderla e i due finiscono per formare una vera coppia…

L’inizio è in effetti un po’ improbabile nei presupposti, in quanto al lettore si chiede una sospensione della incredulità non da poco, soprattutto nei riguardi della figura di Emu: la ragazza sapendo di morire decide di chiedere al suo assassino di fare sesso con lei per perdere la verginità; diciamo che la cosa è un po’ inverosimile, ecco, anche se tragicamente romantica.

Anche i dialoghi in alcuni casi si dimostrano acerbi, vedasi a questo riguardo il rapporto che Shudo Shimazaki fa nella sede della polizia ad un meeting per presentare la cosca di cui fa parte Freeman, con frasi a tratti iperboliche e un po’ ingenue.

Per fortuna, esauriti i presupposti su cui la storia si basa, la trama comincia a scorrere con un ritmo crescente e che mostra una solidità ed un progetto coeso (d’altra parte dall’autore di Lone Wolf and Cub non ci si dovrebbe aspettare nulla di meno).

Riguardo ai personaggi, il protagonista dimostra una certa personalità fin da subito, che lo fa diventare un personaggio a tutto tondo, con un background interessante e che lo rende ancora più affascinante e misterioso; Emu invece in questo primo volume, almeno all’inizio, sembra una marionetta travolta dal torrente della storia, che all’inizio sembra non avere uno scopo preciso; per fortuna nel corso delle pagine dimostrerà anche di avere un carattere forte e di essere una compagna ideale per il Freeman.

Ma Crying Freeman non sarebbe così famoso se non fosse (per le scene di sesso e) per il tratto di Ryoichi Ikegami, che con il suo disegno realistico regala ai personaggi una fisicità  ed un senso di esistenza che aumentano notevolmente il grado di coinvolgimento del lettore nelle avventure del celebre killer.

Qui Ikegami dimostra anche una certa immaturità in alcuni punti, ma tutto ciò non inficia certamente il valore artistico generale dell’opera, che del resto lo ha consacrato come uno dei mangaka più noti a livello internazionale. Anche se ovviamente opere come Sanctuary sono da considerarsi esempi migliori per apprezzarne il tratto.

In sintesi un manga consigliato certamente, ma che alcune volte viene a mio parere sopravvalutato rispetto ad altre opere degli stessi autori, che meriterebbero maggiore considerazione. Forse è invecchiato un po’ male.

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