Recensione Valérian e Laureline vol.2 – 001 Edizioni
Pubblicato il 4 Giugno 2010 alle 11:53
Autori: Pierre Christin (testi), Jean-Claude Mézières (disegni)
Casa Editrice: 001 Edizioni
Provenienza: Francia
Prezzo: €16,00
Per ciò che concerne la fantascienza, in genere apprezzo la new wave, la corrente cyberpunk o le sperimentazioni narrative che caratterizzano le proposte sci-fi più avanzate. E di solito non amo la space opera, che trovo troppo ‘escapista’ e superata. Oltretutto, non amo gli eccessi di intellettualismo che a volte si possono riscontrare nella science-fiction (e, per esempio, i libri della LeGuin, personalmente, li considero illeggibili proprio per questo motivo).
La premessa è d’obbligo poiché quando si parla di fumetto francese (e, nello specifico, di quello fantascientifico), da lettore ho sovente rilevato un’impostazione eccessivamente ‘intellettuale’. Per giunta, applicata, spesso e volentieri, alla space opera. Il secondo volume di Valérian e Laureline, recentemente pubblicato da 001 Edizioni, potrebbe essere classificato, in parte, nella categoria di fumetto fantascientifico al quale ho poc’anzi fatto riferimento.
Va detto, innanzitutto, che la saga degli agenti spazio-temporali inventata dal duo Christin/Méziéres è considerata un classico del fumetto francese. Pubblicata in una serie di episodi di grande successo negli anni settanta dalla Dargaud, è imperniata sulle vicissitudini di una coppia, Valérian e Laureline, appunto, agenti di Galaxity, capitale del cosiddetto Impero Terrestre, che si trovano coinvolti in pericolose missioni su diversi pianeti.
Chiaramente, le storie risentono degli stilemi narrativi anni settanta e, per giunta, di un’attitudine post-sessantottina basata sulla critica sociale, e ciò deve essere tenuto presente. Il volume in questione contiene tre celebri episodi della saga: il primo è ‘Il Mondo Senza Stelle’, curiosa storia basata sul conflitto tra i sessi; e, infatti, i nostri agenti devono confrontarsi con due comunità aliene, una maschile e una femminile, in lotta da tempo immemorabile.
La seconda storia, ‘Benvenuti su Alflolol’, affronta il tema dell’incomprensione tra popoli e culture, con gli esponenti dell’Impero Terrestre costretti, loro malgrado, ad interagire con una comunità aliena da esso reputata primitiva e che in seguito viene confinata in una riserva (e gli autori fanno un evidente riferimento alla situazione degli Indiani d’America).
La storia che conclude il volume, ‘Gli Uccelli del Padrone’, è un’interessante presa di posizione contro le tirannie e la manipolazione delle coscienze, con accenni alla corrente psichedelica che, all’epoca, era ancora ben presente nell’ispirazione creativa degli artisti occidentali con tendenze libertarie.
I testi risentono delle convenzioni fantascientifiche del periodo e oggi risultano lievemente datati, benché alleggeriti da continui tocchi di ironia. Non bisogna dimenticare che gli autori sono intellettuali impegnati di area marxista e perciò considerano il fumetto (e la fiction in generale) un pretesto per affrontare problematiche socio-politiche. C’è, tuttavia, notevole immaginazione: strane creature, vermi intelligenti, viaggi spaziali, paesaggi extraterrestri, insomma, gli elementi di ogni space opera degna di questo nome. Peccato che i dialoghi, pur brillanti, risultino verbosi. Insomma, dal punto di vista testuale, avrei preferito qualcosa di differente.
I disegni sono validi e interessanti, più per gli sfondi o le bizzarre costruzioni, meno per i characters che, a volte, mi sembrano stucchevolmente caricaturali. Comunque, Valérian e Laureline piacerà agli amanti del fumetto dell’area franco-belga e può senza alcun dubbio valere un tentativo. E il volume in questione è da segnalare anche per l’ottima cura editoriale della 001 Edizioni.
Voto 7