Triage X vol. 1-2 – Recensione
Pubblicato il 9 Febbraio 2012 alle 09:58
Una sarabanda di violenza e sangue, condita abbondantemente da tette e culi femminili…
Triage X vol. 1-2
Autore: Shouji Sato.
Casa editrice: Panini Comics/Planet Manga.
Provenienza: Giappone.
Prezzo: 5,90 Euro.
Note: 168 pagine, con sovracopertina.
Dallo stesso autore di High School of the Dead, Shouji Sato (qui alla sua prima prova come autore completo), pubblicato sempre da Panini già da qualche mese e giustamente evidenziato in copertina, Triage X è un manga del 2009 giunto in patria al terzo volumetto che pare in prosecuzione anche se, basta guardare le date, la serializzazione va molto a rilento; e forse non è un male perché tutto sommato non possiamo certo parlare di una trama originale né tantomeno di protagonisti memorabili, solo di fan-service spinto che più spinto non si può, anzi, magari un pelino meno di quello che si potrebbe per non scivolare nel porno sfacciato.
Triage X di fatto è un hentai mancato, ovvero un ecchi, un manga erotico ma senza rapporti sessuali espliciti, di cui sfoggia appunto molte caratteristiche come personaggi femminili ammiccanti, quasi sempre in abiti discinti, seni enormi, inquadrature ad hoc per mostrare biancheria intima e molte scene anche di nudo, sebbene come detto senza arrivare all’atto sessuale; farebbero parte del filone titoli come 100% Fragola, Inferno e Paradiso, Ikki Tousen e lo stesso High School of the Dead, con l’unica differenza che qui storia e personaggi sono al minimo sindacale (o quasi), mentre il lato erotico/provocante è spinto al massimo, tanto da sembrare appunto quasi un hentai, ma non arrivando mai al dunque il dettame fondamentale del sotto-genere è rispettato in pieno.
La Black Label (ovvero Codice Nero) è una associazione segreta che si occupa di estirpare il “cancro” della malavita dalla società, con precise azioni “chirurgiche” di eliminazione fisica di tutti quei soggetti criminali meritevoli di morire e che per i motivi più disparati non sono stati assicurati alla giustizia ordinaria; l’uso di termini medici è dovuta agli insoliti componenti che costituiscono questa organizzazione, ovvero un anziano luminare (gravemente malato), il dottor Mochizuki, che ne ha stabilito la base segreta all’interno di un ospedale e un’infermiera, una donna chirurgo e un’anestesista, tre sexy bambolone super addestrate, che ne costituiscono anche la prima unità operativa (l’Ampoule Zero).
Fanno parte invece della seconda unità (l’Ampoule One), le giovanissime reclute nonché ancora studenti liceali Oriha (una idol quattordicenne esperta in armi ed esplosivi), Mikoto (una diciasettenne abile motociclista) e Arashi, l’unico maschio di tutta l’organizzazione, oltre al capo, ancora vivo grazie ad un trapianto di cuore e dei quattro arti del figlio ormai clinicamente morto dello stesso dottor Mochizuki; suo è il ruolo di giustiziere tormentato e tenebroso (e certi suoi dialoghi con chi deve giustiziare sono veramente rabbrividenti), ricalcato assieme a Mikoto abbastanza sfacciatamente su personaggi già protagonisti di High School of the Dead, con piccole variazioni di carattere, a cui però non ne vengono aggiunti altri di spessore alcuno (cattivi compresi, abbastanza scialbi e anonimi), se non per le notevoli tette enormi.
Ma se c’è quantomeno un pregio di questo manga è proprio la nettezza tra una storia, se non proprio noiosa e risaputa comunque debole (mero pretesto per mostrare fan-service a tutto spiano), e dei disegni che sono decisamente stupendi, sia per la parte erotica che per quella all-action (nonché di armi e mezzi); sarà anche colpa dell’inesperienza dell’autore nel tessere trame, qui al suo primo lavoro anche come sceneggiatore, ma in definitiva non c’è possibilità di sbagliarsi, o si opta per rifarsi gli occhi con disegni (erotici e non) dalla perizia grafica veramente eccellente, senza pretese di trame e quant’altro, o si lascia sullo scaffale senza problemi…