Arrow 7×03 – Crossing Lines | Recensione

Pubblicato il 30 Ottobre 2018 alle 15:00

Mentre Oliver, sempre rinchiuso nello Slab, cerca di capire dove sia Diaz, Felicity inizia ad indagare sui piani del villain e sul coinvolgimento dei Longbow Hunters.

L’episodio della scorsa settimana di Arrow aveva confermato quanto questa settimana stagione fosse partita con il piede giusto grazie a soluzioni narrative inedite ed un rinnovato senso di imprevedibilità unite a una “spruzzata” di influenze fumettistiche che avevano dato smalto alla serie. Con l’introduzione dei Longbow Hunters infatti il sempre troppo generico villain Ricardo Diaz poteva contare ora su un gruppo di nemici temibili e credibili.

Crossing Lines, l’episodio di questa settimana, inizia con Oliver che deve gestire i suoi ex-nemici rinchiusi con lui. Con loro infatti aveva barattato informazioni su Diaz in cambio dell’omicidio di uno dei secondini, Oliver ovviamente aveva trovato un altro modo per sbarazzarsi della guardia riuscendo a convincere i suoi nemici a fornirgli informazioni.

Nello Slab c’è effettivamente un informatore di Diaz, il Demone.

Felicity, dopo gli attacchi subiti da Diaz e la scorribanda con gli Hunters, si propone di aiutare l’FBI ma la sua richiesta viene ovviamente rifiutata. Grazie ad un cimice però Felicity scopre dall’agente Watson che Diaz ha compiuto un attacco cibernetico contro il CDC, l’opportunità perfetta per iniziare ad indagare per conto suo insieme a Renee. Intanto proprio l’agente Watson inizia a chiedere spiegazioni ai suoi capi sul perché gli ultimi avvistamenti di Diaz siano passati inosservati.

Il piano è semplice: permettere a Diaz di entrare nel CDC, probabilmente alla ricerca di qualche agente patogeno, e bloccarlo lì con le mani nel sacco ma ovviamente a fare interferenza ci saranno gli Hunters.

Oliver scopre che incontrare il Demone è più difficile di quello che immaginasse e soprattutto di essere stato giocato da Brick e soci e di dover reagire, in maniera disperata, di conseguenza.

Crossing Lines batte il proverbiale ferro finché è caldo. La serie ha trovato un inedito equilibrio fra Oliver, rinchiuso, e Felicity, all’esterno, cardini delle vicende e attorno a cui ruotano gli altri personaggi.

I due procedono parallelamente la loro caccia a Diaz, che rimane sempre un po’ un oggetto misterioso, ma è ben supportato dagli Hunters che mostrano, con piccoli ma efficaci accorgimenti, di essere villain già con personalità.

Questo episodio recupera certe atmosfere da spy thriller, che nelle passate stagioni erano state appannaggio dei flashback di Oliver, non solo per il tentativo di Felicity di incastrare Diaz ma anche per la sotto-trama, a dirla tutta un po’ fumosa, con protagonisti Diggle, Layla e Curtis.

Di contro con Oliver in prigione gli sceneggiatori non devono fare altro che giocare con gli stilemi tipici di una certa filmografia e infondere in questo filone narrativo quanta più brutalità possibile.

Questo terzo episodio fornisce però almeno due importanti indicazioni. Showrunner e sceneggiatori stanno sicuramente disponendo le pedine sulla scacchiera in maniera più accorta e meno improvvisata scevri anche dal peso di dover mettere troppe “toppe” agli errori precedenti e, ritornando ad una certa “profondità” delle prime stagioni, cercano così di dare sostanza ad azioni e situazioni. Nello specifico il dialogo fra l’agente Watson e Felicity sulla effettività del sistema giuridico o ancora la discesa, letterale, di Oliver nei meandri dello Slab ed il ruolo, sospetto, del suo “sidekick” Stanley. Nulla di trascendentale certo ma sicuramente fa piacere sentire dialoghi più “impegnati” nella serie.

L’episodio pecca, dal punto di vista registico, solo di alcuni momenti in cui il ritmo si dilata eccessivamente. Da segnalare 3 scene d’azione ottimamente coreografate in cui la regia forse avrebbe potuto fare qualcosina di più ma che risultano comunque incisive e divertenti.

Ottimo il doppio cliffhanger finale anche se i dubbi su Diaz continuano a persistere.

Con tre episodi all’attivo Arrow guida con sicurezza il carrozzone targato DC/The CW.

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