100 Bullets n. 1 – Recensione
Pubblicato il 24 Febbraio 2012 alle 13:21
Ritorna il capolavoro noir di Brian Azzarello ed Eduardo Risso: 100 Bullets! Seguite le intriganti vicissitudini dell’Agente Graves e di molti altri personaggi in una delle serie di culto della divisione Vertigo!
Vertigo Monthly n. 2 – 100 Bullets n. 1
Autori: Brian Azzarello (testi), Eduardo Risso (disegni)
Casa Editrice: RW-Lion
Provenienza: USA
Prezzo: € 5,95, 16,6 x 25,2, pp. 96, col.
Data di pubblicazione: febbraio 2012
RW-Lion ripropone una delle serie più acclamate e memorabili della Vertigo, 100 Bullets, capolavoro noir che ha fatto conoscere ai lettori il talento narrativo di Brian Azzarello e l’arte di Eduardo Risso.
Il serial appare nel mensile Vertigo Monthly e si alterna alle storie d’annata di Hellblazer.
E coloro che ancora non conoscono il comic-book in questione avranno l’opportunità di seguire sin dal principio questo straordinario esito creativo.
Prima di 100 Bullets, Azzarello, sempre in coppia con Risso, aveva ideato la miniserie Johnny Double, ottenendo riscontri incoraggianti sia da parte del pubblico che della critica. Propose quindi a Karen Berger l’idea di un mensile imperniato, almeno all’inizio, sul misterioso Agente Graves. Costui avvicina di volta in volta svariati individui, tutti più o meno con qualche guaio legale alle spalle e caratterizzati da una vita di disperazione e fallimento. Graves porge loro una valigetta contenente una grossa somma di denaro, le foto di alcune persone che, a suo dire, sono responsabili dei loro guai e cento proiettili non rintracciabili.
L’idea era piuttosto strana anche per gli standard Vertigo ma la Berger si fece convincere, dicendo però all’autore di impostare sin dal principio un finale, qualora la serie dovesse venire sospesa a causa delle scarse vendite. Come più volte dichiarato in parecchie interviste, Azzarello non aveva un’idea precisa sulla conclusione ma fece credere alla Berger il contrario, interessato a far partire comunque il mensile. E benché 100 Bullets non sia mai stato un bestseller al livello di Sandman o Hellblazer, si guadagnò un folto e fedele numero di estimatori.
Man mano che il serial procedeva, inoltre, Azzarello imbastì un complesso e avvincente arazzo narrativo con centinaia di personaggi, parti integranti di un ambizioso quadro d’insieme che, secondo le sue intenzioni, sarebbe culminato con il centesimo (e ultimo) numero. E così è avvenuto. Va inoltre specificato che 100 Bullets, nel corso degli anni, ha vinto molti premi ed è oggi considerato, al pari del Sin City milleriano, uno dei più grandi capolavori noir mai realizzati.
In questo numero il lettore avrà modo di leggere i primi quattro episodi. L’Agente Graves avvicina Dizzy, character che si rivelerà cruciale, appena uscita di prigione. La donna è tormentata dagli spettri del passato e, con sua sorpresa, scopre l’identità di coloro che hanno rovinato la sua esistenza. Ma è davvero così? Può fidarsi di Graves? Quali sono i suoi intenti? E che ruolo gioca un altro fondamentale membro del cast di 100 Bullets, il misterioso Shepherd che, lo si intuisce subito, è impegnato in una sottile, insidiosa guerra contro Graves?
In questi episodi Azzarello chiarisce quali saranno le tematiche del comic-book: il crimine, innanzitutto; il senso di colpa; le passioni sfrenate che spingeranno i personaggi a compiere azioni imprevedibili e impensabili. E lo sfondo della trama è quello di un’America spietata, in balia della violenza e della corruzione. Le ambientazioni sono tipiche della tradizione hard-boiled: locali malfamati e fumosi, squallide abitazioni di periferia, ghetti urbani; ma non mancano i lussuosi attici della gente ricca e non meno corrotta dei poco di buono che si vedono in strada.
I testi di Azzarello sono secchi e incisivi, in linea con lo stile di Hammett, Chandler e Spillane, e lo scrittore rivela particolare abilità nei dialoghi, a volte sarcastici, altre ironici e sopra le righe (quasi riconducibili a certi stilemi tarantiniani), altre ancora sorprendentemente intensi e riflessivi, non privi di malinconia. Come è facile intuire, una sceneggiatura simile non poteva essere affidata a un disegnatore qualsiasi e, infatti, il penciler è Eduardo Risso.
L’artista raffigura l’orribile realtà di 100 Bullets con una perizia senza pari. I suoi giochi d’ombra (fondamentali per un noir) e le sue prospettive sono di gran classe. Risso, per giunta, dà il meglio di sé nei primi piani e con essi riesce a rappresentare le emozioni dei personaggi, lavorando sui particolari (gli sguardi, la piega delle labbra, e così via). Spesso si concentra su un dettaglio, magari infinitesimale, che assume un’indubbia valenza metaforica, diventando la chiave di lettura di una sequenza in un riuscito connubio testo/immagine (per esempio, le volute di fumo di una sigaretta, un crocefisso, un poster, la targa di un’auto). E non si può non evidenziare la costruzione inventiva della tavola e il fluire dell’azione da una vignetta all’altra con una tecnica che rimanda agli storyboard (e in effetti 100 Bullets è uno dei pochi comics realmente cinematografici mai concepiti).
Insomma, avrete capito che 100 Bullets non è un’opera come tante altre e vale realmente la pena seguirla. Di conseguenza, se siete fan di Azzarello e amate i polizieschi, le avventure di gangster e, in generale, il crime drama, questo è l’albo che fa per voi.