Dylan Dog Color Fest 26 | Recensione

Pubblicato il 11 Agosto 2018 alle 17:00

Il connubio tra l’Indagatore dell’incubo ed i ragazzi della Fondazione REM è riuscito alla perfezione!

Finalmente Creepy Past ha fatto centro, ed il merito è anche di Dylan Dog.

Dopo un esordio non del tutto convincente (qui la nostra recensione) la nuova serie horror young della Sergio Bonelli Editore è stata protagonista di un team-up con l’Indagatore dell’Incubo, personaggio che è in grado di far schizzare alle stelle l’attenzione nei confronti di qualsiasi altro character affiancato alla propria figura (ricordiamo infatti che l’anno scorso, di questi tempi, Dylan Dog è stato protagonista di un doppio albo con Dampyr che ha riscosso grande successo).

Così il Dylan Dog Color Fest estivo è stata l’occasione giusta per affiancare all’indagatore dell’incubo i protagonisti di Creepy Past, con tutto il team creativo della serie trasportato su un albo dedicato all’inquilino di Craven Road. E l’esperimento è più che riuscito.

Tre sono state le storie che hanno visto Dylan Dog ed i personaggi di Creepy Past affiancarsi in racconti nei quali l’indagatore dell’Incubo non si è mai del tutto incrociato con i ragazzi della fondazione Rem, ma è stato protagonista di eventi ad essi legati.

La prima storia, dal titolo L’Uomo senza Faccia, vede come protagonista assoluto Slanderman, il mostro che ha un ruolo di primo piano anche nella serie Creepy Past. Dylan Dog all’interno di questa storia è protagonista di un lungo flashback nel quale il suo destino s’incrocia con quello di una ragazzina chiamata Tamara, e con lo stesso Slanderman.

La seconda storia invece è quella con più impatto emotivo, e che si avvicina di più ad i canoni narrativi di Dylan Dog: l’indagatore dell’Incubo vive l’ennesima storia d’amore con una ragazza di nome Daya. L’elemento cardine della storia sarà il lucchetto dell’amore che legherà la relazione vissuta da Dylan e dalla sua dolce metà con ciò che sta vivendo Norma, una delle ragazze della fondazione Rem, la quale è stata appena lasciata dal fidanzato con il quale condivideva un lucchetto dell’amore, e che sembra essere misteriosamente scomparso.

L’ultima storia è intitolata Le Voci Dentro, e segue il percorso di Jade, un ragazzo sfiguratosi dopo aver ricevuto una chiamata da alcune voci, le quali sembrano imporgli di commettere degli orribili omicidi. A cercare di salvare il ragazzo e le future vittime da questa possibile tragedia ci penserà proprio Dylan Dog.

Bruno Enna e Giovanni Di Gregorio si alternano alle sceneggiature di queste tre storie, le quali riescono bene ad amalgamare le caratteristiche narrative principali dei fumetti di Dylan Dog, e di Creepy Past. L’orrore psicologico, riflessivo e drammatico dell’Indagatore dell’Incubo si adatta bene ad un’atmosfera più horror young che caratterizza la nuova testata della SBE.  Ciò che era mancato al primo numero di Creepy Past, ovvero quelle atmosfere e racconti horror capaci di dare gusto ai lettori più appassionati del genere, qui risultano essere ben messe a fuoco, ed hanno dalla loro parte il supporto di un character come Dylan Dog che di orrore ne mastica parecchio.

I disegni di Giovanni Rigano, Alberto Zanon e Federico Nardo rispettano il canone cartoonesco e leggero di Creepy Past. Il tratto usato dai tre artisti è leggero, ma attento ai dettagli, mentre le espressioni dei protagonisti sono deliziose. Inoltre, la seconda storia Le Voci di Dentro è caratterizzata da una narrazione più drammatica, che ha stimolato i disegnatori, soprattutto nelle pagine con protagonisti Dylan Dog e Daya, a creare uno stile che mischia il cartoonesco ed il realistico, perfetta sintesi tra il dylandoghiano, e Creepy Past.

I colori di Matteo Vattani, Andres Mossa e Dario Calabria non presentano alcuna sbavatura, e seguono le caratteristiche di base di Creepy Past: colori chiari, attenzione verso le sfumature e sui dettagli, ed una leggera cromatura di base che tende a enfatizzare le atmosfere oscure, com’è giusto che sia in un fumetto che ha l’horror come genere principale.

Insomma questo mash-up tra Dylan Dog e Creepy Past è perfettamente riuscito, e c’è da augurarsi che gli albi di Creepy Past seguano la linea dettata da questo albo per aumentare la qualità narrativa della propria serie, che di potenzialità ne ha davvero tante. Per quanto riguarda l’Indagatore dell’Incubo invece, ancora una volta si rende protagonista di un team-up nel quale funge da ottima spalla, e, quando serve, da eccellente protagonista.

Giuda ballerino… questo sì che è un gran bel fumetto!

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