Stella di Mare | Recensione
Pubblicato il 17 Ottobre 2018 alle 17:00
BAO Publishing pubblica un nuovo graphic novel dal sapore di mare, dall’autore di Basilicò e Innamorarsi a Milano.
Giulio Macaione, dopo aver pubblicato con BAO Publishing Basilicò nel 2016, torna col nuovo graphic novel Stella di Mare, pronto a raccontare una storia d’amore, speranza, sofferenza, che si lega al mito tipico di un’isola mediterranea come Cefalù: quello delle sirene.
- SFUGGENTI SIRENE
Siamo a Cefalù, nei mesi turistici che vanno da maggio a settembre e Stefano, dopo aver abbandonato gli studi, vive la sua vita in attesa di una svolta che possa finalmente dargli la pienezza a cui da tempo aspira.
L’estate, per lui, significa rivedere Marina, compagna di giochi in infanzia e ora donna dei suoi sogni. In attesa di giocarsi pienamente le sue chance con la ragazza, si imbatte in due figure misteriose del suo paese, entrambe ritenute folli per diverse ragioni: Matilde, in perenne attesa del marito disperso anni prima in mare e il pescatore Vico, che racconta di essere stato salvato in mare da una sirena.E proprio mentre Stefano continua a vivere passivamente in attesa di Marina, la sua “sirena del nord”, che strani avvistamenti cominciano ad essere registrati vicino alla costa dell’isola…
- IL VUOTO DEL MARE
La storia di Stella di Mare è una storia d’amore, una storia fatta di attese, di attimi fuggenti, di speranza, malinconia e tristezza: quello che risalta però, è la situazione di un giovane ragazzo incapace di trovare con chiarezza il suo posto nel mondo. L’incertezza lo porta ad attendere, a crearsi un’immagine illusoria a cui aggrapparsi, a restare in balia delle onde del mare in attesa di approdare, metaforicamente parlando, in porti migliori.
Dopo aver toccato il fondo a causa degli avvenimenti narrati nella storia, è una sirena a salvarlo (più metaforicamente parlando che letteralmente), a svegliarlo da un torpore onirico che, in tutto questo tempo, l’aveva portato a perdere la rotta aspettando invano qualcosa di irreale. L’amicizia con Vico e l’esperienze passate del pescatore lo portano ad “emerge” dall’abisso, da quella fase di stasi nella quale le onde di Cefalù lo cullavano e a cominciare finalmente a cercare occasioni per la sua vita: emblematico, in questo caso, il finale, più un nuovo inizio per la storia personale del ragazzo che una vera e propria chiusura della sua “formazione”.
“Il mare fa solo eco al vuoto che senti” sono le parole di Vico, centrali nella storia del fumetto, e le sfuggenti sirene, dentro questo silenzio, rappresentano quella rotta interiore che, ognuno di noi, deve tracciarsi da sé, senza attendere invano l’aiuto di qualche stella-guida illusoria e passeggera.
In questa incompleta “storia di formazione”, che porta Stefano più che a chiudere un cerchio a un nuovo inizio, il mare domina la scena anche grazie alla sublime e travolgente interpretazione che l’autore ne dà, mettendolo in contrasto con i valori cromatici che dominano invece nelle normali scene quotidiane.
Un fumetto intimo, che inserisce la storia di un normale ragazzo italiano in uno scenario mitico, rompendo così i limti razionali e impostando il piano interpretativo su un livello emotivo, empatico e coinvolgente.