Le 20 opere d’arte a cui si è ispirato David Lynch

Pubblicato il 18 Settembre 2019 alle 15:00

Guardare le creazioni di David Lynch è un po’ come ammirare una galleria d’arte sotto l’effetto di allucinogeni: da un lato, vediamo come queste siano profondamente artistiche, a volte noiose, per via della staticità delle immagini stesse, ma dall’altro scopriamo che le stesse siano anche decisamente macabre, come se fossero al di fuori del tempo e dello spazio, e sono anche, spesso, così stranianti e peculiari che la scarsa familiarità di queste scene ha un qualcosa quasi di nostalgico, e questo anche proprio per via delle opere d’arte alle quali il noto regista di Twin Peaks e di Dune, per citare solo due delle sue opere più conosciute, si è ispirato, le quali trasmettono, per l’appunto, la stessa gamma di sensazioni e sentimenti.

La particolarissima visione del mondo artistico e del mezzo cinematografico proprie di David Lynch stimolano nei suoi ammiratori una certa curiosità nei confronti della mente dell’uomo che riesce a concepire gli scenari unici che solo lui riesce a (ri)creare. Per quanto David Lynch sia indubbiamente un regista unico nel suo genere, il suo lavoro non è interamente originale, poiché è fortemente influenzato dal mondo dell’arte.

Questo amore e la profonda conoscenza di David Lynch per l’arte non sono certo casuali, poiché il regista statunitense ha studiato pittura alla Pennsylvania Academy of the Fine Arts di Philadelphia dal 1966 al 1967. Soltanto in seguito, Lynch si avvicinerà al mondo del cinema, ma in realtà l’artista nasce come pittore. Non solo: David Lynch continua a dipingere e a realizzare opere con tecniche miste, e la sua visione del mondo genera delle creazioni pittoriche incredibilmente espressive e stranianti, che trasmettono in chi le ammira le stesse gamme di sensazioni e sentimenti delle sue opere filmiche, dimostrando come la visione del mondo dell’artista influenzi fortemente le sue opere, a prescindere dal medium impiegato, sia esso pittorico o filmico, dando l’idea di una visione unitaria che crea continuità fra le sue opere pittoriche e quelle cinematografiche, come potete vedere nella piccola galleria qui di seguito, che racchiude alcune delle opere realizzate da David Lynch:

I lavori di David Lynch, infatti, traggono ispirazione da una grandissima varietà di artisti e di opere, anche se la fonte di ispirazione principale proviene da quegli artisti che hanno fatto parte di una delle Avanguardie del ‘900, ma non solo: fra questi, ricordiamo il pittore surrealista belga René Magritte, il simbolista svizzero Arnold Böcklin e anche il regista Stanley Kubrick.

Tuttavia, gli artisti che sembrano aver avuto il maggiore impatto sullo stile visivo di Lynch sono il pittore figurativo britannico di nascita irlandese Francis Bacon e il pittore realista americano Edward Hopper. Davvero molto interessanti sono le motivazione per le quali questi due artisti in particolare abbiano influenzato il lavoro di David Lynch: in parte, è perché entrambi racchiudono all’interno delle loro opere lo stile visivo e visionario del regista, ma la ragione principale è che questi due artisti, Bacon e Hopper, essenzialmente rappresentano la dicotomia che caratterizza l’intera filosofia alla base dello stile visivo di Lynch: una visione distopica dell’America, il macabro visto anche nella vita di tutti i giorni, un realismo figurativo o un figurativismo realistico. Per questi motivi, guardare un film di David Lynch è un po’ come vedere trasposti nel medium cinematografico i contenuti dei dipinti di questi due artisti.

Come ho già detto, però, David Lynch si è ispirato a una ricca serie di opere d’arte per i suoi film e per la serie creata insieme a Mark Frost Twin Peaks, incluse quelle realizzate da lui stesso, e conoscere un po’ più da vicino gli artisti più amati dal regista/artista è un ottimo strumento per meglio comprendere la sua visione del mondo in generale e del medium cinematografico nel particolare. Vi propongo dunque una selezione descrittiva di queste opere e della loro influenza sul lavoro del regista in questo articolo. Per una consultazione più ordinata, ho suddiviso le stesse in base all’artista che le ha eseguite. Benvenuti nella galleria d’arte di David Lynch.

FRANCIS BACON

Figura Seduta/Twin Peaks

Questa ennesima opera di Francis Bacon a cui fa esplicito riferimento nelle sue opere filmiche David Lynch vide la luce nel 1961, e ora è custodito nella Tate Modern di Londra. Bacon è un grande maestro nel trasmettere attraverso le proprie opere un forte senso di straniamento e sentimenti poco piacevoli come la solitudine e l’inquietudine, e questa Figura Seduta non fa certo eccezione. Fondamentale per la formazione di un gusto artistico come quello di David Lynch, l’opera di Francis Bacon è dunque imprescindibile per poter comprendere appieno la visione e la poetica di questo visionario ed emblematico regista.

