Cinzia di Leo Ortolani | Recensione
Pubblicato il 8 Novembre 2018 alle 15:00
La transessuale nata sulle pagine di Rat-Man ora ha una storia tutta sua.
Lungo, come quel qualcosa di ingombrante che è tra le gambe del trans preferito dagli italiani lettori di fumetti. Così com’è lungo è anche duro, uno schiaffo in faccia ai moralisti, ai benpensanti, a tutti i fascisti del pensiero che credevano che Leo Ortolani non sarebbe riuscito a concludere un graphic novel.
Nah, si scherza: tutti sanno che Leo è imbattibile e lo ha dimostrato più volte con la sua serie sul piccolo Rat-Man, all’interno della quale ha partorito quel gran pezzo della Cinzia, il mitico transessuale innamorato del supereroe dalle orecchie tonde. Dai capelli biondi e fluenti agli eleganti e vistosi abiti, Cinzia è sempre stato un personaggio secondario, a cui sono stati dedicati alcuni sporadici momenti da comparsa all’interno della serie.
Lei però ora non ci sta: Rat-Man sarà anche finito, ma lei ancora non ha smesso di esistere imprigionata nelle pagine di una serie che non continuerà mai più, e vuole bucare a tutti i costi il foglio per uscire e raccontare di sé, di quella che è la sua quotidiana ricerca di un lavoro in una società che ancora storce il naso alla vista dell’ “altro”.
Con Bao Publishing arriva una lunga storia che presenta Cinzia innamorata di un uomo, disposta ad affrontare se stess* pur di ottenere ciò che più desidera, camminando tra le 240 pagine del romanzo grafico con stile, eleganza e anche con una perfetta colonna sonora cantata da Aretha Franklin. Tra incredibili colpi di scena e momenti musical, Cinzia vive la sua storia personale combattendo contro il bigottismo, insieme agli amici di sempre che la supportano nella sua coraggiosissima scelta; il tutto è corredato da una elegantissima cover che ricorda vagamente le riviste di moda francesi, come “Elle”.
Ortolani ha trovato la sua comoda poltrona artistica: il romanzo grafico è decisamente un formato in cui sta bene.
Le tempistiche narrative, la dilatazione di un momento narrativo in più vignette uguali che differiscono per un piccolo, decisivo dettaglio, ingigantiscono l’autore ancora di più di quanto non lo sia stato nel corso degli anni. L’incrocio tra il riso umoristico, quello sguaiato e quello amaro si interrompono in vari punti del volume, corrispondenti a dei grossi (oh! oh! oh!) colpi di scena. Non c’è più nessuna traccia di Rat-Man nel nuovo racconto di Leo, proprio perché di lui non ce ne sarebbe stato affatto bisogno. Se ci fosse stato, sarebbe risultato ridondante, forzato, destinato ad appendersi a una storia che non c’è più. Invece qui Ortolani ha impastato per bene un argomento costantemente sulla bocca di tutti (la differenza di genere) trasformandolo in una storia che tutti noi abbiamo già vissuto, che già conosciamo e che fa eccitare e ci fa scendere una lacrima ogni qual volta ci ritorna alla mente.
«Brava, figlia mia! Sorridi! Mostra loro che non ti possono fare del male! Mostra loro cosa significa essere una vera signora!» (da Cinzia)
Ecco, proprio quello. Cinzia dà la carica per osare oltre i propri limiti, per riconoscere se e quando arriva il momento di fare un passo indietro al fine di accettare completamente se stessi, per capire se è il caso di scendere a compromessi o meno per amore. La bionda trans non le manda a dire, forte com’è e capace di affrontare un diluvio universale di giudizi per potersi salvare sull’arca dell’accettazione sociale