Arrow 7×05 – The Demon | Recensione
Pubblicato il 13 Novembre 2018 alle 15:00
Mentre Oliver si addentra sempre di più nel Secondo Livello, Felicity apprende l’esistenza del livello segreto del carcere.
Nell’episodio della scorsa settimana di Arrow – la nostra recensione QUI – avevamo visto Oliver iniziare la discesa nel Secondo Livello dello Slabside, il carcere di massima sicurezza dove è rinchiuso, alla ricerca del misterioso contatto con Diaz. All’esterno invece Felicity ha colto la palla la balzo e, dopo aver catturato Silencer, uno dei membri dei letali Longbow Hunters al soldo di Diaz, le ha impiantato un localizzatore GPS nella speranza di rintracciare la posizione proprio del villain.
Dopo le vessazioni psicologiche del precedente episodio, in quello di questa settimana intitolato The Demon, Oliver inizia a comprendere che anche nel Secondo Livello ci sarà un prezzo fisico da pagare oltre che a dover rispettare una ferrea disciplina. La prima notte in cella inoltre riceverà una inaspettata visita che cercherà di distrarlo dall’obbiettivo principale e anzi proponendoli addirittura l’evasione!
Oliver quindi sfrutterà l’improbabile alleata per capire quali sono le reali attività che il misterioso Dottor Parker svolge con i detenuti del Secondo Livello.
Felicity intanto apprende che ad Oliver è stato revocato il permesso di ricevere visite e di fatto anche dell’esistenza del Secondo Livello, iniziando così ad indagare scoprendo le attività illecite proprio del Dott. Parker.
Curtis e Diggle invece seguono la pista che li aveva portati in Svizzera qualche episodio fa e che li ha condotti ad un traffico di armi chimiche; fra i due però si scatenerà una improvvisa tensione causata dalla volontà di Curtis di non scendere in campo in prima persona e di appendere definitivamente al chiodo il costume di Mr Terrific.
A dispetto di un titolo assolutamente fuorviante e di una prima parte estremamente farraginosa, The Demon è un altro solidissimo episodio di questa, finora ottima, settima stagione di Arrow.
Il plot è effettivamente un po’ convulso con tre filoni narrativi che si muovono paralleli, e con ritmi diversi spesso contrastanti, trovando effettivo compimenti solo nella seconda metà dell’episodio. Perno oramai inamovibile rimane la permanenza di Oliver in carcere: questa settimana, pur facendo una piccola deviazione dalla trama principale, la serie riesce a “camuffare” molto bene una fase di costruzione ancora in atto coinvolgendo vecchi personaggi sia durante che nel finale dell’episodio.
Se il filone narrativo di Oliver regge sempre benissimo, quello di Felicity è puramente di supporto questa settimana mentre quello con protagonisti Curtis e Diggle risulta un po’ fumoso per tutto il suo svolgimento pur mostrando qualche possibile collegamento con la trama principale nella sua risoluzione.
L’epilogo dell’episodio poi risulta meno scontato delle premesse da cui era partito dimostrando come showrunner e sceneggiatori abbiamo imparato a non “correre” nello sviluppo delle trame ed anzi a sfruttarle per rendere godibili anche episodi “di passaggio” come questi.
Dove non arriva la sceneggiatura questa settimana sopperisce una regia che compie davvero grossi sforzi nella prima metà dell’episodio per poi esplodere nella seconda metà con due scene d’azione discretamente coreografate e ottimamente girate grazie a movimenti di camera molto dinamici in cui risulta evidente l’influenza del Watchmen di Zack Snyder.
Arrow continua a macinare episodi convincenti anche perché sta riuscendo a valorizzare i suoi punti di forza affidandosi ad un prova credibilissima di uno Stephen Amell che mai come in questa stagione sta incarnando uno dei temi più interessanti del supereroismo ovvero la separazione fra maschera e alter-ego.