Il Rosso e Il Nero – La Grande Letteratura a Fumetti Vol. 25-26 | Recensione
Pubblicato il 8 Novembre 2018 alle 11:00
Mondadori Comics propone in due volumi l’adattamento fumettistico de Il Rosso e Il Nero, il capolavoro di Stendhal! Djian e Toni Fezjula ci narrano le drammatiche vicende del giovane e ambizioso Julien Sorel, con una classe e una profondità innegabili!
Il Rosso e Il Nero è senza ombra di dubbio il capolavoro di Stendhal nonché una delle opere letterarie che meritano un posto di rilievo nell’ambito della narrativa mondiale. Realizzarne un adattamento fumettistico non è affatto facile, considerando la vastità delle vicende, ma il francese Djian, non nuovo a questo tipo di operazioni, è riuscito a svolgere in modo efficace il suo compito.
Il protagonista de Il Rosso e Il Nero è il giovane Julien Sorel, di umili origini, figlio di un falegname che lo disprezza, non approvando il suo interesse nei confronti della lettura. A causa delle sue condizioni sociali, Julien può optare solo per la carriera ecclesiastica e infatti, almeno in principio, lo incontriamo nei panni di un serio e modesto seminarista. Tuttavia, Julien è ambizioso e vorrebbe elevarsi socialmente.
Del resto, è istruito, parla con proprietà di linguaggio, è intelligente ed è proprio per queste ragioni che viene assunto dal signor de Rénal, sindaco della cittadina di Verrières, come precettore dei suoi figli. Malgrado i pregiudizi di classe che il datore di lavoro dimostra nei suoi confronti, Julien riesce a farsi benvolere. A questo punto, il suo atteggiamento cambia. Spinto dall’ambizione e da un carattere calcolatore, seduce la moglie del sindaco, e questo è solo l’inizio di una lunga serie di intrighi e situazioni non sempre edificanti.
Quando in seguito Julien viene mandato via dall’abitazione del sindaco, dopo che questi ha scoperto tutto, diviene comunque segretario dell’influente marchese de La Mole e la bella figlia di costui, Mathilde, presto diventa vittima del suo fascino. Privo di qualsiasi scrupolo, Julien si fa quindi strada nell’alta società, facendo leva sulla sua avvenenza e sul suo modo di fare, ma presto le cose cambieranno e non in meglio.
Djian racconta con maestria la trama complessa e articolata concepita da Stendhal, senza trascurare nulla ed evidenziando il contrasto tra il mondo aristocratico e borghese, compromesso dall’ipocrisia, e quello delle classi umili e diseredate. Ma fa emergere pure l’intrinseca ambiguità morale di Julien, un ragazzo vittima di un sistema classista che cerca di riscattarsi, utilizzando, però, metodi discutibili almeno quanto quelli dei nobili.
Testi e dialoghi sono curati ed efficaci e la sceneggiatura di Djian è solida. Dal punto di vista testuale, quindi, i due volumi sono di notevole qualità. Vale lo stesso per i disegni del bravo Toni Fezjula. Il suo stile è naturalistico e dettagliato, valorizzato da splendidi chiaroscuri che conferiscono concretezza e profondità alle matite. Le vignette sono spesso ricche di particolari, ogni personaggio è ben caratterizzato e la rappresentazione dei paesaggi, delle costruzioni d’epoca, del vestiario, dell’interno della abitazioni è minuziosa.
Nel complesso, questi volumi de La Grande Letteratura a Fumetti sono da considerare tra i migliori finora pubblicati, proprio a causa del valore dei testi e dei disegni. Da provare.