La Ragazza Venuta dal Futuro di Hiroaki Samura | Recensione

Pubblicato il 31 Luglio 2018 alle 17:00

L’autore de L’Immortale, in Italia per Planet Manga, torna in Italia con la sua seconda raccolta di storie brevi.

Dopo le storie brevi raccolte ne La ragazza Ananas (sempre pubblicato in Italia per l’etichetta J-POP) Hiroaki Samura torna con altre undici storie in questa Genso Gynæcocracy, dove si mescolano fantascienza con umorismo nero, storia con leggenda. Nella stessa post-fazione è l’autore personalmente ad indicare il filo conduttore che lega tutte le storie, ovvero il fine della sessualità, la procreazione, in quanto Hiroaki Samura ritiene il futuro dei bambini il futuro del Giappone stesso.

Sulla base di ciò ha scritto queste storie, alcune veramente brevi, altre un po’ più lunghe, che, alcune in maniera migliore rispetto ad altre a dire il vero, sviluppano questo tema centrale dell’autore, che, come dice lui stesso, dopo ben 43 volumi creati contando tutte le sue opere, può concedersi di volare un po’ più in alto nelle tematiche affrontate.

La prima storia, che dà anche il titolo a tutto il volume, elabora, mischiandole, l’età dei samurai con la fantascienza, creando una trama dal buon ritmo e con un finale inaspettato. Ciò però è consentito dal fatto che la sceneggiatura si dipana su più pagine; le storie più brevi, invece, peccano un po’ ovviamente nella complessità della trama, ma riescono comunque a raccontare delle esperienze di vita che sono piacevoli da leggere, come per esempio “La strada da percorrere insieme“, storia con un inizio ironico e malinconico nello stesso tempo, in cui ho anche visto (chissà se era voluta o meno) una citazione di una celebre scena del manga, in Italia pubblicato da Star Comics, Una ragazza alla moda (Mademoiselle Anne).

La nota caratteristica poi è che queste storie spesso sono assolutamente inverosimili rispetto a ciò che avviene nel mondo reale, ma basate sulla sola immaginazione fantastica di Samura, che ha già dimostrato ne La ragazza Ananas la sua straordinaria capacità di inventare storie fuori dall’ordinario.

Dal punto di vista grafico, se conoscete L’Immortale, sapete cosa aspettarvi da questo volume, ovvero dei disegni di grande impatto non solo visivo: lo stile di Samura si contraddistingue per la sua innata dinamicità e questo soprattutto lo si deve al suo tratto che sovente viene definito “graffiante”, ma che è comunque sempre caratterizzato da una quasi inarrivabile eleganza, che però sa trasmettere anche quel senso di sporco, come per esempio nella prima storia dove aiuta ad immergere il lettore ancora meglio nel clima dei duelli tra samurai… I suoi personaggi sono bene caratterizzati anche dal punto di vista del disegno, che mantiene un certo realismo nella loro trasposizione sulla tavola, anche grazie alle costruzioni visive che l’autore riesce a creare con pose assai ricercate. Samura non si smentisce nemmeno riguardo alla cura dei fondali, che sono sempre molto curati e ricchi di sottili dettagli.

Il volume contiene anche alcuni elementi bonus come delle bozze dei disegni che poi sono magari state respinte, anche se i contenuti extra sono veramente limitati e, dati la bravura del disegnatore ed in parte il prezzo del volume, forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più.

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