Next Gen | Recensione
Pubblicato il 9 Settembre 2018 alle 17:00
Basato sul fumetto 7723 di Wang Nima, Next Gen è un film di animazione visivamente appagante, ma che spesso si perde nella narrazione della storia in dettagli futili e ridondanti.
Per acquistare i diritti per poter distribuire Next Gen il colosso Netflix ha speso ben 30 milioni di dollari, un investimento decisamente importante. Il prodotto finale si presenta di buona fattura, soprattutto per quanto riguarda la rappresentazione grafica dei personaggi e del mondo futuristico in cui la storia è ambientata, incredibilmente ricca e curata fin nei più piccoli dettagli.
Protagonisti della storia saranno la piccola Mai, una ragazzina ribelle dai brillanti capelli viola ancora turbata dall’abbondono della casa familiare da parte di suo padre, e 7723, un robot progettato per combattere. Fra i due nascerà un improbabile, seppur prevedibile, rapporto di amicizia, che li porterà a scoprire e a combattere un esercito di altri robot guerrieri:
- Q-Bots e scenari futuristici
I Q-Bot sono robot da compagnia che dispongono di tante funzionalità e che sono molto diffusi nel mondo di Next Gen, nel quale in pratica ogni oggetto di uso comune è robotizzato, creando una serie di situazioni divertenti e surreali.
In questo mondo non è nemmeno troppo chiaro quale sia il ruolo degli esseri umani, poiché in pratica tutti i lavori e le mansioni sono svolti da robot. Nel momento in cui parte la narrazione, sta per essere immesso sul mercato un nuovo modello di Q-Bot, il Gen 6 (da qui il titolo del film), e lo scopo del suo creatore, Justin Pin, un abilissimo showman e uomo d’affari che ricorda molto da vicino Steve Jobs, è quello di introdurne uno in ogni abitazione.
Gli esseri umani di questo futuro, utopico o distopico, a seconda dei punti di vista, sono completamente dipendenti dalla tecnologia, ed è in questo contesto che si inserisce la nostra Mai, la quale, di contro, detesta i robot, e che avrà sempre qualche difficoltà nel rapportarsi al suo nuovo amico 7723.
Proprio a causa di questa dipendenza dalle macchine, gli esseri umani sono diventati molto più freddi, e la stessa madre di Mei si rivelerà una madre poco attenta a sua figlia, perché troppo presa dal suo nuovo Q-Bot. Durante la visione del film, si renderà dunque evidente il contrasto fra una perduta umanità da parte delle persone e un suo ritrovamento da parte di 7723, il quale, paradossalmente, è il personaggio più umano di Next Gen.
- Una narrazione che si trascina
Se il punto di forza di Next Gen è l’impatto visivo, il suo punto debole sono la trama e la sua narrazione. Nella parte in cui Mai nasconde 7723 si nota un riferimento quasi esplicito a E.T., mentre il tema di un futuro in cui le macchine vivono in simbiosi con gli esseri umani, ma che a un certo punto si ribellano a essi, è uno stilema classico molto caro alla fantascienza da sempre, come dimostrano opere come Blade Runner e il romanzo a cui si è liberamente ispirato, Il cacciatore di androidi di Philip K. Dick, Matrix, Io, Robot e l’antologia di fantascienza omonima di Isaac Asimov, e moltissimi altri.
Le scene di azione movimentano l’andamento generale del film, che però soffre di una trama di per sé non originalissima che, inoltre, si trascina in diversi punti, risultando a tratti ripetitiva. Inoltre, un punto focale come la nascita del rapporto di amicizia fra Mai e 7723 non è in realtà trattato in maniera adeguata, lasciando gli spettatori a chiedersi come mai una macchina progettata per combattere debba affezionarsi a una ragazzina mai vista prima.
Il ripetersi di alcune scene, che risulta ridondante, e l’eccessivo spazio riservato a sezioni del film e della storia non fondamentali producono come risultato finale un film che sarebbe stato più dinamico e avvincente se fosse durato qualche minuto in meno.
- Conclusioni
Next Gen è un film di animazione realizzato i computer grafica coloratissimo e visivamente molto curato e apprezzabilissimo, ma a questa cura per l’aspetto visivo del film non corrisponde la medesima cura della trama, a volte scontata e ridondante.