Yellowstone 1×03 – Good Horses | Recensione
Pubblicato il 17 Luglio 2018 alle 15:00
Mentre John Dutton mostra la sua “influenza” al capo della Riserva, Thomas Rainwater, nuovi guai si profilano per Kayce. Intanto iniziano ad affiorare i primi contrasti fra Beth e Jamie…
Dopo due settimane ritorna Yellowstone, la serie TV concepita e diretta da Taylor Sheridan (Wind River, Soldado) con protagonista Kevin Costner, fermatasi in occasione delle festività del 4 luglio ovvero l’Indipendenza degli USA, una delle feste più sentite dagli americani.
Avevamo lasciato la serie – la recensione del secondo episodio QUI – con John Dutton (Kevin Costner) coprire il figlio Kayce. Attraverso Jamie, il figlio avvocato, John aveva scoperto che l’uomo responsabile della morte del figlio Lee durante un furto di bestiame era stato ucciso proprio da Kayce. Per eliminare tutte le tracce si era deciso di cremare quindi il corpo e far “sparire” il medico legale così da non poter corroborare il referto autoptico.
Questo terzo episodio, intitolato Good Horses, si apre con un breve flashback: Kayce e Beth, la figlia di John, sono a cavallo con la madre. L’insicurezza di Beth provoca quindi un incidente che causa la morte della moglie di John.
L’azione si sposta nel presente dove da un lato Kayce ha presto la decisione di ritornare di nuovo in missione con l’esercito dall’altro invece John ha bene in mente di dover dare un segnale forte a Thomas Rainwater e cerca appoggi politici.
L’episodi quindi viaggia su due binari paralleli e apparentemente sconnessi. Kayce, per puro caso, si imbatte in un furgone abbandonato nella Riserva con dentro una ragazza imbavagliata immischiandosi nuovamente in situazioni poco chiare e che coinvolgono nuovamente l’uso delle armi.
John invece muove sapientemente le sue pedine: sporge denuncia, e fa arrestare, Rainwater. Una volta in carcere, Dutton detta le sue richieste non negoziabili al capo: restituire il bestiame. Approfittando del senso di colpa mai andato via della figlia invece la indirizza verso un incarico politico che però scontenta Jamie. Fra lui e Beth scoppia quindi un violento e fisico confronto.
Intanto fra il limitare del ranch e la riserva continuano le manovre edilizie che potrebbero rivelare più di un segreto sepolto…
Dopo due episodi “preparatori” Sheridan alza la posta in gioco con Good Horses.
Questo episodio è quello che maggiormente, per ritmo, dialoghi e musiche, ricorda il suo splendido Hell or High Water.
Dopo aver presentato tutti i personaggi il regista/sceneggiatore può finalmente farli interagire in maniera “diretta”. Magistrale nella sua semplicità registica quanto ficcante nei dialoghi è il confronto fra Dutton e Rainwater (“Io non sono il futuro, sono il passato con cui devi fare i conti” dice Rainwater a Dutton in una sorta di capovolgimento dell’ideologia di conquista). Mentre nella sua fisicità il confronto fra Jamie e Beth mostra i due personaggi, finora un pò stereotipati, sotto una nuova prospettiva rendendoli maggiormente sfaccettati anche in vista di sviluppi futuri.
Il grande pregio di questo terzo episodio è però la capacità di innervare il family drama dei primi due episodi con delle fortissime dosi di noir – Kayce è in tal senso il perno di una trama che potrebbe svilupparsi in maniera davvero interessante – e di political thriller – le manovre di Dutton infatti sembrano sconfinare ben al di là del mero interesse immediato per il ranch.
Kevin Costner, assoluto protagonista dei primi due episodi, si defila leggermente e la serie ne beneficia. Quando il veterano attore fa da contraltare agli altri co-protagonisti ne eleva le prestazioni mentre quando sale in cattedra la tensione aumenta vertiginosamente incollando lo spettatore allo schermo.
Dopo questo terzo episodio le possibilità di sviluppo della serie e dei suoi personaggi sembrano molteplici e tutte estremamente interessanti.