Dylan Dog 387 – Che regni il caos! | Recensione

Pubblicato il 2 Novembre 2018 alle 14:00

Con il ritorno di Axel Neil, nasce il Ciclo della Meteora che ci terrà compagnia fino al numero 400.

Sono in viaggio per Lucca, su un treno regionale che dal capoluogo emiliano si dirige verso la capitale italiana del fumetto, tagliando l’Appennino a metà.

Parallelamente a me, in un punto dello spazio troppo vicino al pianeta Terra viaggia una meteora, che sta per colpire e sconvolgere il futuro editoriale del più famoso indagatore dell’incubo, l’inglese Dylan Dog. La Meteora e il nuovo ciclo narrativo da cui prende il nome arrivano in anticipo durante la kermesse lucchese, con una veste lenticolare firmata da Giuseppe Camuncoli (The Amazing Spider-Man, Hellblazer), oltre alla cover classica di Gigi Cavenago. Il passaggio del grosso asteroide alle sue spalle lo disintegra in mille atomi, rimandando con la memoria alla scena della trasformazione di Jon Osterman in Dr. Manhattan.

Scrivo questa recensione come il mio diario, consapevole del fatto che il mondo intorno a me sta per terminare: a chi avrà la fortuna di recuperare queste poche righe, spiegherò nello specifico come iniziò questa strana apocalisse.

Accadde tutto con l’improvvisa comparsa di Axel Neil, un freak qualsiasi enorme, partorito dalla mente di Roberto Recchioni e messo su carta da Daniele Caluri (ne “Il giudizio del corvo”) e da Massimo Carnevale (in “Fuori tempo massimo”). Quel gigantesco residuato dell’heavy metal anni 80, capace di parlare citando solo canzoni rock e metal conosciute (roba di Guns ‘n’ Roses, Slayer, tanto per dirne qualcuna), ha fatto una carneficina per le strade della City, uccidendo chiunque gli capitasse a tiro. Ho avuto giusto il tempo di rifugiarmi all’interno di un negozio quando, dalle porte a vetro, riesco a vedere l’eroico inquilino di Craven Road giungere in nostro soccorso insieme a un tipetto dalla faccia buffa e dagli occhialini tondi, facendo fuori quel pazzo furioso che tanto somiglia a Slash putrefatto.

Da millantatore bistrattato a eroe del popolo, Dylan ottiene un meritato successo. Viene addirittura ricevuto dalla Regina e insignito del titolo di Cavaliere dell’Ordine della Giarrettiera. Subito dopo quella strage, ho scaricato un’app sul cellulare, chiamata Be Dylan Dog, che mi permette di essere un eroe come lui, segnalando i pazzi e i folli che infestano la città e aiutando tutti i miei concittadini a renderli innocui, proprio per evitare che stragi come quella di Neil possano ripetersi. Il testimonial è addirittura John Ghost, il multimilionario! Sarà sicuramente un programmino niente male, tramite il quale potrò fare del bene a chi mi sta intorno!

Il divo dalla camicia rossa è adorato da tutti, è quasi impossibile avvicinarlo per potergli chiedere un autografo. Hanno fatto anche un fumetto su di lui, disegnato da Massimiliano Leonardo (Leomacs) e Marco Nizzoli, entrambi in grande spolvero. I due disegnatori, infatti, rendono perfettamente la bellezza e l’eroismo di quell’uomo da non farlo sembrare neanche un fumetto. Ne ho preso una copia, la leggerò mentre aspetto la coincidenza del treno.

Sono in viaggio verso Lucca, verso il diluvio universale e l’ennesima apocalisse dylandoghiana. Da qui in poi non si torna più indietro.

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