Filippo il Bello – Historica Biografie Vol. 19 | Recensione

Pubblicato il 27 Novembre 2018 alle 11:00

Mondadori Comics porta in Italia il primo in ordine cronologico dei volumi francesi della collana Ils ont fait l’Histoire.

Abbastanza inaspettatamente a dire il vero, dato che la figura di Filippo il Bello non è molto conosciuta da noi, se non per le vicende (spesso romanzate) dei Templari e per il celebre episodio dello Schiaffo di Anagni. Ma in Francia la situazione è ovviamente ben diversa, in quanto Filippo IV è stato un grande accentratore ed ha speso tutte le sue energie durante il suo regno per far sì che la monarchia si reggesse su un sistema burocratico che garantisse la continuità  regale. Possiamo dire che portò a compimento l’opera iniziata da suo nonno, Luigi IX, detto il Santo, anch’egli protagonista di un volume, l’ottavo della collana originale, che però difficilmente vedremo in Italia (ma d’altra parte lo pensavo anche di Filippo, quindi mai dire mai).

E questa ispirazione, che ha guidato tutto il suo governo, è anche in un certo senso il filo conduttore di questo volume, scritto da Mathieu Gabella, un autore abituato a maneggiare la storia (ma lo si vede anche nel Conan di Glénat) e che anche in precedneti opere della collana ha dimostrato la sua abilità  (forse un poco meno in Roberpsierre).

Il volume ripercorre la vita del re dall’infanzia, quando viene chiamato alla successione per la morte del fratello maggiore, e ripercorre l’esistenza di questo sovrano passato alla storia come schivo, “una statua” avrebbero detto i suoi contemporanei.

Ovviamente in 56 pagine è difficile condensare una vita piena come è stata quella di Filippo e ci si concentra sugli episodi principali, anche se le scelte fatte non sono esenti da alcune critiche. A favore del volume è tuttavia da dire che lo stacco tra i vari episodi non è troppo “traumatico”, conservando una certa logica nel susseguirsi degli eventi.

La parte preponderante è dedicata allo scontro con la Chiesa e alla volontà di Filippo di non dover subire le decisioni del Papa, scindendo il potere politico da quello spirituale e proclamandosi unico vicario di Cristo in Francia; possiamo dire che con Filippo comincia effettivamente quello che verrà poi conosciuto come Gallicanesimo.

Tra gli episodi trattati solo con accenni abbiamo invece la soppressione dell’Ordine dei Templari per la volontà di Filippo di non resitutire quanto prestatogli dall’Ordine e, già che c’era, rimpinguare le casse dello Stato.

Il disegno di Chistophe Regnault dedica molta attenzione alle caratteristiche fisiche dei personaggi (grazie al tratto deciso e pulito) e spesso è ricco di riferimenti simbolici. Molto suggestive anche le scene di battaglia, in cui la dinamicità non diviene mai confusa. A differenza di quanto visto in Robespierre, poi, la tavola non viene sacrificata alla parola. Buono l’uso del colore.

Per una volta commentiamo anche la copertina, che dice tutto del volume e del personaggio: Filippo si trova accostato ad un rosone (forse quello della cattedrale di Reims), a testimonianza della lotta che lo ha caratterizzato per una vita intera.

Il volume, dunque, anche se omette di dare una visione totale della vita di Filippo il Bello, riesce comunque a colpire il bersagio, con un fumetto che riesce a comunicare il carattere e la ferrea volontà del re di creare uno stato forte ed organizzato, ma sopratuttto che veda al vertice solo il sovrano.

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