Riverdale 3×04 – The Midnight Club | Recensione

Pubblicato il 8 Novembre 2018 alle 17:00

Cosa si cela veramente dietro il gioco di ruolo G&G? Perché gli adulti di Riverdale ne sono ossessionati? Facciamo un salto nel loro passato con un episodio “tematico” molto, molto particolare…

Avevamo lasciato Riverdale due settimane fa con un episodio che si era concentrato tutto su Jughead e Betty – la nostra recensione QUI. I due ragazzi avevano portato avanti caparbiamente la loro indagine sul suicidio dei due compagni di scuola e sul misterioso gioco di ruolo G&G riuscendo, faticosamente, ad ottenerne il manuale delle regole ma proprio quando sembravano essere ad una svolta erano intervenuti i loro genitori a bloccare tutto, mortalmente spaventati dal gioco e apparentemente con più di un segreto da nascondere.

Intanto Archie era entrato nella ristretta cerchia di detenuti che alimenta il passatempo del direttore del riformatorio: un brutale fight club clandestino. Veronica aveva dovuto difendersi da un nuovo attacco del padre legato all’apertura del suo nuovo locale.

L’episodio di questa settimana intitolato The Midnight Club riprende proprio dall’indagine sul gioco: Betty scopre che già in passato c’era stato a Riverdale una morte sospetta avvenuta con modalità simili a quelle legate a G&G. La ragazza mette quindi alle strette la madre affinché le racconti perché gli adulti temono e sono ossessionati dal gioco… parte così una lunga sequenza flashback che vede i protagonisti tornare ad un imprecisato momento degli anni ’80 interpretando i loro genitori.

Quello che era iniziato come un sabato in punizione si era trasformato in una serie di incontri fissi fra un gruppo di reietti diventati amici e l’innocente gioco da passatempo si era improvvisamente trasformato in una perversa sequenza di eventi che aveva portato alla scomparsa del preside di allora.

Con The Midnight Club, Riverdale ritorna a fare quello che sa fare meglio per forma e contenuto.

Con questo episodio tematico, showrunner e sceneggiatori pagano dazio ad un dei grandi cult degli anni ’80 – Breakfast Club – permettendo ai giovani protagonisti di sfoggiare le loro camaleontiche abilità attoriali supportati da una regia puntuale e davvero ben ritmata in cui fa la parte del leone anche una colonna sonora stupenda – aspetto forse un po’ trascurato nei primi episodi di questa terza stagione.

Tuttavia l’episodio di questa settimana non è un semplice diversivo, come accaduto in passato, ma anzi serve a riportare la serie al suo fulcro narrativo originario: il murder mystery.

Già negli episodi precedenti era sembrato subito palese che la sotto-trama con protagonisti Jughead e Betty avrebbe ruotato intorno all’omicidio dei due compagni di classe, omicidio che grazie a questo episodio flashback assume connotati che danno profondità al mistero che lo circonda.

Come facilmente intuibile The Midnight Club ha come assoluti protagonisti Jug e Betty tralasciando del tutto le altre sotto-trame, “male” necessario per un episodio che per quanto possa sembrare di passaggio in realtà serve a donare sostanza ad un trama a tratti eccessivamente derivativa.

Se uno dei difetti evidenziati la scorsa stagione era legato alla eccessiva decompressione causata dal numero degli episodio, un episodio tematico come quello di questa settimana serve senz’altro a riportare Riverdale su binari interessanti grazie a piccoli ma inusuali stratagemmi narrativi che non possono non attirare l’attenzione anche dello spettatore più distratto.

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