Castlevania – Stagione 2 | Recensione

Pubblicato il 28 Ottobre 2018 alle 17:00

In occasione della pubblicazione della raccolta Castlevania Requiem: Symphony of the Night & Rondo of Blood, lo stesso giorno, il 26 ottobre 2018, ha visto la luce anche la seconda stagione della serie di animazione ispirata alla celeberrima saga videoludica di Castlevania.

La seconda stagione di Castlevania è un prodotto che presenta alti e bassi, ma grazie a una storia avvincente, alla caratterizzazione dei personaggi e ai continui richiami alla saga videoludica omonima soddisferà i tanti fan, anche se non completamente.

  • Il mostro generato dagli umani per l’amore perduto

Gennaio 1475, Valacchia, villaggio di Lupu. Inizia da qui il racconto di questa seconda stagione della serie di animazione originale Netflix Castlevania. Questa puntata iniziale funge non solo da raccordo con la stagione precedente, di cui potete trovare qui la mia recensione, ma illustra anche in che modo l’uomo solitario conosciuto con il nome di Vlad Tepes abbia subito l’influenza positiva di colei che diverrà sua moglie e madre del suo unico figlio, per poi essere scagliato nuovamente e brutalmente nella disperazione e nel dolore più profondi.

La morte violenta di Lisa, considerata dalla Chiesa del tempo, fortemente oscurantista, come una strega in combutta con il Demonio in persona, il quale le avrebbe insegnato delle tecniche magiche e infernali per curare le malattie (inutile dire che si tratta di semplice scienza), e le terrificanti conseguenze sul di lei compagno non possono non riportare alla mente due situazioni decisamente molto simili:

  • Dracula di Bram Stocker: diretto da Francis Ford Coppola e pubblicato nel 1992, il film inizia in un modo che sembra decisamente molto vicino alle scene iniziali di questa seconda stagione di Castlevania: mentre Vlad è in guerra per proteggere la Chiesa, sua moglie si toglie la vita, credendo morto il suo Principe. Al suo ritorno Vlad, colto da una furia e un dolore inenarrabili, bestemmia contro Dio rinunciando a lui e si impossessa del potere del sangue e della morte, divenendo il Signore della Notte:

  • Devilman: una delle opere più importanti nella storia dei manga, il capolavoro del Maestro Go Nagai datato 1972 che non ha ancora trovato una degna rappresentazione in formato di anime (qui la mia recensione del deludente Devilman Crybaby), ci propone una scena molto simile: mentre Fudo Akira è lontano, una folla inferocita si dirige a casa della sua amata, Makimura Miki, la uccide, la decapita e conficca la sua testa su di un palo (nulla e che vedere con la versione edulcorata del 1972 o quella censurata di Crybaby), e questa orribile visione scatena la furia di Akira, che si trasforma in Devilman e fa giustamente finire la faccenda in un ulteriore bagno di sangue. Vi propongo qui di seguito la versione animata tratta dall’OAV Amon: Apocalypse of Devilman, che vide la luce nel 2000:

Ma i parallelismi con queste due opere non finiscono qui: come abbiamo visto, in tutti e tre i casi il mostro prende il sopravento sull’umanità a causa dell’uccisione della donna amata da parte di altri esseri umani. Ebbene, questo scenario è molto più denso di significato di quanto si possa pensare in un primo momento.

In uno scenario in cui bene e male si fondono, gli uomini si rivelano capaci di compiere atti mostruosi, mentre i mostri riescono a tenere sotto controllo la propria natura per proteggere le persone che amano. Anzi, sono state proprio le nefande azioni degli esseri umani che hanno dato vita a questi mostri. La domanda che ne scaturisce è dunque: chi è il vero mostro?

Questa sorta di dualità non è però presente soltanto in Dracula, ma caratterizza anche suo figlio Adrian Tepes: il giovane uomo è infatti letteralmente per metà umano e per metà vampiro, e dunque racchiude in sé le caratteristiche di entrambi (è un vampiro, ma può esporsi al Sole, un po’ come il celebre Diurno, Blade). Tuttavia, viene chiamato a fare una scelta fra le due: appoggiare il folle progetto genocida di suo padre o cercare di opporvisi, difendendo dunque la specie umana. La sua scelta è in realtà già stata fatta da tempo, al punto che ora Adrian è più conosciuto come Alucard, il contrario di Dracula, la sua nemesi.

Interessante è anche analizzare le motivazioni più profonde che spingono padre e figlio a comportarsi in un certo modo. Scopriremo così che, nonostante gli esiti siano diametralmente opposti, la motivazione è la stessa: padre e figlio fanno ciò che fanno in memoria di Lisa Tepes.

  • Non solo azione

Anche se le scene di combattimento sono decisamente accattivanti, ricche e appassionanti, grazie anche a una miriade di riferimenti ad ambientazioni, mosse speciali, mostri e boss presenti nei videogiochi della saga di Castlevania, la seconda stagione di Castlevania ci propone anche una storia piacevole che rivela anche alcune delle debolezze di Dracula. Come già ho scritto, la guerra contro al specie umana voluta da Vlad Tepes è stata da lui dichiarata per vendicare l’omicidio di sua moglie. Ora, per quanto ai vampiri la razza umana piaccia solo se la considera come fonte di nutrimento, è anche vero che se questa si estinguesse seguendo il volere del loro Comandante i vampiri sarebbero costretti a procacciarsi il sangue fresco per il loro sostentamento dagli animali. Una prospettiva non certo allettante, che fa crescere il malcontento fra gli eserciti di Dracula. E qualcuno potrebbe anche decidere di sfruttarlo a suo vantaggio…

  • Conclusioni

La seconda stagione della serie originale Netflix Castlevania, basata sui videogiochi della omonima saga prodotta da Konami, è una serie di animazione appassionante e ricca di azione, che mostra quanto complesse siano la natura umana e quella di un personaggio come Dracula. Dedicata agli appassionati e nostalgici della saga videoludica, ma anche a tutti coloro che amano storie oscure e scene di combattimento ricche di azione e sangue. Il finale aperto lascerebbe intendere che potrebbe esserci anche una terza stagione.

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