Doctor Strange – Cos’è che ti Disturba, Stephen? | Recensione

Pubblicato il 14 Novembre 2018 alle 11:00

Panini Comics propone le storie del Dr. Strange illustrate da un maestro indiscusso dei comics: P. Craig Russell! Si tratta di un volume ideale per comprendere l’evoluzione artistica di un autore entrato nella leggenda del fumetto internazionale!

Quando si parla di P. Craig Russell è riduttivo definirlo disegnatore. Abbiamo, infatti, a che fare con un illustratore nel senso più nobile della definizione, un artista che ha espresso il suo talento disegnando non solo comics ma opere letterarie come American Gods di Neil Gaiman e adattando il celebre Anello dei Nibelunghi di Richard Wagner.

Il suo stile rivela influssi del liberty, dell’art nouveau e dell’estetica fin-de-siècle e preraffeallita e non mancano nemmeno i rimandi all’arte classica. In pratica, P. Craig Russell è anomalo nell’ambito dei comics statunitensi ed è stata proprio la sua peculiarità a farlo conoscere e apprezzare al di fuori dell’ambito relativamente ristretto dei fumetti.

I suoi primi lavori furono realizzati per la Marvel e in diverse occasioni si è occupato del Dr. Strange, personaggio a lui congeniale. Questo volume Panini Comics propone alcune storie del Mago Supremo realizzate in periodi diversi, con sceneggiature firmate da scrittori di tutto rispetto, che offrono al lettore la possibilità di comprendere l’evoluzione artistica di Russell. Si apre con una graphic novel che alla sua uscita ottenne il plauso del pubblico e della critica: What Is It That Disturbs You, Stephen?

Fu pubblicata nel 1997 ed è un’operazione particolare. Nello specifico, è il rifacimento del primissimo lavoro che Russell fece per la Casa delle Idee. In origine la storia doveva semplicemente essere ristampata ma l’artista, riesaminandola, provò l’impulso di ridisegnarla, allo scopo di eliminare le ingenuità grafiche del periodo giovanile. A un certo punto, però, la Marvel decise di farla riscrivere, dando l’incarico al bravo Mark Andreyko che approfondì numerosi dettagli della story-line originale, modificando a sua volta qualcosa.

Il risultato è eccellente. Strange, alla ricerca del fido Wong che è stato rapito, giunge in un regno desolato dominato dalla perfida maga Electra. La donna, tra le altre cose, ha bisogno di un compagno e cerca di costringere Stephen a ricoprire tale ruolo. Ma la situazione non è come appare e presto lo stregone si troverà implicato in un’antica vicenda di amore e morte che coinvolge pure la bella sorella di Electra e una creatura alata.

Con questo lavoro Russell propone tavole spettacolari, impreziosite da una raffinatezza e un’eleganza senza pari, e rivela pure stavolta le suggestioni liberty che fanno ormai da tempo parte del suo stile. Le figure sono leggiadre, eteree, evanescenti, e un occhio di riguardo Russell lo dedica alle complicate architetture e ai paesaggi fiabeschi che fanno da sfondo alla vicenda. Le pagine sono, inoltre, formate da inquadrature minuscole alternate ad altre di grandi dimensioni che insieme compongono intriganti puzzle visivi. I colori intensi e vividi di Lovern Kindziersky, quasi psichedelici, rendono poi ulteriormente suggestiva la graphic novel.

Nel volume sono inoltre presenti i nn. 7-8 di Marvel Premiere del 1973, collana che all’epoca ospitava le avventure di Strange. Il primo episodio costituisce l’esordio di Russell e, come avrete modo di notare, il tratto è più convenzionale, anche perché smorzato dalle chine di Mike Esposito, Frank Giacoia e Dave Hunt. Tuttavia, Russell dimostra già il suo talento e l’accuratezza dei dettagli è comunque di buon livello. Il secondo episodio è invece disegnato dal grande Jim Starlin di Captain Marvel e Warlock, già avviato verso lo stile psichedelico e visionario che lo renderà celebre.

I testi sono di Gardner F. Fox, nome storico della DC che, però, fece qualcosa pure per la Marvel. L’autore colloca gli episodi nell’ambito dell’acclamata saga di Shuma-Gorath e utilizza alcune idee tratte dai racconti horror di Robert E. Howard, scrivendo testi e dialoghi piacevolmente ispirati alla ridondanza e alla retorica di Lovecraft.

Il volume si chiude con Doctor Strange Annual n. 1, uscito nel 1976, scritto da un altro pilastro dei comics a stelle e strisce: Marv Wolfman. In pratica, è la storia che in seguito Russell ridisegnerà. La vicenda è pressoché simile e i disegni dell’artista sono già influenzati dal liberty. Tuttavia, persistono i legami con il classico Marvel style. Rappresentano quindi il momento in cui Russell incominciava a liberarsi delle consuete convenzioni visive per pervenire a un’impostazione grafica più personale.

Insomma, il volume è pregevole proprio perché propone storie di grande qualità, imperdibili per i fan del Dottor Strange, per gli estimatori dell’horror e del fantasy e per coloro che apprezzano quell’Artista con la maiuscola che risponde al nome di P. Craig Russell.

 

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