Sharp Objects: la miniserie HBO con Amy Adams | Recensione
Pubblicato il 14 Settembre 2018 alle 15:00
La miniserie andrà in onda per quattro settimane dal 17 settembre su Sky Atlantic HD.
C’è una sorta di dolorosa immedesimazione mentre si guarda Sharp Objects, la miniserie HBO tratta dal romanzo Sulla pelle di Gillian Flynn (Gone Girl), adattato per la tv da Marti Noxon (Girlfriends’ Guide to Divorce) e diretto da Jean-Marc Vallée (Big Little Lies), in arrivo il 17 settembre su Sky Atlantic HD.
C’è una claustrofobia nella regia e nella fotografia di Vallée immediatamente riconoscibile, che vuole rappresentare proprio il mondo che racconta: Wind Gap, il paesino al centro della storia, è rimasto come fermo nel tempo, ma per motivi molto meno idilliaci di – tanto per fare un esempio seriale – Stars Hollow.
Una miniserie funzionale oltre che creativa, che va a colmare il “vuoto” estivo lasciato da Big Little Lies (che, nata come miniserie, tornerà il prossimo anno con una seconda stagione), successo senza precedenti dello scorso anno. Il regista è lo stesso, eppure qui l’atmosfera è molto diversa. Anche stavolta si raccontano verità e segreti terribili, ma stavolta sono molto più inconfessabili, e il crimine che fa da sfondo alla vicenda è molto più crudo e cruento. Big Little Lies era vivace, solare, merito anche della sceneggiatura di David E. Kelley e del concentrato di vitalità che è la Madeline di Reese Whiterspoon.
In Sharp Objects invece tutto è statico, immobile, per provare allo spettatore quel senso costante di inadeguatezza che prova Camille (una splendida Amy Adams), giornalista alcolizzata e danneggiata da un passato molto doloroso in famiglia. La stessa famiglia da cui è costretta a tornare dopo che il suo capo (Miguel Sandoval) la manda a Wind Gap per scavare nel torbido di due ragazzine del luogo recentemente scomparse. “Potrebbe essere il tuo Premio Pulitzer”, le dice per convincerla.
Camille è quella che ce l’ha fatta, è andata via, con sguardi di sufficienza da parte tutto il paesino, madre compresa, ma ammirazione da parte della sorellastra (di molti anni più giovane) Amma (Eliza Scanlen) e dell’amica di famiglia Jackie (Elizabeth Perkins). Ci sono tutti i personaggi-tipo del paesino del Sud America, compreso lo sceriffo del paese (Matt Craven), infastidito dalle continue interferenze del detective di Kansas City Richard (Chris Messina), arrivato per aiutare nelle indagini e che si avvicinerà a Camille.
Adora, la madre-controllo interpretata meravigliosamente da Patricia Clarkson, è una perfetta donna del Sud, di famiglia benestante, con la villa un po’ fuori città e il costante bisogno di apparire al meglio e mantenere la reputazione di famiglia; il ritorno della figlia e il lavoro che fa le creano imbarazzo, per non dire rigetto, soprattutto nei confronti del resto della sua preziosa comunità. La stessa Wind Gap è tutta tradizioni e importanza di facciata più che della sostanza all’interno delle case. Molto poco Twin Peaks, la doppia tragedia che scuote l’intera comunità porterà ovviamente a galla i terribili segreti di cui sopra, e il doloroso passato della protagonista. Questo Vallée lo fa attraverso un montaggio che alterna le sequenze di oggi ai ricordi di Camille, sempre dal suo punto di vista: brevissimi flash che lo spettatore avrà il compito di mettere insieme e che solamente alla fine acquisteranno un senso compiuto. Proprio come accadeva in Big Little Lies, anche se qui l’insieme risulta pesante e claustrofobico, come si diceva una scelta “specchio” della trama.
Sharp Objects è anche una miniserie al femminile, con protagoniste le generazioni di donne (Adora, Camille, Amma) e gli uomini che si affidano a loro e obbediscono. Il secondo marito di Adora e padre di Amma, Alan (Henry Czerny), è totalmente succube dei capricci e degli umori della moglie, tanto da dormire in camere separate. Anche lo sceriffo Bill è soggiogato da Adora, per via del loro passato, più che dall’attuale moglie che amorevolmente ogni mattina gli prepara colazione e pranzo per la giornata. Non si esime dal paradigma nemmeno l’outsider Richard che in un certo senso “subisce” il travagliato passato di Camille, e nemmeno il sospettato John, fratello della seconda ragazza scomparsa, comandato a bacchetta dalla fidanzata Ashley.
Sharp Objects, così come Camille, è imperfetta, complessa, difficile da digerire, un fiore che sboccia lentamente, ma una volta fiorito potrebbe far appassire tutto ciò che lo circonda… nel bene e nel male.