Riverdale 3×02 – Fortune and Men’s Eyes | Recensione
Pubblicato il 18 Ottobre 2018 alle 20:00
Archie arriva in riformatorio mentre il mistero legato al Gargoyle King si infittisce e sembra intrecciarsi con il passato della cittadina e, ovviamente, con il Culto della Fattoria.
Il ritorno di Riverdale con la premiere della scorsa settimana – la nostra recensione QUI – è stato solidissimo, un episodio nel pieno stile, ormai definito e riconoscibile, della serie.
Senz’altro lo status quo di quell’episodio era state pensatissime: Archie, dichiarandosi colpevole, aveva di fatto accettato di scontare la pena in riformatorio mentre in città un nuovo mistero si profila all’orizzonte con due ragazzi ritrovati nel bosco e con l’unico indizio, chiaramente, nelle mani di Jughead… un nome, Gargoyle King.
In tutto questo Veronica aveva ormai tagliato i ponti con il padre, per le evidenti macchinazioni perpetrate nei confronti di Archie, mentre Betty era stata vittima di convulsioni dopo aver assistito a quello che aveva l’aria di essere un rito nel giardini di casa con protagoniste la madre, la sorelle e i nipotini.
L’episodio di questa settimana, intitolato Fortune and Men’s Eyes, si muove su due binari paralleli.
Archie arriva in riformatorio e la vita sarà tutt’altro che semplice. La protezione dei Serpents sembra subito mancare e i Ghoulies sono in agguato. Il ragazzo, come suo solito, si erge a leader e cerca di sensibilizzare gli altri detenuti a non cadere nella logica della sopravvivenza del più forte organizzando una partita di football ma quello che sembrava un piano ben riuscito si trasforma in un massacro quando il direttore decide di reprimere tutto nel sangue sobillato dal solito Hiram Lodge. Veronica ovviamente non ci sta ma la strada per scagionare Archie sembra più lunga e tortuosa del previsto.
Intanto Betty e Jughead iniziano ad indagare sul mistero dei due ragazzi ritrovati nel bosco. Uno è morto, l’altro in fin di vita: possibile che si tratti di un “semplice” tentativo di suicidio legato ad uno strano culto?
Jug è sospettoso e quando i due si avvicinano pericolosamente ad aggiungere nuovi tasselli al puzzle vengono bruscamente riportati al punto di partenza. Scoprendo che anche Ethel faceva parte dei party di giocatori di ruolo coinvolti nel “suicidio” Betty inizia a sospettare che tutto sia connesso al Culto della Fattoria, tutti gli strani avvenimenti hanno infatti come minimo comune denominatore le misteriose convulsioni di cui anche lei è stata vittima.
Il tentato suicidio intanto a messo in allarme gli adulti: quale segreto nascondono e perché sono così spaventati da questi avvenimenti? E quali sono i piani del direttore per Archie?
Fortune and Men’s Eyes conferma senza ombra di dubbio quanto visto di buono nella season premiere e anzi per certi versi inizia a correggere quello che era sembrato troppo interlocutorio.
Grande merito va attribuito ad una sceneggiatura che gioco i suoi assi nei momenti migliori dell’episodio sopperendo ad una ragione non brillantissima in termini di soluzioni e ritmo, cosa più unica che rara per la serie.
L’episodio vive di una prima parte ad assoluto appannaggio di Archie e Veronica in cui showrunner e sceneggiatori rimettono in scena una versione ridotta del cult “Quella sporca ultima meta” con tanto di simpatico numero musicale – una sexy versione di Jailhouse Rock – interpretato dalla Vixens. Rimandi, come sempre graditissimi a parte, questa prima parte trova nella tensione “folle” fra Veronica e Archie la sua vera ragione d’essere, e lo fa in maniera assolutamente non scontata. Camila Mendes sta costruendo davvero un gran personaggio.
Il filone narrativo di Betty e Jughead invece vivacchia per tutta la prima parte salvo poi esplodere nel finale quando inizia ad intrecciarsi sia con il passato degli adulti che con il Culto della Fattoria. Questo filone narrativo dà senz’altro idea più definitiva del tono della stagione che si muove a metà fra It, Stranger Things e la prima seminale stagione di True Detective.
Riverdale continua a costruire questa intrigantissima terza stagione.