Studio dal ritratto di Innocenzo X/Twin Peaks

Considerata una delle opere d’arte più inquietanti della storia, il dipinto di Francis Bacon è stato realizzato nel 1953 ed è esposto al Des Moines Art Center di Des Moines, in Iowa.

In realtà, come suggerisce il titolo stesso dell’opera, si tratta di uno studio su un quadro preesistente: l’opera di Bacon è infatti una versione deformata e distorta del Ritratto di Innocenzo X, un olio su tela realizzato dal pittore spagnolo Diego Velázquez nel 1650; il quadro è attualmente conservata nella Galleria Doria Pamphilj di Roma. Vi mostro qui in basso l’originale accanto alla versione di Francis Bacon che ha influenzato David Lynch per il suo Twin Peaks:

Un po’ come l’Angelus di Jean-François Millet per Salvador Dalì, l’opera di Velázquez era un’ossessione per Francis Bacon, che ne realizzò ben 45 differenti versioni.

Osservando con attenzione il frame tratto da Twin Peaks, è però possibile notare come l’atmosfera opprimente sia stata chiaramente influenzata da Bacon, mentre l’espressione, calma e arricchita da uno sguardo di sfida, ricorda maggiormente l’opera originale di Velázquez, come anche l’uso dei colori, caldi e con prevalenza di tonalità vicine al rosso, a differenza di Bacon, che ha invece rappresentato Innocenzo X preferendo l’uso di tonalità fredde, prevalentemente il viola e il giallo, per dipingere un trono fortemente stilizzato.

Una differenza fra le opere di Velázquez e di Bacon e quella di Lynch è lo scorcio, da sinistra nelle due opere pittoriche e da destra, invece, nella rappresentazione fatta da David Lynch.

Ritratto di un uomo/Twin Peaks

Anche questa opera di Francis Bacon è datata 1953; si tratta di un olio su tela il quale appartiene a una collezione privata. I colori freddi, prediletti dal pittore irlandese, la fanno da padrone anche in questa opera, resa ancor più straniante e inquietante dall’enigmatico sorriso sulle labbra rosse del soggetto rappresentato, unica nota dipinta utilizzando una tonalità calda e che, per questo, acquisisce un risalto maggiore.

Testa I/Eraserhead

Straniante, opprimente, oscuro, enigmatico, disturbante, grottesco, Francis Bacon è un artista che condivide davvero molte sfaccettature con David Lynch, il che è decisamente evidente in questo parallelismo fra una scena di Eraserhead, film del 1977, e l’opera di Bacon intitolata Testa I, realizzata con tecnica mista (olio e tempera) su tela nel 1948 e che fa parte della collezione di Richard S. Zeisler, New York. Si tratta della prima di una serie di sei teste e, come le altre, ci mostra una figura solitaria che urla, con particolare attenzione proprio alla rappresentazione della bocca spalancata su un cranio esploso e tramutatosi in una sorta di massa gelatinosa e informe di carne umana.

Tre studi per figure ai piedi del Crocifisso/Eraserhead/Twin Peaks

Realizzato con olio e pastelli su tela nel 1944, il trittico da cui è tratta l’immagine qui in alto è conservato alla Tate Britain di Londra:

Anche in questa opera, i soggetti rappresentati sono fortemente deformati, grotteschi, disturbanti, e a loro volta sono nati grazie all’ispirazione fornita dalle tre sorelle Tisifone, Aletto e Megera, le Erinni, figure presenti all’interno della Mitologia Greca Classica come personificazioni femminili della vendetta (il loro corrispettivo nella mitologia romana sono le Furie), soprattutto nei confronti di coloro i quali fanno del male alla propria famiglia.

Come potete vedere, mentre la figura sulla destra è stata ripresa da Lynch nel suo film Eraserhead, quella centrale ha fornito una importante ispirazione per una scena tratta dalla serie televisiva Twin Peaks.

Tre studi per una crocifissione/Twin Peaks

Anche in questo casa si tratta di un trittico risalente, come il precedente, al 1944; David Lynch ha utilizzato come riferimento il pannello più a sinistra della composizione artistica, che vi mostro nella sua interezza qui di seguito:

Si tratta di oli su tela e l’intero trittico è conservato ed esposto presso il Solomon R. Guggenheim Museum di New York.

