Supergirl 4×02 – Fallout | Recensione
Pubblicato il 22 Ottobre 2018 alle 17:00
Continua il piano dei fratelli Graves, e del loro misterioso alleato, per alimentare il clima di odio nei confronti degli alieni sulla Terra.
La season premiere di Supergirl della scorsa settimana ci aveva riconsegnato una serie tonica che senza fronzoli aveva mostrato subito il percorso e le tematiche che avrebbe voluto intraprendere per la sua quarta stagione – la nostra recensione QUI.
L’episodio era riuscito molto bene a fare il punto della situazione sui personaggi e a calarli subito in un nuovo status quo in cui avevamo fatto la conoscenza di nuovi insidiosi nemici per Supergirl ovvero i fratelli Graves il cui background si intrecciava con quello di Lena e soprattutto di suo fratello Lex. I due avevano messo in atto un complesso piano volto a smascherare la presidentessa degli Stati Uniti come aliena alimentando così la tensione e il clima di odio nei confronti di questi ultimi. Osteggiati dal loro misterioso alleato, Agent Liberty, i due però non paiono aver concluso ancora le loro macchinazioni.
Riparte da qui l’episodio di questa settimana intitolato Fallout. La tensione fra umani e alieni è alle stelle e il presidente ha deciso di dimettersi per evitare di esacerbare la tensione, Mercy intanto fa la sua prima mossa: disattivare i dispositivi, creati da Lena, che permettono agli alieni di camuffare il loro aspetto. A farne le spese è ad esempio Brainiac-5 che viene salvato per puro da Nia – la stagista di Kara – la quale preme affinché James Olsen si esponga condannando la xenofobia dilagante. La ragazza confessa al suo capo di essere transgender e di aver sofferto in prima persona gli attacchi verbali e non solo dovuti alla paura del diverso.
Kara e Lena, e la sua assistente Eve, sono assediate nel quartier generale della LexCorp proprio da Mercy. Dopo molte peripezie Kara riesce a finalmente a fare entrare in scena il suo alter-ego Supergirl salvando Lena e facendo arrestare Mercy dal DEO. J’onn intanto inizia ad indagare sulla scomparsa dell’amica Fiona, che presiedeva un gruppo di supporto per alieni, trovandosi faccia a faccia proprio con Agent Liberty in una situazione pubblica, un incontro per sensibilizzare la popolazione contro gli alieni.
La permanenza dei fratelli Graves nelle celle del DEO è davvero breve e una nuova arma è messa in funzione, un’arma che attacca direttamente il simbolo di speranza per antonomasia… Supergirl!
Fallout non è un brutto episodio ma ha la fastidiosa sensazione di essere un mero riempitivo, un episodio di passaggio e di prova per showrunner e sceneggiatori.
Per ritmo e sceneggiatura infatti l’episodio ricalca la season premiere, al centro degli avvenimenti c’è il piano di Mercy, con il conseguente cliffhanger finale. Nulla di nuovo quindi, e nemmeno una reale progressione delle trame principali, con una struttura solida e ormai “famigliare” per questo tipo di episodi della serie.
In realtà il tentativo di showrunner e sceneggiatori è quello di mettere in primissimo piano i temi socialmente rilevanti della stagione – la xenofobia e la paura del diverso – senza quei giri contorti delle passate stagioni. Un tentativo senz’altro ammirevole e coraggioso che permette alla serie di mantenere una maggior compattezza ma che in questo episodio risulta troppo erratico saltando da personaggio a personaggio e da situazione in situazione senza un preciso ordine.
Insomma si gettano nel calderone una serie di spunti senza però un preciso intento se non quello di presentarli. L’idea è buona ma l’esecuzione un po’ meno: è ora di mediare fra questa urgenza e i temi classicamente supereroistici della serie. Bisogna cercare maggior equilibrio.