Riverdale 3×01 – Labor Day | Recensione

Pubblicato il 11 Ottobre 2018 alle 17:00

Come avete passato l’estate? e soprattutto come l’hanno passata Archie, Betty, Veronica e Jughead? Archie verrà scagionato dall’accusa di omicidio? Torna, con la terza stagione, Riverdale una delle serie più sorprendenti degli ultimi anni!

Pur dovendo fronteggiare l’ostacolo di una seconda stagione con a disposizione il doppio degli episodi rispetto alla prima, Riverdale ha consolidato il suo status di serie “vera”, solida e strutturata in maniera intelligente. Le atmosfere, lo stile e soluzioni sempre fresche e estremamente pop hanno aiutato showrunner e sceneggiatori a rileggere in chiave moderna gli stilemi del drama e teen drama confezionando un prodotto coinvolgente, mai banale in cui i passaggi a vuoto sono stati davvero pochissimi.

Avevamo lasciato la serie con l’incredibile cliffhanger. Dopo gli intrecci che avevano coinvolto Archie e Veronica, e soprattutto le loro famiglie, per tutta la seconda stagione, ad avere la peggio era stato proprio Archie che, incastrato da Hiram Lodge – definitivamente leggittimato a villain principale della serie – veniva arrestato davanti a tutta la scuola con l’accusa di omicidio. Neanche gli altri due protagonisti, Betty e Jughead, però potevano dirsi tranquilli: la prima che dopo aver affrontato il padre vede stagliarsi all’orizzonte la minaccia rappresentata ora dalla sorella mentre il secondo è de facto leader dei Serpents oramai in netta minoranza rispetto ai rivali Ghoulies al soldo della stesso Hiram Lodge.

Ed è proprio da qui che riparte la terza stagione con la season premiere Labor Day. Archie è sul punto di ricevere la sua sentenza, circondato da amici e famigliari, ma l’interferenza del solito Hiram Lodge fa in modo che il pronunciamento slitti aprendo davanti ai quattro protagonisti un lungo weekend…

Timori, frustrazioni e feste di fine estate si susseguono a tentativi più o meno validi di aiutare Archie mentre Veronica, Betty e Jughead iniziano, a mente fredda, a riflettere sul loro prossimo futuro. Veronica si aggrappa a “l’unica cosa che ama” e cioè Archie confessandogli che, anche se dovesse finire in prigione, rimarrà al suo fianco.

Jughead inizia ad avvertire il peso di essere la guida dei Serpents soprattutto dopo che i Ghoulies, in maniera tutt’altro che subdola, hanno reso note le loro mire espansionistiche nella parte nord della cittadina; in Betty intanto cresce la frustrazione verso “l’illuminazione” della madre dopo aver incontrato il guru del culto dove si era rifugiata la sorella quando era rimasta incinta. La ragazza, sotto pressione, cede e confessa il segreto che l’aveva fatta letteralmente andare avanti per tutta l’estate.

Quando giunge il momento del verdetto però il colpo di scena non può mancare con Archie che, come suo solito, decide di prendere in mano la situazione. All’orizzonte però si profila un nuovo mistero per Riverdale… chi è il Gargoyle King?

Riverdale riparte alla grande.

Showrunner e sceneggiatori ormai hanno affinato le loro armi: sanno cosa vuole il pubblico e come lo vuole. Ecco quindi il classico monologo in apertura di Jughead che, unito ad un gusto prettamente a-là Stephen King di Stan by Me e ad una estetica anni ’50, settano il mood dell’episodio che viaggia teso, tesissimo come la corda di un violino deflagrando nei momenti topici e affidandosi alle convincenti, come sempre, prove attoriali dei 4 giovani protagonisti.

Se da un lato quindi Labor Day viaggia sul binario più emozionale – facendo leva sul concetto di nostalgia e separazione – dall’altro sfrutta il processo di Archie come pretesto per inserire vecchi elementi – la guerra fra Serpents e Ghoulies – e soprattutto i nuovi come il Culto e il Gargoyle King.

Proprio quest’ultimo è forse l’aspetto meno convincente dell’episodio se non altro perché, a differenza di quanto fatto in passato, il suo carattere derivativo è palese, forse anche troppo. Resta assodato che la serie vive di questi riferimenti pop, contemporanei e non solo, e saprà sicuramente rileggerli in chiave personale come fatto in passato.

Grande assente dell’episodio è però Hiram Lodge che si muove ai margini delle vicende, vedremo quale sarà il suo ruolo nei prossimi episodi.

Labor Day è un solidissimo episodio in pieno stile Riverdale che dà almeno una indicazione certa e sicura: le possibilità narrative di questa stagione sono molteplici e tutte interessanti.

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