Tex 694 – Kit contro Kit | Recensione
Pubblicato il 7 Agosto 2018 alle 11:00
Proteus continua a seminare il panico a Flagstaff, ed è pronto a mettere in pericolo anche la vita del figlio di Tex.
Perry Drayton, meglio conosciuto come Proteus, è ancora a piede libero. Ma Tex è sulle sue tracce e non ha intenzione di farselo scappare.
Nel frattempo a Flagstaff si sta celebrando un matrimonio, quello di Francine Carter, la figlia del sindaco. Si tratterebbe del momento ideale per Proteus per tirare fuori le proprie doti di trasformista, camuffarsi in mezzo alla folla, e liberarsi una volta per tutte di Tex.
Ma la seconda parte della storia anziché proseguire sul gioco all’inseguimento tra Proteus e Tex, diventa improvvisamente un action a sfondo “giallo” ancora più incalzante e ritmato, che porterà ad un finale mozzafiato che non tradirà le attese dei texiani.
In questo albo, così come nel precedente, è presente anche un flashback che racconta il passato di Proteus. Questa volta l’attenzione viene spostata sull’esperienza nel carcere di Yuma, dove Proteus ha avuto modo di rapportarsi con il suo mentore, Edgard Plummer, un trasformista da circo a cui deve l’acquisizione delle proprie doti. Ma nel corso della storia capiremo più volte che Proteus non è un personaggio capace di riservare gratitudine.
Ciò che diverte maggiormente di questo Kit contro Kit è proprio la seconda parte della storia, durante la quale avverrà un vero e proprio assalto al treno: un cliché tipico delle storie western, ma che in questo caso, grazie alla passione per lo spy ed il thriller dello sceneggiatore Pasquale Ruju, si contamina con un’atmosfera alla Delitto sull’Orient Express.
Il tutto servirà per portare ad un gran finale, durante il quale Proteus sfrutterà le proprie doti da trasformista per mettere in pericolo la vita della persona alla quale Tex tiene di più: il figlio Kit.
Insomma, tra ritmi incalzanti, buoni intrecci narrativi, atmosfere che mischiano il mistero con l’action, Kit contro Kit rappresenta il degno epilogo di una storia che era già iniziata ottimamente sull’albo precedente, intitolato proprio Il Ritorno di Proteus (da noi recensito qui).
Pasquale Ruju può considerarsi la solita garanzia: uno sceneggiatore capace di tenere il lettore con il fiato sospeso, anche quando apparentemente sembrerebbe trovarsi davanti ad un intreccio narrativo non così complicato.
Ad accompagnare Ruju sono i disegni di Bruno Ramella, che pur rispettando lo stile classico texiano, dettato dalle ispirazioni alla Claudio Villa, riesce a imprimere una dinamicità più che moderna alle tavole, soprattutto nelle scene d’ azione.
Kit contro Kit è il perfetto albo di Tex da leggere sotto l’ombrellone, di quelli che rimandano ad atmosfere suggestive e lontane, capaci di dare gusto e intrattenimento al lettore da spiaggia. Ma più in generale questo mini ciclo narrativo di due albi rappresenta una lettura piacevole per tutti gli appassionati texiani, i quali ritroveranno in Proteus un personaggio carismatico, degno dei migliori antagonisti del ranger di casa Bonelli.
Negli ultimi anni uno degli obiettivi principali degli albi di Tex, così come spesso dichiarato dal curatore Mauro Boselli, è quello di sfruttare la sua settantennale vita editoriale recuperando personaggi poco approfonditi da Gianluigi Bonelli, e dando a questi character uno spessore narrativo capace di sostenere cicli di storie contemporanee.
E bisogna dire che questo metodo sta funzionando alla perfezione, considerando anche che Proteus è uno dei villain migliori che Tex abbia potuto incontrare negli ultimi tempi. Anche per questo motivo Kit contro Kit è un albo imperdibile per tutti gli appassionati, e non solo.