La Grande Guerra Vol. 2 – 14-18: Armistizio – Historica Vol. 73 | Recensione

Pubblicato il 28 Novembre 2018 alle 11:00

Si conclude il grande affresco narrativo de La Grande Guerra, il capolavoro di Eric Corbeyran ed Etienne Le Roux ambientato nel contesto drammatico del primo conflitto mondiale! Non perdete questa nuova, splendida uscita della collana Historica!

Gli autori di fumetti hanno spesso denunciato il tema della guerra, realizzando opere straordinarie con intenti di denuncia. In effetti questa forma espressiva, grazie alla sua immediatezza, è perfetta per la rappresentazione delle brutture e delle tragedie che ogni conflitto purtroppo comporta. Un esempio di ciò è il meraviglioso affresco corale di 14-18, saga ambientata durante i cupi anni della Prima Guerra Mondiale. Con questo volume della collana Historica, Mondadori Comics propone i tre capitoli conclusivi.

A scrivere la sceneggiatura è il bravissimo Corbeyran, già noto per il controverso 9/11, e i disegni sono dell’ottimo Etienne Le Roux. Il livello qualitativo è dunque elevato e la vicenda ha la profondità e la complessità di un romanzo, grazie alla vastità dell’universo narrativo concepito dallo scrittore. Il fumetto è impostato alla stregua, appunto, dei romanzi storici, con vicende di personaggi fittizi situati però in un ambito realistico e storicamente accurato.

Del resto, è più facile comprendere gli avvenimenti storici concentrandosi sulle esistenze della gente comune. Nel caso specifico delle guerre, poi, sono queste ultime a farle, loro malgrado, poiché vittime della follia e dei calcoli dei potenti. Vale anche per i protagonisti di 14-18. Sono otto giovani amici che vivevano una vita non dissimile da quelle dei loro coetanei. Ma tutto è cambiato quando la Francia è entrata in guerra e i ragazzi sono stati costretti ad arruolarsi.

Hanno perciò abbandonato i loro affetti, si sono spostati verso la frontiera e hanno combatttuto contro i tedeschi, rischiando di perdere la vita in qualsiasi istante. Hanno altresì sperimentato l’incubo dei bombardamenti, visto morire i commilitoni, osservervando corpi smembrati e mutilati; in poche parole, sono precipitati nel ‘cuore di tenebra’, per usare un’espressione conradiana, scaturito dalle peggiori pulsioni dell’animo umano. E va da sé che le terribili esperienze li segneranno per sempre, e muteranno i loro rapporti.

In questo volume l’autore si concentra sui superstiti (non tutti i protagonisti torneranno a casa) e, da un certo punto di vista, evidenzia orrori persino più estremi di quelli dei primi capitoli. Uno di essi, per esempio, è la droga. Anche se la questione non è stata affrontata da tutti gli storici, bisogna specificare che già durante la Prima Guerra Mondiale molti soldati usavano droghe per cercare di affrontare meglio l’incubo del conflitto. Corbeyran, inoltre, denuncia in maniera netta la guerra e, in particolare, la follia dei potenti che si rendono responsabili della morte di tante persone comuni.

Ogni soldato e ogni individuo, di qualunque nazionalità, purtroppo subisce dolorose perdite, provocate da concetti di onore e coraggio ai quali Corbeyran destina tutto il suo disprezzo, specialmente nelle pagine conclusive del volume in cui attacca con violenza la retorica del patriottismo. Un elemento importante della trama è poi rappresentato dai disegni di uno dei soldati che raffigurano le brutture che ha sperimentato, testimonianze grafiche di una realtà indicibile trascurata dalla propaganda.

I testi sono intensi e i dialoghi hanno un’espressività notevole, tanto che sarebbero perfetti per un film e forniscono molti spunti di riflessione. La struttura del plot è inventiva e la narrazione non ha una precisa linearità cronologica. L’inizio di ogni capitolo, infatti, è situato nel periodo successivo al 1918, in un momento in cui dunque la guerra si è ormai conclusa. Con tale escamotage, Corbeyran introduce però informazioni che verranno poi spiegate e analizzate procedendo a ritroso, in una specie di flashback. L’autore perciò crea parecchia suspense e stimola il desiderio del lettore di saperne di più.

Il volume si segnala pure per gli splendidi disegni di Etienne Le Roux che ha un tratto naturalistico, appropriato per il tipo di storia raccontata, e dimostra un’attenzione maniacale nei confronti dei particolari. I personaggi hanno a volte una vaga allure grottesca che richiama vagamente lo stile di Hergé, in maniera personale. Le divise, le armi, le trincee piene di fango, i campi di battaglia insanguinati, l’architettura parigina e i paesaggi bucolici dei villaggi dell’entroterra francese sono raffigurati con una cura e un’eleganza incredibili. Le Roux riesce a esprimere i proteiformi sentimenti dei protagonisti insistendo sulle espressioni facciali e sugli sguardi, spesso ricorrendo a un lay-out creativo. Insomma, anche stavolta Historica propone l’ennesimo gioiello. Da non perdere.

 

 

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