Preacher 3×04: “The Tombs” | Recensione

Pubblicato il 16 Luglio 2018 alle 15:00

 “Che Dio abbia pietà delle nostre anime.”

La terza stagione di Preacher entra nel vivo col nuovo episodio, intitolato The Tombs: scritta da Mark Stegemann  e diretta da Wayne Yip, la puntata ci ricorda come e perché, al di là delle varie sotto-trame (sempre interessanti) imbastite per approfondire i tanti e diversamente pittoreschi personaggi secondari, il vero e proprio fulcro della serie creata da Seth Rogen ed Evan Goldberg siano sempre e comunque i tre protagonisti, Cassidy, Tulip e Jesse.

Le dinamiche intorno alle quali ha ruotato – e continua a ruotare – il triangolo che li vede coinvolti stanno iniziando a creare conflitti che, a prima vista, potrebbero portare a situazione irreparabili: dopo aver coraggiosamente confessato il suo amore per Tulip, il vampiro adesso si trova nella scomoda posizione di essere visto non propriamente di buon occhio dai fan della serie – per lo meno da quelli che fanno il tifo per la coppia Jesse-Tulip – soprattutto dopo aver giocato il colpo basso della pozione d’amore. Certo, un conto è richiederla in un momento di debolezza e ben altro è l’usarla a tutti gli effetti, dunque dovremo vedere dove ci porterà questa spinosa situazione.

Se i battibecchi fra Jesse e Cassidy sono sicuramente sempre esilaranti (la scena in cui Jesse lo fa a pezzi per riuscire ad infilarlo in uno scatolone FedEx e spedirlo segretamente via dalla paludosa e oscura Angelville è già un cult) non si può dire lo stesso dell’accoppiata Tulip-Sabina: a seguito di un’evasione (un po’ troppo sbrigativa e cartoonesca a dir la verità) le due si ritroveranno in fuga dagli uomini di nonna L’Angelle e Tulip avrà l’occasione di scoprire a tozzi e bocconi il passato di Jesse ad Angelville (raccontato allo spettatore attraverso una serie di flashback).

Ma una volta scoperto che Sabina, da giovane, è stata la ragazza di Jesse, la dinamica fra i due personaggi va un po’ ad esaurirsi e le scene in macchina proseguono senza una meta ben definita, un po’ come la fuga di Tulip. E, considerato che lei e Jesse ne hanno combinate di cotte e di crude in passato, è quasi ridicolo che la ragazza sia così sconvolta nello scoprire qual era l’attività principale di Jesse ai tempi della sua adolescenza ad Angelville.

Per noi, invece, è interessante: Jesse, prima di conoscere Tulip e soprattutto prima di diventare un predicatore, per sua nonna e la setta vodoo di cui la vecchia è a capo gestiva Le Tombe (da qui il titolo della puntata), ovvero il luogo dove veniva condotti coloro che non riuscivano a ripagare i debiti nei confronti di Madame L’Angelle. Non si tratta solo di un luogo in cui si veniva imprigionati, ma addirittura una sorta di arena gladiatoria nella quale si doveva combattere per la propria vita.

La stessa in cui, nel presente, verrà buttato Cassidy, e che vedrà Jesse tornare a ricoprire il ruolo di “master of cerimony”, sottolineando quando – nonostante gli anni trascorsi – il personaggio di Dominic Cooper sia ancora profondamente bloccato, prigioniero della sua oscura “famiglia” e del suo terribile passato. C’è una sorta di discesa morale alla base dell’episodio che è interessante, e potrebbe portare a sviluppi inaspettati.

Discesa sottolineata all’inizio della puntata dal Santo degli Assassini, che scende letteralmente i nove gironi dell’Inferno (rappresentati come i piani di un palazzo nella geniale scena dell’ascensore) fino ad incontrare Satana in persona (il cui trucco prostetico sembra sbucato dal set di Legend di Ridley Scott). Che, dopo un’adeguata punizione, lo rispedisce sulla Terra.

Nella prossima puntata ne vedremo delle belle.

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