Beta Vol. 1 (di 2) – Recensione

Pubblicato il 23 Febbraio 2012 alle 11:30

Il mito dei robot giganti dei cartoni animati Anni Settanta rivive in Beta, miniserie tutta italiana scritta e disegnata da due autori rimasti incantati dal fascino di Mazinga e Goldrake.

Beta Vol. 1 (di 2)

Autori: Luca Vanzella (testi), Luca Genovese (disegni)
Editore: Bao Publishing
Provenienza: Italia
Prezzo: € 16.00, B, 15×21, 224 pp, B/N
Anno di pubblicazione: 2011

In un 1979 alternativo la Guerra Fredda tra il blocco Occidentale e Orientale non si combatte attraverso la corsa agli armamenti nucleari, ma si gioca nella progettazione di robot sempre più potenti.

Dennis Beta è il figlio di uno scienziato coinvolto nella realizzazione dei mezzi meccanici, e sogna fin da bambino di volare nello spazio con un robot ideato dal padre e difendere la Terra; il sogno diventa realtà quando è reclutato nel team del professor Karnap come uno dei piloti del robot componibile Gunshin.

La realtà che si trova ad affrontare è ben diversa da quella che immaginava: di fronte alla squadra si presenta la minaccia di una creatura biomeccanica di origine sconosciuta, minaccia che ben presto si moltiplica in varie zone della superficie terrestre.
Un’invasione che riporterà alla luce incubi creduti da tempo sepolti e pesanti eredità familiari.

Beta si contraddistingue fin dal risvolto della sovraccoperta, dove campeggia una illustrazione che emozionerà gli appassionati di Mazinger Z, come un’opera all’insegna dell’affetto e della nostalgia verso un genere che ha tenuto compagnia a moltissimi bambini e ragazzi dei primi Anni Ottanta attraverso lo schermo della televisione: i super robot, qui omaggiati sia nell’estetica sia nei contenuti dalla coppia di autori composta da Luca Vanzella (testi) e Luca Genovese (disegni), i quali si divertono (e fortunatamente divertono) a riproporre cliché e luoghi comuni del genere in un racconto sicuramente non originale o innovatore — né per trama, per caratterizzazione dei personaggi o stile dei mecha — ma che sa farsi apprezzare per la genuinità che trasmette e per la scorrevolezza della narrazione.

La storia, di stampo piuttosto classico, si divide tra i canonici scontri tra robot giganti e creature bio-meccaniche (simili a quelle viste nella Getter Saga) e le vicende personali dei protagonisti; e proprio attorno a quest’ultime ruotano i colpi di scena e i misteri intrecciati in questo primo volume: la direzione verso cui si muovono sembra procedere anche qui verso binari già tracciati e noti agli appassionati del genere, tuttavia gli autori potrebbero riuscire a sorprendere anche i lettori più smaliziati nel secondo e conclusivo volume di prossima uscita.

Lo stile grafico è invece fresco e personale: l’opera, in bianco e nero, è caratterizzata da una gabbia molto libera debitrice del fumetto orientale, così come debitrice ai manga è l’utilizzo delle linee cinetiche, mentre l’abbondante uso del retino è più vicino alla scuola italiana. L’unica pecca è costituita da qualche incertezza nelle scene di battaglia, che in alcune sequenze risultano un po’ confuse.

In conclusione il primo volume di Beta è principalmente rivolto e consigliato ai nostalgici del genere, che facilmente rivivranno le emozioni provate da bambini e che si esalteranno nello scovare le numerose citazioni alle opere amate.

VOTO: 6,5

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