Karnak – Il Punto Debole di Ogni Cosa | Recensione
Pubblicato il 5 Settembre 2018 alle 11:00
Chi è Karnak? Il più enigmatico degli Inumani è il protagonista di un’inquietante miniserie Marvel scritta dal graffiante Warren Ellis! Non perdete una delle opere più adulte e profonde mai prodotte dalla Casa delle Idee!
Quando Stan Lee e Jack Kirby si occuparono di Fantastic Four ebbero il merito di introdurre tanti personaggi che nel corso del tempo si sarebbero rivelati fondamentali nel Marvel Universe. Tra essi non si possono non citare gli Inumani, forse il gruppo di supereroi più strano della Casa delle Idee. Gli Inumani erano una razza che viveva ad Attilan, città protetta dalle montagne dell’Himalaya, ed era guidata dalla Famiglia Reale, composta dal sovrano Freccia Nera, dalla moglie Medusa e da altri consanguinei.
Gli Inumani apparvero spesso nelle storie del Favoloso Quartetto e i suoi componenti hanno sovente avuto un ruolo rilevante negli eventi dell’Universo Marvel. In più di un’occasione furono protagonisti di serie che non ebbero mai grande successo. Negli ultimi anni, però, la Marvel ha puntato molto su di loro, cercando di proporli come una versione contemporanea degli X-Men e in effetti nelle loro storie ci sono state tematiche e situazioni narrative simili a quelle presenti negli albi dei mutanti.
Tra le altre cose, è stata pubblicata una miniserie dedicata a Karnak, forse il più enigmatico e inquietante degli Inumani, che Panini Comics ha proposto in volume. L’opera è da tenere d’occhio, anche perché firmata dal britannico Warren Ellis, uno degli autori più trasgressivi di sempre, apprezzato per lavori dirompenti del calibro di Hellstorm, Doom 2099 e Transmetropolitan.
La vicenda si svolge in un momento particolare della vita degli Inumani. Le Nebbie Terrigene, il gas che conferisce loro incredibili poteri, si sono sparse per la terra con conseguenze allucinanti. Ora molti homo sapiens hanno doti inumane e la situazione non è facile da affrontare. Karnak, divenuto Magister, in pratica un maestro che insegna filosofia e spiritualità a un gruppo di allievi, come faceva un tempo suo padre, si è ritirato nella Torre della Saggezza. Lui è uno dei pochi Inumani a non essere mai stato sottoposto agli effetti delle Nebbie Terrigene ma ha da sempre sviluppato una dote: scoprire il punto debole di qualsiasi cosa.
Tuttavia, Karnak è costretto a lasciare momentaneamente la torre a causa di una richiesta dello SHIELD. Uno dei tanti ragazzi umani modificati dalle Nebbie Terrigene, infatti, è stato rapito da una cellula separatista dell’A.I.M. Pare essere onnipotente, è considerato una creatura divina e sta combinando un sacco di danni. Lo SHIELD chiede a Karnak di trovarlo e consegnarlo all’associazione spionistica. Queste sono almeno le premesse ma la realtà è diversa e più spaventosa, come scoprirà a sue spese Karnak.
Ellis delinea una trama intensa, profonda e adulta nei toni. Affronta tematiche filosofiche, con riferimenti al buddismo, allo zen, alla spiritualità orientale, ma pure alla fisica quantistica. Karnak è certamente più un filosofo che un combattente e la sua concentrazione sui punti deboli lo rende davvero inumano, nell’accezione più negativa della definizione. Se c’è qualcosa che colpisce il lettore è proprio l’analisi psicologica che Ellis compie del personaggio. Nella sua versione, Karnak è incapace di provare sentimenti. Semplicemente, non li comprende.
Inoltre, sebbene Karnak sia in grado di percepire le debolezze di chiunque, a sua volta non è privo di vulnerabilità. Queste sono innanzitutto emotive. Ellis evidenzia il rancore che Karnak prova verso i genitori che gli impedirono di sottoporsi agli effetti delle nebbie. Dietro una maschera di freddezza, cela un complesso di inferiorità nei confronti degli altri Inumani. Tutto ciò gli viene sbattuto in faccia dal ragazzo con i poteri divini che diviene quindi il suo accusatore, la sua cattiva coscienza; in pratica, qualcuno che porta alla luce le mancanze di Karnak.
Il Karnak di Ellis è da brividi e nessuno prima di lui (a parte forse Paul Jenkins) ce l’aveva presentato in questo modo. Non è facile simpatizzare con lui, essendo privo di empatia, ma nello stesso tempo non si può non subirne il fascino. Attrae e respinge nello stesso tempo. Se ne percepisce il carisma ma si fa fatica ad approvarne le azioni spietate (e il finale della storia, a dir poco amaro e pessimista, non fa che confermare questa sensazione).
Karnak è uno dei lavori migliori di Ellis, valorizzato da una sceneggiatura impeccabile, dialoghi di indubbia profondità e un perfetto equilibrio di azione e introspezione. Dal punto di vista dei disegni, la miniserie è altalenante. Il primo episodio è illustrato da Gerardo Zaffino, penciler che alcuni ricordano per Suiciders: Kings of HelL.A della Vertigo. Ha un tratto sporco, contorto e grezzo, non sempre riuscito ma efficace, e si avvale di alcuni contributi di Antonio Fuso. I restanti capitoli sono appannaggio di Roland Boschi, più esperto di Zaffino, che ci propone tavole dinamiche e di buon livello.
Comunque, vale la pena recuperare Karnak. Non solo avrete modo di leggere un fumetto di qualità; ma potrete apprezzare la scrittura di un Warren Ellis al meglio delle sue possibilità.