Flavors of Youth | Recensione

Pubblicato il 7 Agosto 2018 alle 15:00

Nato da una collaborazione fra lo studio giapponese che ha prodotto Your Name., CoMix Wave Films, e lo studio cinese Haoliners Animation League, Flavors of Youth racconta tre storie non interconnesse di ragazzi ambientate in diversi tempi e città della Cina.

Flavors of Youth è stato proiettato nei cinema del Giappone il 4 agosto 2018 e, lo stesso giorno, la piattaforma di streaming online Netflix lo ha distribuito in tutto il mondo. Il film è disponibile sia con audio in lingua giapponese che in italiano.

Come suggerisce il titolo stesso di questa piccola collezione di mediometraggi, le tre storie raccontate mostrano la visione del mondo e della vita di tre ragazzi che non si conoscono fra loro, unite però da alcuni punti in comune: la giovane età dei protagonisti, un certo senso di malinconia e una forte caratterizzazione psicologica, resa esplicita grazie ai dialoghi e alla narrazione stessa, affidata, in tutti e tre gli episodi, alla voce narrante onniscente del suo protagonista principale, e una alternanza fra gli eventi del presente e quelli del passato dei ragazzi, in un costante richiamo a periodi della loro vita passati che non torneranno più.

Lo stile grafico ricorda quello di Your Name. in tutti gli episodi, i colori sono vividi e le animazioni molto curate, rendendo evidente la ricerca di un certo realismo e conferendo al prodotto finale un certo senso di uniformità visiva, mentre la struttura del film, diviso in tre episodi, fa pensare a 5 Cm per Second di Makoto Shinkai, l’autore di Your Name.

Ogni breve episodio è autoconclusivo ed è diretto da un regista diverso, il che rende Flavors of Youth un film molto piacevole da guardare e anche molto vario, grazie anche a una colonna sonora dolce e malinconica, perfetta per questo film di animazione.

  • Spaghetti di riso

Haoling Li è nato a Shangai nel 1985 ed è il regista di questo primo episodio ambientato a Pechino. La tematica trattata, ovvero la nostalgia del protagonista per il sapore di un buon piatto di spaghetti di riso fatti in casa, potrebbe far sembrare noioso questo breve film di animazione, ma non lasciatevi trarre in inganno: Haoling Li ha permeato il suo film di un senso di dolorosa nostalgia, facendo descrivere al suo protagonista la sua pietanza preferita in maniera poetica e decisamente evocativa, contribuendo, così, a creare un senso di empatia molto forte e coinvolgente, perché richiama alla mente episodi della propria vita che possono essere associati a quelli narrati.

Tutti abbiamo perduto irrimediabilmente qualcosa del nostro passato crescendo, qualcosa di cui sentiamo la mancanza e che ha lasciato un vuoto difficile da colmare, ed è questo che ci riporta nella accoglienti braccia della malinconia del passato.

Spaghetti di riso è l’episodio più introspettivo e nostalgico dei tre, mostrandoci un protagonista molto riflessivo e legato alle persone, ai luoghi e al cibo del suo passato, di cui sente una straziante mancanza perché ha perduto la felicità che invece ricolmava il suo cuore quando era solo un ragazzino e quando per essere felice gli bastava gustarsi un piatto di spaghetti di riso con la sua amata nonnina e guardare i capelli della ragazza di cui era innamorato risplendere alle luci del primo Sole.

  • Una piccola sfilata di moda

La regia di questo episodio è a cura di Jiaoshou Yi Xiaoxing, cyber celebrità cinese nata nel 1984. Indubbiamente è il meno incisivo dei tre episodi, e tratta una tematica un po’ più leggera con uno stile anche più ironico rispetto agli altri due mediometraggi. La protagonista di questo episodio ambientato nel 2020 è una modella di Canton che, da quando ha perso i genitori, si prende cura di sua sorella minore, che ha l’hobby della sartoria.

Probabilmente la ragazza non ha più l’età per fare un mestiere bastato sull’effimera bellezza come la modella, e il progressivo imporsi sulle scene di una modella più giovane contribuisce a minare l’autostima della protagonista, che piomba sempre più in uno stato di depressione che si traduce anche in un diffuso malessere fisico.

Una piccola sfilata di moda segue la discesa nel baratro e la risalita di una giovane donna che ha lavorato moltissimo e che continua a farlo, per poter mantenere il fisico adatto al suo lavoro, mostrando un aspetto che, a volte, può essere trascurato: i tanti sacrifici e il duro lavoro che richiede la bellezza.

  • Amore a Shangai

Il terzo e ultimo episodio di Flavors of Youth è l’unico diretto da un regista giapponese, Yoshitaka Takeuchi, nato a Nagano. Amore a Shangai è caratterizzato dall’alternanza di tre differenti linee temporali: l’estate del 1999, il 2002 e il presente, l’autunno del 2008.

Il protagonista è un giovane architetto che decide di lasciare la casa dei suoi genitori per andare a vivere con un suo vecchio amico. Durante il trasloco, il ragazzo trova una vecchia audiocassetta, che gli riporta alla mente l’estate del 1999, quando la usava per scambiarsi messaggi con il suo primo, vero, grande e unico amore, Shaoyu.

Poiché i ragazzi si sono persi definitivamente di vista da molti anni e che la fine della loro storia d’amore, giunta ancor prima del suo inizio, fa nascere prepotente nel giovane protagonista il desiderio di ascoltare l’ultimo messaggio registrato dalla sua amata Shaoyu su quella cassetta abbandonata anni prima in uno scatolone, e mai più ascoltata.

Immediatamente, un dubbio atroce si impossessa della sua mente, e lo spinge a correre all’impazzata in giro per la città alla ricerca di un lettore per audiocassette: se avesse ascoltato il contenuto del messaggio che Shaoyu aveva registrato per lui nel 1999, le cose fra loro sarebbero andate diversamente?

Amore a Shangai è senza ombra di dubbio l’episodio più coinvolgente e drammatico, e fa pensare a Your Name. nel momento in cui i protagonisti sono due ragazzi che un destino avverso sta tenendo separati.

  • Conclusioni

Flavors of Youth è una raccolta di tre mediometraggi di animazione molto introspettiva e coinvolgente, grazie alla presentazione di storie ordinarie che riguardano dei ragazzi ordinari e nelle quali è molto facile immedesimarsi.

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