L’Attacco dei Giganti 3×11 – Spettatore | Recensione

Pubblicato il 8 Ottobre 2018 alle 17:00

Nella mente di Eren è presente l’immagine di una persona che potrebbe svelare al ragazzo alcune importanti informazioni su Grisha…

Mentre Historia si dedica ad aiutare quante più persone in difficoltà può, grazie al suo nuovo e inedito ruolo di regina, Eren è al lavoro per rinforzare il Wall Maria e per scoprire qualcosa in più su suo padre.

  • Per servire e proteggere

Eren si sta impegnando davvero molto per poter aiutare i suoi compagni, mettendo al servizio dell’intera cittadinanza anche e soprattutto i propri poteri di Gigante, nonostante il suo stato d’animo sia nettamente mutato negli ultimi tempi, soprattutto da quando ha scoperto alcune sconcertanti verità su suo padre, Grisha Jaeger. Ma naturalmente non è da sola in questa titanica impresa: grazie al lavoro di tutti, infatti, è stato possibile creare uno speciale dispositivo come ulteriore difesa delle mura. Alla vista della sua efficacia su un esemplare alto ben 12 metri, Hange non riesce a trattenere la sua irrefrenabile gioia, urlando a squarciagola e assumendo delle espressioni quasi da invasata:

  • La guerra ti cambia

Hange ed Eren sono i due personaggi che hanno subito maggiormente gli effetti degli ultimi avvenimenti, al punto che questi hanno mutato il loro carattere, forse per sempre.

Il carattere di Hange è mutato a causa delle torture inferte ad altri militari come lei nel recente passato e, in generale, per via degli avvenimenti più recenti, ma, al contrario di Eren, che spesso si lascia sopraffare dai sentimenti negativi, Hange ha reagito alla drammaticità estrema di una guerra contro altri esseri umani più che con il dolore con la rabbia.

Eren vive invece il contrasto fra il dolore che lo attanaglia ormai in maniera costante e il desiderio di rendersi utile, nonostante si senta inutile e fuori posto, il che è apprezzabile, se si tiene presente la parabola discendente del suo personaggio, caratterizzato ormai in larga parte da crisi depressive e, in generale, da sentimenti negativi che lo fanno sentire sempre fuori posto, diverso da chiunque altro, in quanto metà essere umano e metà mostro. In questo Eren ricorda altri personaggi, come il Fudo Akira di Devilman o il Kaneki Ken di Tokyo Ghoul, anche se la scelta di caratterizzare Eren come un essere umano molto fragile lo separa da questi personaggi e lo rende, dunque, diverso e originale. Certo, è un’arma a doppio taglio, perché se da un lato rivela la fragilità dell’animo di Eren, dall’altro questa nuova caratterizzazione rischia di diventare monotona e quasi irritante.

  • Io non sono speciale

Keith Sadies è il precedente Comandante del Corpo di Ricerca, nonché uno degli istruttori precedenti dei ragazzi che fanno parte di questo stesso corpo. Si tratta di un uomo che voleva compiere grandi imprese ed essere ricordato e riconosciuto da tutti, un po’ come Naruto, anche se il suo punto di vista è diverso, più estremo: per Sadies, le persone normali che non sono in grado nemmeno di concepire di compiere grandi imprese sono solo esseri inutili:

Eppure, nonostante i suoi sforzi, continua a non sentirsi poi così speciale, soprattutto avendo come metro di paragone il suo amico Grisha Jaeger. Proprio per via di questo legame con suo padre, Eren decide di fargli visita, per potergli fare alcune domande sul suo genitore.

Sadies racconterà la propria storia, ma non prima di aver premesso di essere stato solo uno spettatore degli eventi (il titolo dell’episodio si riferisce infatti proprio a lui). Parlando con Eren, i due scoprono di avere in comune questo sentimento di inadeguatezza, che li fa sentire come persone ordinarie, il che, ovviamente, genera una sorta di frustrazione in entrambi. Ma forse per vivere una vita felice non serve essere speciali.

  • Anticipazioni

Eren e i suoi amici hanno deciso di recarsi finalmente a Shigashina, e vedremo cosa avverrà la notte prima di questa cruciale partenza nel prossimo episodio, dal titolo La notte prima dell’operazione di riconquista:

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