GrizzlyShark di Ryan Ottley | Recensione

Pubblicato il 26 Novembre 2018 alle 11:00

Un fumetto horror/umoristico totalmente schizzato e che omaggia un certo cinema di serie B anni settanta e ottanta.

Se cercate un fumetto totalmente folle, nel quale una serie di idee e personaggi bizzarri si alternano a scene splatter e nelle quali il sangue scorre a fiumi GrizzlyShark è il titolo che fa per voi.

Ryan Ottley è un artista di Image Comics, conosciuto per aver disegnato la serie Invincible, che anni fa, durante una fiera del fumetto, pensò assieme al disegnatore Jason Howard (che ha lavorato a Super Dinosaur e Wolf-Man), di creare per un 24 Hours Comics Day (una giornata nella quale nel giro di ventiquattro ore si crea un intero fumetto) una storia che raccontasse di squali che si aggirano tra i boschi e di orsi che dominano i mari.

Un’idea assurda che però fece grande successo una volta proposta in fiera, e che rimase così tanto nella mente di Ottley da portarlo da solo a realizzare ben quattro numeri di questa mini serie.

L’idea di partenza è proprio questa: gli squali si aggirano tra i cespugli e gli alberi dei boschi, perseguitando i villeggianti. Donnie è un ragazzo che verrà attaccato da uno squalo e che si ritroverà ad essere divorato per metà,  riuscendo però a sopravvivere. Sarà così che assieme allo stupido omone Jonbob, ed alla dottoressa Lorraine, cercherà di ripulire i boschi dagli squali.

GrizzlyShark è una storia piena di scene splatter, e con vari momenti no-sense. Coloro che amano il cinema di serie B s’innamoreranno di questo fumetto. Ma piuttosto che avvicinarsi a pellicole recenti che cercano volutamente il trash (come ad esempio Sharnkado), GrizzlyShark omaggia tutte quelle pellicole di serie B anni Settanta e Ottanta che avevano tutt’altra qualità registica e creativa: parliamo di film come Basket Case e Killer Clowns from Outer Space.

Le atmosfere horror in GrizzlyShark si riempiono di una venatura umoristica che era proprio alla base di questi B-Movie, che sapevano inserire allo stesso tempo personaggi intriganti, scene che riuscivano ad imporsi nella mente dello spettatore per la loro qualità creativa, e che non dimenticavano un certo spirito citazionista che è prerogativa di base anche di questo fumetto.

Ryan Ottley riesce quindi a raccontare una vera e propria storia che ha dei protagonisti (anche se totalmente fuori dall’ordinario), creando un filone narrativo con un inizio, una fase d’interlocuzione, ed un finale scoppiettante.

Lo stile di Ottley è cartoonesco e grezzo, e si addice perfettamente alle atmosfere horror-umoristiche di GrizzlyShark (ben coadiuvato dai colori vivaci di Ivan Plascencia). Oltre ad una serie di situazioni visive veramente divertenti, che utilizzano lo splatter e degli scambi di battute per creare umorismo, Ottley è molto bravo ad arrivare al gran finale con la battaglia più attesa: quella tra lo squalo e l’orso Grizzly.

Sarà proprio in questo gran finale che il disegnatore-narratore darà il meglio di sé, mantenendo sempre alto quell’umorismo che pervade ogni singola pagina, portando però il fumetto a chiudersi un po’ in sordina.

Gli amanti di storie particolari, alternative, e totalmente folli, adoreranno GrizzlyShark, una storia unica nel panorama del fumetto internazionale, e che solo una casa editrice alla ricerca dell’originalità assoluta come la Image Comics poteva lanciare.

GrizzlyShark è la storia ideale per tutti coloro che amano autori alternativi dall’originalità spiccata come Brian Yuzna, Stuart Gordon, Tod Browning, la Troma ed Ed Wood. Perché l’essenza di questo fumetto ricollega al senso più intimo del fantasticare, quello più fanciullesco e puro, e quindi più autentico.

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