Steven Universe e le Crystal Gems | Recensione

Pubblicato il 18 Settembre 2018 alle 11:00

La serie animata creata da Rebecca Sugar, ex scrittrice anche di Adventure Time, e prodotta da Cartoon Network Studios arriva in Italia in versione fumetto.

Per chi non la conoscesse, Steven Universe è una serie che vede protagonista il giovane Steven, il quale scopre di essere un membro delle Crystal Gems, un gruppo di supereroine aliene che difendono la Terra dalle forze del Male. Ma in realtà Steven Universe è molto di più, riuscendo a mischiare fantascienza ed avventura con uno stile molto giocoso e colorato, ma non trascurando temi importanti come l’inclusione e i rapporti personali.

La serie di Cartoon Network, in onda qui da noi anche su Boing e disponibile su Netflix, è stata candidata a tre Emmy Award e cinque Annie Award, in quanto apprezzata da fan e critica per direzione artistica, design, caratterizzazione dei personaggi, nonché per come sono affrontate alcune tematiche, delicate, come la scoperta di se stessi, in quanto il protagonista dimostra una sensibilità unica, che rispecchia sia il suo lato femminile che quello maschile. Vediamo ora se queste caratteristiche positive sono state però portate anche nel fumetto.

La risposta è certamente sì; anche se è cambiato il medium le tematiche sono rimaste le stesse, con Steven, Perla, Garnet ed Ametista  che continuano a costituire una particolare famiglia in cui ognuno ha il suo ruolo, ma in cui le dinamiche familiari non mancano di essere analizzate, sia per gli aspetti positivi che per quelli negativi.

E cosa c’è di meglio per una famigliola che trovarsi intorno ad un fiuoco in un bosco, nel bel mezzo di un magnifico campeggio? Però, si sa, a non tutti piacciono le storie di fantasmi, dato che alcuni sono più facilmente impressionabili di altri e si lasciano suggestionare da rumori e suoni che appaiono strani; e purtroppo Ametista (e anche Steven) è tra questi, quando si parla della terribile storia del fantasma di vetro.

La storia, tuttavia, non è la classica storia di mostri ed il finale confermerà il valore narrativo e “pedagogico” della serie. Non si può poi che confermare che ritroverete i personaggi che avete imparato a conoscere dalla serie TV, sia dal punto di vista del design (riprendendo quello della serie animata) sia dal punto di vista delle caratteristiche caratteriali dei personaggi.

Del resto questa miniserie è datata 2016, quindi quando già era iniziata la stagione 2 in USA: ne consegue che i personggi erano già ben definiti e non restava altro che farne una trasposizione su carta che ne rispecchiasse le carattaeristiche di successo che tanto hanno favorevolmente colpito il pubblico.

Se prendere le caratteristiche della serie animata non è stato troppo complicato, è anche vero che la storia così come scritta da Josceline Fenton (Hemlock) mantiene sempre un ritmo vibrante, che tiene viva l’attenzione.

Insomma, un volume che rappresenta al meglio la collana Tipitondi di Tunué, in cui si mescolano il divertimento pensante, la curiosità creativa e insiemi aperti di condivisione.

Il volume presentato dalla casa editrice offre anche del materiale extra, ovvero le diverse copertine dei quattro numeri della miniserie, comprese quelle variant e quelle realizzate per particolari catene di distribuzione, oltre ovviamente a quelle standard.

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