Ghost Rider – Marvel Collection Special – Recensione

Pubblicato il 8 Febbraio 2012 alle 11:55

Arriva la ristampa dei primi episodi di Ghost Rider: un classico horror della Marvel imperniato sul motociclista Johnny Blaze, con testi di Gary Friedrich e le matite del magico artista Mike Ploog!

Marvel Collection Special – Ghost Rider

Autori: Gary Friedrich (testi), Mike Ploog, Jim Mooney, Tom Sutton (disegni)
Casa Editrice: Panini Comics
Provenienza: USA
Prezzo: € 6,00, 17 x 26, pp. 144., col.
Data di pubblicazione: febbraio 2012

Come ho scritto in varie occasioni, Roy Thomas ha avuto una rilevanza fondamentale per ciò che riguarda l’evoluzione della Marvel degli anni settanta ed è grazie al geniale scrittore di Avengers e Conan The Barbarian se la produzione della Casa delle Idee fu caratterizzata da atmosfere narrative non necessariamente supereroiche. Dal momento, infatti, che i supereroi erano da poco tornati di moda, Thomas ritenne che si dovessero realizzare fumetti di altro tipo allo scopo di accaparrarsi ulteriori fasce di mercato.

Su impulso di Thomas, quindi, si ebbero i primi comic-book fantasy; ma non vanno trascurati i mensili horror. Poiché le maglie del Comics Code Authority si erano allentate, la Marvel pubblicò molte serie inquietanti che contrastavano con quelle solari dei supereroi. Perciò i seventies videro la nascita di capolavori assoluti come Tomb of Dracula di Marv Wolfman e Gene Colan. O come Ghost Rider.

La paternità del motociclista fiammeggiante è ancora oggi oggetto di discussione. Sia Gary Friedrich, primo, storico sceneggiatore del serial, che Roy Thomas la rivendicano. Peraltro, bisogna considerare che nei sixties la Marvel pubblicò un mensile dalla breve vita con protagonista un altro Ghost Rider, un pistolero dall’aspetto spettrale (che negli anni ottanta fu ripescato con il nome di Phantom Rider), i cui testi erano stati scritti proprio da Friedrich. Tuttavia, è appurato che Thomas aveva cercato di inventare un eroe simile per un episodio di Daredevil e non va tralasciato il fatto che Ghost Rider ha qualche analogia con Blazing Skull, eroe del periodo Timely che Thomas in seguito incluse nel suo Invaders.

In ogni caso, Ghost Rider esordì nel mensile Marvel Spotlight. La serie, scritta da Friedrich e disegnata, almeno nei primi numeri, da Mike Ploog, costituì uno shock per i lettori dell’epoca. Le situazioni delle trame erano lontane dagli standard Marvel e, almeno per il contesto dei settanta, molto angoscianti. Friedrich si collegò alle controculture che nei tardi anni sessanta avevano suggestionato l’immaginario giovanile. Alcune frange dei movimenti studenteschi, infatti, furono attratte dal misticismo e dallo spiritualismo e, in casi estremi, dal satanismo propriamente detto.

La Chiesa di Satana di Anton LaVey nacque proprio in quel contesto e gli efferati omicidi della Family di Charles Manson sconvolsero l’opinione pubblica statunitense. Come se non bastasse, la sottocultura dei bikers (in special modo, quella degli Hell’s Angels) provocò tanta preoccupazione e i giornali scandalistici non mancarono di esasperare il clima di tensione. Friedrich, quindi, amalgamò questi elementi, delineando le vicende di Johnny Blaze, motociclista che si esibisce in un circo. Per aiutare il padre adottivo, affetto da un male incurabile, fa un patto con Satana, offrendogli la sua anima, a condizione che il genitore non muoia a causa della malattia. Ma il diavolo lo inganna e, quando Johnny si rifiuta di adempiere all’accordo, è condannato a trasformarsi in Ghost Rider: un essere dal teschio fiammeggiante dotato di particolari abilità.

A causa del look strepitoso, Ghost Rider incontrò subito il favore dei lettori. Ma a fare la differenza furono le storie. Friedrich descrisse in maniera esplicita l’agghiacciante realtà delle sette sataniche, collegate agli ambienti hippy e psichedelici, con situazioni piuttosto adulte. Senza peraltro esimersi dall’affrontare tematiche controverse come quelle dei diritti degli indiani d’America, affezionati alle tradizioni ancestrali (questo molto prima dello Scalped di Jason Aaron). Nei primi sette episodi inclusi in questo special di Marvel Collection, quindi, troverete tali dettagli e altri ancora (compresi vaghi accenni al lesbismo dei gruppi esoterici femminili che si svilupparono negli Stati Uniti in quegli anni nonché anticipazioni di pellicole come L’Esorcista o Il Presagio).

A disegnare i primi capitoli fu chiamato il grande Mike Ploog che la Marvel usò anche in Werewolf By Night e Monster of Frankenstein. Con il suo tratto in parte influenzato da Will Eisner e Steve Ditko, il penciler era perfetto per la rappresentazione dell’orribile Ghost Rider, degli inseguimenti automobilistici e delle terrificanti ambientazioni (sotterranei, chiese sataniche, mostruosità dilaganti), e riuscì inoltre a caratterizzare Johnny Blaze e la bellissima Roxanne amata dall’eroe. Gli altri episodi furono invece illustrati dai meno efficaci Jim Mooney e Tom Sutton.

Ghost Rider perse poi lo smalto iniziale, trasformandosi in un comic-book come tanti altri; ma l’inizio fu altamente eversivo, anche solo per la presenza esplicita di Satana, e per creazioni intriganti come il pellerossa Balla Con I Serpenti e la splendida e intrigante Strega (che, ahimè, la Marvel non ha più utilizzato). E, come gli utenti sanno, negli anni novanta la nuova versione dell’eroe, Danny Ketch, diede vita a un fortunato revival di Johnny Blaze che, a più riprese, continua ancora oggi. Ma le origini sono qui. Di conseguenza, se volete leggere un classico horror targato Marvel questo è l’albo che fa per voi.

Voto: 7,5

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