Autoritratto/The Elephant Man

Bacon ha realizzato diversi autoritratti che rappresentano il suo volto in maniera decisamente distorta, surrealista e vorticosa, e fra queste opere figura anche questo autoritratto datato 1969; si tratta di un olio su tela che fa parte di una collezione privata che non è certo difficile identificare come la maggiore fonte di ispirazione per la creazione del volto deforme del protagonista del toccante Elephant Man, film biografico del 1980 dedicato alla figura di Joseph Merrick, affetto da una grave malattia che ne deformò il corpo.

Due figure alla finestra/Twin Peaks

Ancora una volta ci troviamo di fronte un olio su tela; si tratta di un’opera datata 1964 che fa parte di una collezione privata di Londra. e ancora una volta l’impatto sull’immaginario lynchiano di quello baconiano è chiaramente riscontrabile.

Opere diverse/Twin Peaks

Chiudiamo questa lunga carrellata di opere di Francis Bacon con questa ultima immagina, che ci mostra ancora una volta quanto importante sia nell’immaginario di David Lynch l’ispirazione fornita dalle opere di questo grande artista.

EDWARD HOPPER

Sera d’estate/Twin Peaks

Edward Hopper è stato un pittore realista statunitense che ha ben rappresentato la solitudine degli esseri umani nelle sue opere, rivelando in questo una certa influenza delle atmosfere stranianti, desolate e sgradevoli delle opere del periodo Metafisico dell’artista italiano Giorgio de Chirico.

L’opera in questione è un olio su tela realizzato nel 1947 e sia in Sera d’estate che nella scena di Twin Peaks a esso ispirata l’unica fonte di illuminazione per la veranda mostrata è la luce artificiale di una lampadina. Inoltre, entrambe le rappresentazioni sono solitarie, silenziose, desolate e desolanti, anche a causa della presenza di due personaggi che però sembrano non interagire fra loro, con il risultato di una rappresentazione resa ancor più solitaria proprio dalla mancanza di comunicazione fra i personaggi.

New York Movie/Twin Peaks

La grandissima potenza delle opere di Edward Hopper deriva dalla sua capacità di trasmettere un vuoto senso di isolamento e di solitudine anche quando ci mostra scene in cui sono presenti più persone. Nel caso di New York Movie, realizzato nel 1939, Edward Hopper ha rappresentato la sala di un teatro in cui gli spettatori sembrano raggruppati soltanto nelle prime file. Sul fondo della sala, ecco invece emergere una donna sola, in piedi, per le cui fattezze Hopper si è ispirato, come anche in altre sue opere, a sua moglie Jo.

Solitudine e alienazione sono sensazioni che conoscono bene anche gli appassionati di David Lynch, ma è sufficiente dare un’occhiata a questo stralcio di Twin Peaks per sentire nettamente il senso di vuoto e di disagio della figura solitaria presente nell’inquadratura, della quale è mostrata soltanto l’ombra.

Benzina/Twin Peaks

La stazione di benzina rappresentata da Hopper nella sua opera del 1940, per quanto realistica in realtà non esiste, ed è dunque frutto dell’immaginazione dell’artista. Anche in questo caso, il senso di solitudine e di inquietudine è quasi palpabile: in quella desolazione, in cui è presente soltanto una figura maschile solitaria, il senso straniante di inquietudine è trasmesso anche dal fitto e oscuro bosco che si staglia sul fondo del dipinto, in cui gli unici elementi antropici sono costituiti dalla presenza della pompa di benzina, dell’edifico adiacente e dell’unico personaggio vivente che anima, per così dire, la scena.

Lynch ha eliminato anche l’unico essere vivente nel quadro di Hopper, mostrandoci però la pompa di benzina inquadrata frontalmente, in una scena in cui è assente anche l’ambiente circostante; il senso di solitudine, di inquietudine e di desolazione la fa ancora da padrone.

Ufficio di notte/Twin Peaks

Questa opera di Edward Hopper è un olio su tela del 1940 attualmente conservato presso il Walker Art Center di Minneapolis, nel Minnesota, che lo acquistò nel 1948. Come si evince dal raffronto fra questa opera e un fermo immagine tratto dalla serie Twin Peaks, David Lynch ha ripreso molto da vicino il dipinto di Hopper nell’abbigliamento della donna e anche nella composizione della scrivania da lavoro e degli oggetti su di essa, anche se, in questo caso, la figura che siede a quella scrivania è stata rimossa per via di intenti narrativi differenti fra i due artisti.

RENÉ MAGRITTE

Il principio del piacere (ritratto di Edward James)/Twin Peaks

Considerato fra gli esponenti più importanti dell’Avanguardia Surrealista in Belgio, René Magritte è un artista le cui opere generano nello spettatore un senso di straniamento non molto dissimile da quello che si prova davanti a un’opera di Edward Hopper, anche se le origini e il significato di tale sensazione sono molto differenti in questi due artisti che hanno influenzato l’opera di David Lynch: mentre infatti Magritte vuole mostrare il senso di mistero che si cela anche dietro oggetti di uso comune e considerati del tutto o quasi privi di significato intrinseco, Hopper vuole rappresentare la solitudine e il disagio dell’uomo e dei tempi moderni.

