Snotgirl Vol. 1: la vita al tempo dei social | Recensione
Pubblicato il 26 Luglio 2018 alle 11:00
La simpatica quanto drammatica serie Image Comics firmata da Bryan Lee O’malley e Leslie Hung sbarca in Italia grazie a Edizioni BD.
Sentiamo continuamente dire, specie dalle persone con un qualche anno in più sulle spalle, quanto sia cambiato il modo di vivere nel XXI secolo, soprattutto perché nella nostra routine quotidiana sono entrati, di prepotenza, i social network. Anche se, sia gli anziani che soprattutto giovani, faticano a misurare il peso le modalità con cui quest’ondata di mass media ci travolga e condizioni le nostre esistenze.
Tra simpatia, realismo e sfumature thriller, la serie Image Comics firmata da Bryan Lee O’malley e Leslie Hung, portata in Italia da Edizioni BD, prova ad analizzare lo stretto rapporto tra vita e social seguendo la storia di Lottie Person, divisa tra il modello che offre come fashion blogger e un’interiorità che le mette di fronte i suoi demoni e le sue paure più intime.
- SONO SOLO SELFIE
Lottie Person ha tutto quello che una ragazza potrebbe desiderare: è bella, famosa e in carriera, la fashion blogger perfetta, modello indiscusso da seguire per adolescenti e donne.
Peccato che, dietro la maschera da diva di Hollywood, si nasconda una normale ragazza, coi suoi problemi di salute (un’allergia che, molto spesso, le provoca perdite di muco, sicuramente poco attraenti per una blogger o, per lo meno, da non immortalare assolutamente) e sentimentali. Come se non bastasse, il suo ragazzo l’ha recentemente mollata per la sua ex – stagista e il suo gruppo di amiche (colleghe, chiamate con nomignoli a rappresentare il “non-rapporto” umano e sincero tra loro) non sembra minimamente interessato alle sue possibili sofferenze.
Come mai la perfetta Lottie, una vera icona sui social, non sa più improvvisamente chi sia davvero e cosa voglia?
I followers, nel mondo interiore di ognuno di noi fatto di sentimenti ed emozioni, si annullano improvvisamente e non soccorrono l’anima umana che, prima o poi, ha bisogno delle sue cure. Lottie vuole solamente essere “normale” ma non sa soffrire perché la sofferenza, nel magico mondo mass mediatico, non è contemplata. Bisogna fingere se necessario, cristallizzare momenti di vita che devono necessariamente rispondere a criteri oggettivi imposti da una comunità organizzata, molto spesso specchio di una società ipocrita che possiede discutibili concezioni di personalità, successo e felicità.
Dietro la maschera della blogger Lottie fatica a conoscersi, ad accettarsi, perché probabilmente non dispone dei mezzi necessari affinché questo avvenga.
- ME NELL’ALTRO
Nel fumetto, in questa dialettica tra vita vera-mondo social rappresentata con realismo e ironia, subentra un tono noir e quasi thriller quando, nella vita di Lottie, appare Caroline, misteriosa ragazza grazie alla quale la protagonista intravede la possibilità di instaurare, finalmente, un rapporto di amicizia vero.
Caroline diviene per lei un modello, un riferimento seppur non sempre presente, una manifestazione vivente diretta e indiretta delle emozioni (negative e positive) di Lottie stessa. Una sorta di incarnazione fisica della sua coscienza, che la porterà ad affrontare i suoi limiti e le sue paure e a dover riflettere sul significato della morte. Ed è solo l’inizio, in questo primo capitolo.
- LA VITA AL TEMPO DEI SOCIAL
Con ironia e realismo, intrisi di sfaccettature psicologiche che aprono le porte anche al noir e al thriller, Snotgirl diviene la rappresentazione a fumetti di una crisi di personalità sempre più costante nelle persone, specie più giovani, viventi in un mondo iper-tecnologico come quello del XXI secolo.
I disegni, quasi da manga (specie per la rappresentazione dei corpi femminili) aiutano ad enfatizzare una storia che, seppur velatamente, offre spunti di riflessione su di sé e verso il mondo che ci circonda, toccando problematiche profonde e delicate radicate in ognuno di noi.