Slots di Dan Panosian | Recensione
Pubblicato il 16 Ottobre 2018 alle 17:00
Dan Panosian racconta una storia che trasuda mitologia americana, condita con una buona dose di realismo.
Ci sono vite che andrebbero descritte anche se non esistono, storie che travalicano l’immaginazione, e personaggi che, pur se inventati, hanno una presenza ed un vissuto così potenti da diventare reali. Slots di Dan Panosian è più o meno uno di quei fumetti. L’autore che ha già lavorato per i colossi Marvel e DC Comics, e che è arrivato alla sua prima creazione per Skybound, ha sottolineato nella postfazione a questo volume che aveva desiderato da sempre una sfida del genere, su un fumetto completamente partorito dalla sua creatività (è autore sia dei testi che dei disegni) e per questo motivo ha ringraziato Robert Kirkman (il quale gli ha consentito di salire sul treno della Skybound per realizzare Slots).
Dan Panosian racconta una storia che s’ispira molto alla realtà, al suo vissuto. Il padre era un grande appassionato e praticante del pugilato, oltre che un disegnatore. Il rapporto di amore e odio tra lui ed il genitore si è trasmesso anche in questa storia nel modo in cui il protagonista Stanley Dance gestisce la relazione con il figlio Lucy.
Stanley, è un ex pugile, che ritorna a Las Vegas a distanza di molti anni, rimettendosi in discussione, e confrontandosi con dei vecchi fantasmi che lo avevano fatto allontanare dalla città del peccato. Stan riprenderà i contatti con la sua vecchia donna Betsy, proprietaria di un locale che rappresenta tanto del passato di entrambi. Ma soprattutto il vecchio Stan ha dei conti in sospeso con il figlio Lucy, un ragazzo che ha seguito le sue orme di pugile, ma con il quale è in pieno conflitto.
Il villain della storia è Les, un uomo potente, che controlla la vita di molti dei protagonisti di questa zona di Las Vegas, e che ha molti conti in sospeso con Stan, invitato a tornare a combattere per inserirsi in un giro di scommesse non esattamente pulito. Sarà in quel momento che Stanley cercherà di dare una svolta alla propria vita, e capirà se è il caso di commettere gli errori del passato, oppure provare ad essere una persona migliore. Quale sarà la sua scelta?
Le atmosfere dei film americani anni Cinquanta si respirano in pieno all’interno di questo fumetto che lo sceneggiatore e disegnatore Dan Panosian ha voluto anche a livello grafico rappresentare in stile vintage (con tante puntellature all’interno delle vignette, colori non vivacissimi, e personaggi al limite tra il cartoonesco ed il realistico). La Las Vegas ritratta in Slots è quella cruda e marcia dei migliori racconti pulp. I personaggi descritti sembrano uscire fuori dai romanzi di Bukowski, che, siamo sicuri, avrebbe molto apprezzato il personaggio di Stan.
Ma quest’atmosfera che potrebbe far risultare il fumetto un po’ sopra le righe e manieristico, invece si riempie di crudo realismo durante alcune scene, soprattutto quelle tra Stan ed il figlio Lucy, i quali vivono un rapporto conflittuale, capace di nascondere molto di non detto, che alla lunga emergerà.
Slots è un fumetto che piacerà molto agli amanti di un certo tipo di racconti all’americana, che trasudano di una mitologia passata, che non risulta essere invecchiata nel tempo. Personaggi come Stanley Dance, pur trattandosi di character immaginari, hanno quel peso e quell’ispirazione così realistica da far sentire e respirare le atmosfere del proprio vissuto. Stan vive ai margini di Las Vegas, ha nel suo passato una vita fallimentare che, forse, potrà trovare il suo ultimo grande riscatto.
Sia chiaro, il fumetto non è una storia perfetta, e soprattutto il finale, che dovrebbe portare ad una vera e propria esplosione di pathos, è un po’ smorzato. Ma l’intenzione di Panosian è ben intuibile e trasmessa al lettore. Slots è un fumetto godibile che fa viaggiare tanto con la fantasia, e respirare anche un po’ di realismo, immergendo in atmosfere che molti amanti di una certa mitologia americana vorrebbero vivere quotidianamente.