Sognando Elvis di Veronica “Veci” Carratello | Recensione

Pubblicato il 12 Ottobre 2018 alle 17:00

“Ma non calpestare le mie scarpe blu scamosciate.”

In punta di piedi, un colpo d’anca a destra, uno a sinistra e via a ballare sotto le note più famose del Re del rock ‘n’ roll Elvis Presley! Grazie a Sognando Elvis di Veci (nick di Veronica Carratello), pubblicato da Bao Publishing, si può avere tra le mani un romanzo a fumetti dai colori “tutti frutti”.

Non è affatto come il famoso film per ragazzine Sognando Beckham: qui incontriamo subito Carlo, un impiegato quarantacinquenne che di sicuro non ha un grande rapporto con gli sport, oltre che con colleghi, amici e il mondo in generale che lo circonda.

Asociale e ipocondriaco a livelli patologici, i suoi migliori amici sono il misuratore della pressione e le canzoni di Elvis Presley, grazie ai quali riesce a rilassarsi. Venuto a conoscenza di un raduno mondiale di sosia di Elvis in Australia, decide di intraprendere un viaggio della durata di ben 22 ore (!). L’arrivo nella terra dei canguri non è affatto dei migliori: prima di incamminarsi per la città di Parkes, Carlo si ritrova travolto in una valanga di episodi spiacevoli, che proverà ad affrontare grazie al suo nume tutelare (o spirito guida) Elvis.

 

  • “PUOI FARE TUTTO, MA LASCIA STARE LE MIE SCARPE BLU SCAMOSCIATE!”

Veci crea una dissonanza perfetta tra il rock ‘n’roll, che invita al ballo e alla convivialità, e Carlo, personaggio completamente chiuso in se stesso e vittima della sua ipocondria.

La malattia è rappresentata come un paio di braccia invisibili che lo stritolano e lo tengono costantemente fermo sulle sue. Ma alla fine, Carlo compie il vero e proprio “viaggio dell’eroe”, lungo il quale incontra i personaggi tipici della struttura narrativa della fiaba: l’antagonista che fin dall’atterraggio gli mette i bastoni tra le ruote, gli aiutanti (Elvis in primis), l’oggetto magico (il costume di Elvis) e il premio finale, ovvero l’agognato raduno di tutti i sosia di Elvis del mondo.

A livello narrativo, Veronica Carratello riesce a descrivere, saltando tra realtà e delirio della malattia, tutti i processi mentali e non che portano l’essere umano a combattere contro i propri demoni interni. Uno di questi è la tipica reazione del “malato immaginario”, che grazie a Dott. Google, sa che morirà tre giorni dopo aver sentito una fitta intercostale. Oppure troviamo le didascalie che, come delle vere e proprie pagine internet, descrivono perfettamente la malattia o l’infezione che Carlo crede di aver contratto.

 

Si nota un’evoluzione grafica rispetto al suo lavoro precedente (sempre per Bao Publishing): se in Freezer i personaggi erano delineati dentro spessi contorni neri, in Sognando Elvis Veci assottiglia il contorno, facendo divenire il protagonista stesso un tutt’uno con il mondo intorno a sé, con ogni aspetto della Natura, comprensivo di germi, batteri e microbi cattivi.

Tutta la storia è racchiusa dentro una copertina affollata, che nella sua rumorosità fa intravedere subito che Carlo non è e non sarà mai solo, circondato da centinaia di migliaia di sosia del suo idolo. E che forse, dentro di loro, sono un po’ tutti come lui.

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