Giselle di Charlotte Gastaut | Recensione

Pubblicato il 2 Novembre 2018 alle 11:00

L’autrice francese, recentemente insignita a Roma del Romics d’Oro per l’illustrazione, torna a collaborare con Gallucci Editore illustrando il celebre balletto Classico e Romantico, Giselle.

Specializzati in libri per ragazzi, bambini e addirittura bebè, Galucci Editore ripropone ancora una volta al pubblico italiano il talento di Charlotte Gastaut, poliedrica artista francese capace di trasmettere attraverso le sue opere,  sia nell’ambito della moda o dei libri illustrati, la sua poetica intima ed elegante.

La Gastaut, già illustratrice per Gallucci di molti titoli ( Lilì nel lettone,  Storie dalle Mille e una notte, Il flauto magico, I cigni selvatici, L’uccello di fuoco, Pollicina, Cenerentola Il grande viaggio della piccola Angelica, libro per il quale ha curato anche i testi) non è di certo un nome nuovo al pubblico italiano tanto che, recentemente, è stata insignita proprio nel nostro paese in quel di Roma del Romics d’Oro per l’illustrazione: uno stile così evocativo non può, d’altronde, che incantare grandi e piccini.

  • BALLETTO SU CARTA

Giselle, come si può intuire dal nome, racconta la storia dell’omonimo balletto, rappresentato per la prima volta a Parigi nel 1841 ( per un’idea del romanziere francese Théophile Gautier, con le musiche di Adolphe-Charles Adam, la coreografia di Jean Coralli e i passi curati dal ballerino Jules Perrot). Vero e proprio gioiello del Romanticismo (di cui trasmette i temi prediletti), il balletto ha incantato e continua ad incantare sui palcoscenici di tutto il mondo ancora oggi, grazie alla storia della giovane contadina Giselle, innamoratasi del giovane principe Albrecht già promesso sposo ad un’altra donna. Distrutta dal dolore, la giovane si spegne e, una volta morta, finisce per diventare una delle “Villi”, le ragazze morte prima delle nozze e che, secondo la tradizione slava, vagano al chiaro di luna in cerca di vendetta.

Giselle, una giovane contadina che adora danzare, è innamorata di Loys. Un giorno, però, scopre che la sua vera identità è un’altra: si tratta del principe Albrecht, promesso sposo della dolce Bathilde. Tradita e distrutta dal dolore, Giselle muore e diventa una delle “Villi”, gli spettri di fanciulle morte prima delle nozze che vagano nel bosco assetate di vendetta. Riuscirà Giselle a salvare il suo amato dall’incantesimo della terribile regina Myrtha?

Giselle però, nonostante l’atmosfera possa sembrare cupa e tenebrosa, resta sostanzialmente una storia d’amore senza tempo, senza confini di classe, cultura e che trascende anche i limiti del corpo.

Pur senza avere a disposizione un palcoscenico, la musica e dei ballerini la Gastaut, solamente col suo stile, riesce ad evocare un “teatro” in miniatura a portata del lettore: le pagine traforate, oltre a permettere cambi di scena teatrali solamente girando pagina (senza per giunta risultare fastidiosi per la narrazione) creano un incrocio di piani non solo visivamente gradevole, ma anche pienamente funzionale alla rappresentazione di un non-spazio (vista la presenza di vivi e spiriti) dal tono onirico e fiabesco.

Tocco di classe è la rappresentazione delle Villi, gli spettri delle giovani fanciulle, attraverso una carta trasparente e opaca, che “ondeggia” tra le pagine proprio come gli spettri nel bosco della storia. Un libro poliedrico, così come la sua attrice, capace di evocare con classe ed eleganza malinconia, sentimento e una profonda riflessione sull’Io oltre la vita e la morte, godibile sia per i grandi che, ovviamente, per i piccini.

 

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