Il principio del piacere (ritratto di Edward James) è un olio su tela che risale al 1937 conservato presso il West Dean House (Edward James Foundation), in Sussex, UK. L’opera rappresenta in modo simbolico il poeta e mecenate del Surrealismo Edward James;
Il principio del piacere è un concetto psicanalitico nato dal lavoro di Sigmund Freud il quale afferma che le persone cercano il piacere ed evitano il dolore. La controparte è il principio di realtà, che allontana la gratificazione quando necessario. Psicologi e neuroscienziati ritengono che il principio del piacere sia responsabile della piacevole sensazione che una persona prova dopo aver acquisito conoscenza o afferrato un concetto.

Nonostante il netto contrasto fra la forma luminosa dell’opera di Magritte e l’oscurità insita invece nella rappresentazione filmica di Lynch, l’influenza del lavoro di René Magritte è chiaramente visibile.

L’Écho/Twin Peaks

Il quadro di Magritte è un olio si tela che risale al 1944, ma qui in alto è mostrata solo la porzione di esso che ha fornito l’ispirazione per Lynch; qui in basso, vi propongo l’opera nella sua interezza:

Ancora una volta, la riproposizione dell’opera di Magritte è resa in maniera decisamente più oscura da Lynch, il quale trasforma un Sole abbagliante, che a sua volta ricorda la tecnica pittorica di Van Gogh, in vortice oscuro che riprende nuovamente, anche se maggiormente distorta, una visione che riporta alla mente le opere di Vincent Van Gogh.

Les mèmories d’un saint/Twin Peaks

Questo olio su tela datato 1960 è conservato al Centre Pompidou di Parigi ed è riscontrabile una certa similitudine nella composizione generale della scena fra questo dipinto e una scena tratta da Twin Peaks, anche se in quest’ultima vengono mostrate una strada e perfino un essere umano (l’agente dell’FBI Dale Cooper, interpretato da Kyle MacLachlan), soggetto, quest’ultimo, del tutto assente all’interno di questa opera di Magritte.

DAVID LYNCH

Testa di pollo blu #1/Twin Peaks

Come ho già accennato in precedenza, Lynch ha inserito nelle sue opere filmiche anche alcuni contenuti autoreferenziali, come questa esplicita citazione di una sua stessa opera. In questo caso, le sensazioni trasmesse, per quanto poco piacevoli, non sono quelle di isolamento e solitudine, quanto piuttosto di inquietudine e di disgusto, il cui effetto finale è comunque quello di riuscire a impressionare in qualche modo lo spettatore.

L’effetto straniante, dunque, tipico delle opere di Edward Hopper e dei protagonisti delle grandi Avanguardie del ‘900, come Metafisica e Surrealismo, resta immutato, creando un oggetto che, stilisticamente, ricorda (ma sarebbe più corretto dire il contrario) anche le opere di Adam Jones, artista che lavora anche nel campo degli effetti speciali per il cinema ed esperto in animazioni in stop motion, nonché chitarrista della band alternative progressive metal Tool:

Distorted nudes/Twin Peaks

Ci troviamo nuovamente di fronte a una autocitazione di David Lynch, che in questo caso ha scelto come modello una sua fotografia modificata che fa parte di una collezione intitolata Distorted Nudes, che risale al 1999.

David Lynch in quell’anno scansionò alcune fotografie tratte dal libro di Uwe Scheid intitolato 1.000 Nudi, le quali mostrano alcune donne ritratte in boudoir e postriboli negli anni ’20 del 1900. Per la sua serie di fotografie, David Lynch ha manipolato queste fotografie erotiche per trasformarle in immagini bizzarre e distorte, come per l’appunto suggerisce il titolo stesso della collezione scelto dal regista e artista. Alcune di queste, inoltre, riprendono lo stile di Francis Bacon, un artista che abbiamo visto essere di fondamentale importanza per lo stile visivo e visionario di Lynch.

Per modificare le fotografie originali con Photoshop, Lynch ha rimosso o modificato fortemente le teste e gli arti dai corpi, per poi allungarne e modificarne le silhouette.

Nudo su un divano/Twin Peaks

Anche in questo caso, la scena rappresentata nell’opera statica è stata ripresa in maniera piuttosto fedele in quella filmica, differendo principalmente per via dell’inquadratura, che ci mostra il soggetto più vicino nella scena tratta d Twin Peaks e con gli abiti indosso.

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