Black Lightning 2×05 – The Book of Blood, Chapter One: Requiem | Recensione
Pubblicato il 17 Novembre 2018 alle 20:00
Mentre Tobias Whale continua ad orchestrare le sue macchinazioni, Black Lightning perde un fondamentale alleato.
Avevamo lasciato Black Lightning con una importante svolta: Tobias Whale, con un abile mossa giuridica, era stato completamente scagionato da tutte le accuse ritornando di fatto un uomo nuovo sulla scena di Freeland – la nostra recensione dell’episodio QUI.
L’episodio di questa settimana, intitolato The Book of Blood, Chapter One: Requiem, si apre in maniera drammatica: Gambi viene attaccato mentre era in auto e ucciso. La notizia ovviamente getta nello sconforto Jefferson e la sua famiglia.
Jennifer, ancora in difficoltà nel controllare i suoi poteri, è sempre chiusa in casa riprendendo i contatti con Khalil in maniera clandestina, Anyssa invece cerca conforto nella braccia della sua vecchia fiamma Grace e una discussione fra le due fa emergere un preoccupante disturbo proprio in Grace…
Lynn intanto lavora alacremente per salvare i soggetti ancora in stasi ma quando sembra aver trovato una cura, grazie ad una imbeccata dalla Dott.sa Jace, il risultato sarà meno positivo di quello sperato.
Whale inizia ad allungare – con corruzione ed intimidazioni – le sue mani su Freeland mantenendo la facciata di cittadino ormai riabilitato, Jefferson, dopo aver elaborato il lutto, decide, rivestiti i panni di Black Lightning, di iniziare ad indagare sull’omicidio di Gambi iniziando a sospettare che dietro possa esserci il governo.
Anyssa, che ha iniziato a lavorare alla clinica che ha contribuito a salvare con le sue azioni in incognito, si mette sulle tracce di una sua paziente dopo che il marito si era presentato in fin di vita alla clinica perdendo quello che aveva l’aria di essere mercurio dalle ferite.
The Book of Blood, Chapter One: Requiem vorrebbe essere, nei contenuti, un episodio di svolta ma, nella forma, è forse l’episodio più debole di questa seconda stagione.
Al di là degli avvenimenti che coinvolgono una serie di personaggi secondari – Gambi uno su tutti ma anche Grace – showrunner e sceneggiatori puntano tutto sul lato più emozionale dei personaggi con risultati tutt’altro che incisivi.
Diciamo che questo quinto episodio recupera alcuni “brutti” stilemi dell’Arrowverse, soprattutto di The Flash, e sperimenta cercando di innestarli nel background simil-realistico che la serie da sempre ha cercato di coltivare.
La regia ovviamente non può fare altro che accompagnare la scelta cercando, senza troppo successo, di mantenere un ritmo che mantenga alta l’attenzione dello spettatore ma la prima metà dell’episodio scorre piatta e l’episodio carbura solo nel finale senza neanche troppa convinzione.
Da segnalare però il buon dialogo fra Anyssa e Grace, sotto-trama che forse sta maturando nella giusta direzione sperando che showrunner e sceneggiatori non la “dimentichino” come per quella della sorella Jennifer diventata quasi parodistica.
In definitiva The Book of Blood, Chapter One: Requiem fallisce nel suo intento di essere un episodio di svolta perché le trame rimangono ancora impantanate in un immobilismo mai così stucchevole, la serie inoltre sembra aver dimenticato quanto sia fondamentale mantenere quella connessione con temi socio-politici che in parecchi episodi hanno rappresentato la vera marcia in più.
Pur avvicinandosi a grandi passi verso il giro di boa della seconda stagione, Black Lightning sembra navigare a vista perennemente afflitta dalle solite debolezze.