Atypical – Stagione 2 | Recensione

Pubblicato il 9 Settembre 2018 alle 20:00

Torna su Netflix Atypical, la serie che propone uno spaccato della vita di una famiglia alle prese con l’autismo.

I Gardner sono una famiglia come tante, composta da padre (Doug Gardner, interpretato da Michael Rapaport), madre (Elsa Gardner, interpretata da Jennifer Jason Leigh), e due figli, Sam (interpretato da Keir Gilchrist) e Casey (interpretata da Brigette Lundy-Paine). Ciò che rende i Gardner “atipici” è il fatto che il figlio maggiore Sam, è affetto da una forma di autismo.

La serie si propone dunque di mostrare agli spettatori la visione del mondo del giovane Sam, ormai diciottenne e in procinto di diplomarsi:

  • Think different

Gli appassionati di The Big Bang Theory hanno già un’idea di come lavori il cervello di Sheldon Cooper, alcuni comportamenti del quale possono essere associati alla Sindrome di Asperger, che rientra nello spettro dell’autismo (a onor del vero, gli ideatori della serie non hanno mai affermato che Sheldon sia affetto da tale disturbo, anche se può ricordarlo). Se vi aspettate però che Sam Gardner sia come Sheldon Cooper, siete fuori strada: i comportamenti di Sheldoon Cooper sono volutamente estremizzati proprio perché il geniale scienziato è protagonista di una sitcom, genere in cui per l’appunto l’estremizzazione di alcuni tratti caratteriali o la presenza di situazioni improbabili sono atti a creare situazioni divertenti.

Atypical si propone, invece, come un ritratto realistico non solo delle situazioni familiari dei Gardner (ricordiamo che nella prima stagione si era scoperto che Elsa ha tradito suo marito), ma anche del modo in cui affrontano la vita di tutti i giorni con l’ulteriore difficoltà della convivenza con l’autismo.

Sam è un ragazzo intelligente molto portato per lo studio della biologia e per il disegno. Oltre ad andare a scuola, ha anche un lavoro come commesso in un negozio di elettrodomestici e articoli per l’informatica. In questa seconda stagione, Sam sarà vicino al diploma, e dovrà scegliere cosa fare della propria vita dopo averlo conseguito: restare a casa e continuare con la sua vita attuale, o mollare tutto per andare al college?

Per quante difficoltà possa incontrare il ragazzo, fra cui i bulli che lo prendono in giro per il suo essere uno “stramboide”, l’attenzione è in realtà focalizzata non su come gli altri vedono Sam, ma su come lui vede gli altri e il mondo che lo circonda.

In questo modo, gli spettatori sono trasportati all’interno della sua mente, dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, il che porta a una comprensione del suo modo di pensare e sentire, producendo una certa empatia con il personaggio, anche grazie all’interpretazione sempre molto credibile e convincente di Keir Gilchrist. Sam è un grande appassionato del mondo naturale in generale e dell’Antartico e dei pinguini nello specifico, e quando descrive le situazioni che si trova a vivere molto spesso fa degli interessanti paragoni con ciò che avviene proprio nel mondo naturale, un mondo per lui molto familiare, più di quello in cui vivono gli esseri umani.

Il ragazzo tende sempre ad analizzare ogni cosa in maniera talmente logica da risutare a tratti fredda, ma non vuol certo dire che sia anaffettivo: Sam analizza anche i suoi sentimenti grazie alla logica, e vuole imparare a relazionarsi meglio con le persone che fanno parte con la sua vita. In questo, avrà sempre il supporto della sua famiglia, coinvolta in problemi di diverso generi, della sua ragazza Paige Hardaway (Jenna Boyd) e del suo migliore, se non unico amico Zahid (Nik Dodani), uno dei personaggi più “atipici”, divertenti e meglio riusciti della serie.

Ciò che vuole mostrare Atypical è dunque il fatto che Sam non sia un disabile disadattato, quanto piuttosto una persona che ragiona in maniera differente rispetto alla norma. Come dirà lo stesso Zahid, forse la verità è che gli autistici sono normali, mentre tutti gli altri sono alienati, proprio grazie al fatto che la logica impeccabile di Sam gli permette di analizzare le persone, i loro sentimenti e i loro comportamenti per quelli che sono, senza le consuete sovrastrutture ritenute indispensabili nei rapporti sociali e umani, come le menzogne. La visione del mondo di Sam è affascinante proprio perché diversa, atipica, ma non per questo distorta o non veritiera.

  • Conclusioni

La seconda stagione di Atypical mostra come i personaggi si evolvano insieme alle nuove sfide che dovranno affrontare, e rende ancora una volta evidente quanto il protagonista Sam Gardner sia determinato a vivere la propria vita in maniera autonoma e indipendente, ma sempre forte del sostegno delle persone che ama e che lo amano, in una serie che parla di autismo non come di una disabilità, ma come una condizione che rende chi ne è affetto semplicemente “atipico”.

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