Dampyr 221 – Pianeta di Sangue | Recensione
Pubblicato il 2 Agosto 2018 alle 11:00
Un albo dampyriano ad alto tasso horror e cinefilo.
Quando un giovane autore riesce nello stesso mese a catalizzare due delle serie più importanti di una casa editrice del calibro della Sergio Bonelli Editore vuol dire che forse in futuro quell’autore diventerà piuttosto importante.
Giorgio Giusfredi scrive per SBE già dal 2014, ma è negli ultimi tempi la sua produzione ha subito un positivo incremento ed oggi, nell’arco di un mese, durante questo agosto 2018, due suoi albi bonelliani sono appena arrivati in edicola. Parliamo dell’ultimo Color Zagor, e dell’albo mensile della serie Dampyr.
E se nel fumetto di Zagor le capacità di Giusfredi di tessere una buona trama thriller, con sfumature horror, è riuscita ma con qualche piccola sbavatura, per quanto riguardo l’albo dampyriano Pianeta di Sangue si entra nell’eccellenza.
Molti autori dampyriani sono cinefili, stessa cosa vale per gran parte dei lettori della testata dedicata ad Harlan Draka. Perciò cosa può esserci di meglio degli albi dampyriani dedicati al cinema, ed a quello horror in particolare?
In Pianeta di Sangue si ritorna agli albori della settima arte, partendo dai padri fondatori: personaggi del calibro di Georges Méliès. Ma il personaggio sul quale si sofferma maggiormente la storia è un “dimenticato”, un uomo pronto ad ammaliare il mondo con le proprie invenzioni cinematografiche e che invece è misteriosamente scomparso nel nulla. Parliamo di Louis Aimé Augustin Le Prince.
La misteriosa scomparsa di Le Prince ha ispirato l’autore Giusfredi, il quale ci ha tessuto attorno una trama all’interno della quale il Maestro della Notte Henzig sfrutterà il pioniere della settima arte per portare avanti i suoi giochi di sangue e terrore. Ma a distanza di cento anni dai primi atti orrorifici di Henzig sarà Harlan Draka ad essere chiamato in causa, e ad affrontare il Maestro della Notte, attorniato da vampiri e visioni dei più iconici mostri dell’orrore della storia del cinema, sullo sfondo di una fantastica cornice parigina.
Un cinefilo, ed in particolare un appassionato di horror, con Pianeta di Sangue ci va a nozze. Da tempo infatti non si riusciva a trovare un albo dampyriano dedicato al cinema così appagante. Le citazioni chiaramente si sprecano, ma vengono ben esaltate da una trama solida, e capace di ispirare le giuste suggestioni.
Magistrali sono le scene visionarie, ed i personaggi del cinema di ieri e di oggi che accompagnano l’avventura parigina dampyriana.
Ad esaltare i perfetti testi di Giusfredi sono gli altrettanto azzeccatissimi disegni di Alessio Fortunato, il quale utilizza uno stile leggero ed evocativo capace di dare ulteriori suggestioni e atmosfera ad una storia ambientata all’interno di una Parigi ben rappresentata.
Pianeta di Sangue si contraddistingue come uno dei migliori albi dampyriani degli ultimi tempi, e come il più appagante e stimolante degli ultimi mesi. Ciò che un dampyriano ama delle storie di Harlan Draka è la sua capacità (o meglio quella degli sceneggiatori che ci lavorano) di modellare attorno a storie tratte dalla mitologia, dalla tradizione fantastica e letteraria, o direttamente dal cinema, fumetti in grado di adattarsi ad un personaggio forte e riconoscibile in ogni albo, con una solida struttura narrativa di base. Insomma, il principio di Umberto Eco delle storie “sgangherate e sgangherabili” si adatta perfettamente a Dampyr.
Ed autori come Giusfredi possono rappresentare la promessa di un futuro di storie bonelliane lasciate in mani solide, capaci di far divertire i lettori di oggi e di domani, senza perdere lo spirito delle origini, calandolo in un contesto adeguato ai nostri tempi.