Predator – Life and Death | Recensione
Pubblicato il 12 Settembre 2018 alle 11:00
Predator – Life and Death è il primo capitolo della saga seguito di Fire and Stone e che riunisce nuovamente tutti gli universi narrativi dell’ALIENS UNIVERSE a fumetti, gettando ancora una volta nella mischia umani, xeonomorfi, yautja e ingegneri.
Dopo l’ottimo volume cartonato Predator 30° Anniversario che raccoglieva tre storie fondamentali del framchise fra cui le primissime due, la nostra recensione QUI, saldaPress continua la sua marci di avvicinamento a The Predator – pellicola diretta da Shane Black che sarà nelle sale italiane il prossimo 11 ottobre – proponendoci, in attesa del nuovo mensile spillato, questo Predator – Life and Death.
Questo volume è il primo capitolo di Life and Death, un nuovo arco narrativo che raccoglierà tutti franchise dell’Alien Universe, e sequel di Fire and Stone, arco narrativo di apertura che saldaPress ha già portato in Italia in 4 volumi e che abbiamo recensito qui, qui, qui e qui.
È trascorso un anno dagli avvenimenti narrati in Fire and Stone e ne sono passati 43 da quelli del film Aliens. L’astronave militare USCM Hasdrubal atterra sul planetoide LV-797, ribattezzato Tartarus, una delle lune che orbitano attorno al pianeta Calpamos. La missione dei marine coloniali a bordo, una volta sbarcati, sarà quella di investigare su una possibile attività illecita di una società rivale della Weyland-Yutani, la Seegson, che starebbe intraprendendo attività illecite sul pianeta, di proprietà della Compagnia. Quello con cui si trovano ad avere a che fare i militari, però, è molto diverso da un semplice gruppo di minatori illegali: si imbatteranno in una gigantesca astronave aliena a forma di ferro di cavallo e in un gruppo di yautja che la presidiano e che sono pronti a tutti pur di difenderla.
Predator – Life and Death è firmato dal veterano Dan Abnett (I Guardiani della Galassia, Aquaman) il quale confeziona quello che è a tutti gli effetti un lungo prologo, carico di azione, per questo arco narrativo.
L’autore gioca con quelli che sono gli stilemi del franchise – il gruppo di militari carico di testoterone e l’azione sopra le righe – calandoli in un contesto prettamente fantascientifico, in tal senso il volume ricorda a tratti la poco fortuna pellicola Predators del 2010, operazione necessaria per fornire le giuste connessioni agli altri franchise che proseguiranno l’arco narrativo.
Non c’è sostanzialmente nulla di sbagliato nel lavoro di Abnett purtroppo però gli spunti di reale interesse sembrano essere tutti rimandati nei capitoli futuri come ad esempio la motivazione per quale gli yautja difendano la nave aliena. L’autore poi utilizza i Predator in maniera abbastanza scontata lasciando grande spazio ai protagonisti umani che ovviamente diventano ben presto carne da macello per gli stessi yautja.
Insomma l’azione e qualche battuta ad effetto e una protagonista che avrebbe meritato forse un maggior approfondimento mascherano bene ma non benissimo la volontà dell’autore di comprimere nell’ultimo capitolo la parte più interessante di questo volume.
Buona la prova alle matite di Brian Albert Thies che con stile sporco e graffiato illustra in maniera efficace una storia come detto ricca d’azione e in cui il disegnatore può divertirsi con inquadrature, prossemica e chiaroscuro.
In definitiva Predator – Life and Death è una lettura scorrevole e sicuramente farà felici gli amanti dell’Alien Universe ma che pecca forse nell’estrema semplicità della sua trama preferendo non “affondare” il colpo quanto piuttosto assurgere al ruolo di semplice un prequel.
Ottima come sempre la cura carto-tecnica del brossurato saldaPress seppure rispetto ad altre uscite ci sono da segnalare un paio di leggerezze in fase di adattamento che però non inficiano assolutamente la lettura.