Il ritorno del robottino Volt: intervista a Stefano “The Sparker” Conte | Lucca Comics and Games 2018
Pubblicato il 20 Novembre 2018 alle 17:30
Volt – Che vita di mecha! sta per tornare in edicola con la Dark Mother!
Sei volumi per una divertente introspettiva sui nerd e sul mondo delle fumetterie: questa potrebbe essere una descrizione sommaria della serie Volt – Che vita di mecha, scritta e disegnata da Stefano “The Sparker” Conte e pubblicata da saldaPress.
Una definizione comunque troppo riduttiva per i volumi che mettono a confronto vecchi e nuovi nerd, che narrano la disperazione di un fumettaro e la vita di un fumettista in erba. Dopo un’infarinatura generale dei personaggi nella prima stagione, sta per arrivare la seconda stagione, presentata in anteprima a Lucca Comics and Games 2018 – la nostra recensione in anteprima del primo numero la trovate QUI.
Abbiamo fatto qualche domanda all’autore su quello che ci dovremo aspettare nella nuova stagione.
MF: Ciao Stefano! L’ultima volta ci siamo visti all’ARFestival e abbiamo parlato della chiusura della prima stagione di Volt- Che vita di mecha. Dopo circa sei mesi sei tornato con l’anteprima della seconda stagione della serie. Cosa puoi anticiparci?
SC: La seconda stagione di Volt inizia a mettere insieme tutti i pezzi che sono stati presentati nella prima stagione. Sarà la naturale evoluzione delle situazioni presentate. È una stagione a cui tengo molto perché c’è stata anche un po’ di attesa tra l’una e l’altra e non vedevo l’ora che ripartisse!
MF: Nella prima stagione, oltre alla presentazione dei personaggi, la narrazione si svolgeva su due livelli: gag che si autoconcludevano nell’albo e una linea narrativa di sottofondo. In questa nuova stagione troveremo la stessa narrazione oppure sarà diversa?
SC: Lo scopo è sempre quello di riuscire a creare in 6 numeri un arco in cui ogni numero riesce ad avere una storia autoconclusiva e dove riesco a raccontare una macro-storia con tutti i numeri in sequenza. Da un lato è un po’ come se fosse un ostacolo in più, perché ci sono tre storie da raccontare (quella dell’albo, quella dell’arco e quella della serie completa), però questi livelli narrativi sono anche la sua forza perché, come in una serie tv, si crea uno scorrere degli eventi molto stimolante.
MF: Oltre Volt, i personaggi più forti sono la Madre e il dinosauro, che sarebbe il “villain” della serie. A quale di questi sei più affezionato?
SC: Entrambi sono due personaggi che saranno fondamentali, ma la Dark Mother sarà quella più incisiva all’interno della storia. Ma in realtà io sono affezionatissimo a tutti i personaggi, anche quelli dietro alle quinte, perché hanno tutti qualcosa da raccontare. Prima o poi riuscirò ad approfondire le storie di tutti!
MF: A me piace molto l’uomo-pera…
SC: Allora non perderti il secondo albo, ci saranno molti momenti in cui sarà protagonista!
MF: Con che cadenza troveremo Volt in edicola?
SC: Sarà bimestrale e il primo numero uscirà a gennaio 2019.
MF: Fino a poco tempo fa lavoravi in una fumetteria. Come ci si sente adesso a narrare dei fatti che succedono nella fumetteria essendo dall’altra parte?
SC: Se finora mi sono occupato di cercare di vendere i fumetti altrui, ora lascio ai miei colleghi la “patata bollente” di vendere i miei! (ride)
MF: Dato che hai lavorato come “uomo-fumetto”, che opinione hai del mercato del fumetto italiano, sia come utente che come rivenditore?
SC: Da quello che ho visto, l’interesse c’è per i fumetti, nonostante si parli di crisi del fumetto da anni: però sta mutando, soprattutto il medium. Se una volta l’edicola era il punto focale dove andare a comprarli, poi si è spostato nelle fumetterie e ora anche nelle librerie e su internet. C’è una mutazione che non riusciamo a capire bene. Il fumetto come modo di esprimersi è molto attuale, funziona sempre benissimo e la gente ha sempre interesse verso i fumetti. Io sono incoraggiato da questo! Se poi cambierà ulteriormente il modo di fruire i fumetti, cambieremo ancora il modo di farli! Il linguaggio del fumetto è una cosa necessaria.
MF: Ultimo giorno del Lucca Comics & Games. Com’è andata questa tua esperienza in saldaPress?
SC: Benissimo! Ogni volta è come se fossi in famiglia. Ho un rapporto stupendo con tutti i ragazzi dello staff, con Andrea e Marco che sono i pilastri della saldaPress, tutti i ragazzi dello staff e i lettori che ho incontrato alle fiere precedenti. Questi poi hanno portato altri lettori e altri amici a cui hanno consigliato Volt, e io ne sono sempre entusiasta. Sono arrivati addirittura dei bambini che mi hanno portato delle loro dediche disegnate! Vuol dire che Volt riesce a colpire nell’immaginario dei piccoli lettori e di quelli della mia generazione… è bellissimo e ogni volta che succede è come se fosse la prima!