Color Zagor 7 – La Giustizia di Wandering Fitzy | Recensione
Pubblicato il 31 Luglio 2018 alle 11:00
Un ragazzino sfigurato, un Zagor bambino, ed il suo mentore “Wandering” Fitzy insieme per un’intrigante avventura mistery.
Il passato prima o poi torna a galla, soprattutto se ha ancora qualcosa a che fare con il presente.
Il passato di Zagor è ricco di personaggi e situazioni che, nel bene e nel male, hanno formato lo Spirito con la Scure.
Ma ci sono alcuni personaggi e vicende del passato di Zagor che a volte riemergono con più costanza, per far comprendere meglio il percorso dell’eroe di Darkwood, e per regalare alcune tra le avventura più intriganti agli affezionati lettori bonelliani.
Quella che si può leggere nel nuovo Color Zagor, intitolato La Giustizia di Wandering Fitzy, è una storia fatta di personaggi del passato, che hanno però un forte eco anche sul presente dello spirito con la Scure. C’è Adah, la bambina cieca, diventata un’adulta forgiata dalle sofferenze e dalle avversità, ma sempre fedele al suo desiderio di accogliere senza pregiudizi le diversità altrui.
C’è Percy, il mostro che ride: un chiaro richiamo al protagonista del romanzo L’Uomo che Ride di Victor Hugo ed al film muto, che ispirò il villain per eccellenza dei comics, ovvero il Joker. La storia di Percy s’intreccia con il passato di Zagor, ai tempi chiamato Path, e con un episodio che segnò le vite di tutti e tre i protagonisti, gettando mistero, morte e orrore nella tranquilla vallata ai piedi del Picco del Corvo, dove i ragazzi stavano trascorrendo l’infanzia.
Ma in questa storia c’è soprattutto “Wandering” Fitzy, l’uomo che insegnò a Zagor ad armeggiare la scure, ed a fargli comprendere che la vendetta non è mai fonte di benessere e soddisfazione.
Una storia intrigante quella proposta dallo sceneggiatore Giorgio Giusfredi, il quale utilizza questi quattro personaggi, raccontandone un passato abbastanza lontano, e inserendoli all’interno di una trama mistery: diversi abitanti della vallata, oltre che alcuni guerrieri Cayuga che vivono poco distanti, vengono ritrovati uccisi e orribilmente sfigurati, con uno sfregio identico a quello portato in volta dal ragazzo che ride. Ovviamente tutti i sospetti ricadranno su Percy.
Giusfredi imbastisce una trama intrigante, narrata attraverso un lungo flashback, alla fine del quale il lettore riuscirà a trarre un insegnamento: il passato, anche se violento e pieno di sofferenze, può essere portatore di messaggi positivi e cambiamenti, spingendo verso un futuro nel quale non si giudicherà più in base alle apparenze.
Ciò che manca a questa storia per diventare veramente eccellente è un po’ di ritmo e suspense in più. Elementi che, considerato il soggetto molto ricco, si sarebbero potuti esaltare. Ciò comunque non toglie meriti ad una storia che resta intrigante e godibile.
Ben fatti anche i disegni di Mauro Laurenti, il quale rispetta lo stile classico alla Gallieno Ferri, osando anche qualche tocco audace, grazie ad un paio di vignette fuori dagli schemi classici zagoriani.
I colori della GFB Comics si adattano bene ai disegni di Laurenti, non rischiando di rendere estraniante l’applicazione del colore alle tavole zagoriane, le quali hanno da sempre il marchio di fabbrica del bianco e nero.
Insomma, quello che i lettori bonelliani si apprestano a leggere è un Color Zagor intrigante, con un’interessante trama mistery, che non risparmia anche qualche piccola suggestione horror. In tempi di letture estive sotto l’ombrellone non c’è niente di meglio che lasciarsi conquistare dall’aria fresca di Darkwood, e dalle avventure di uno Spirito con la Scure, capace di offrire sempre grandi storie nelle quali potersi rifugiare.